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Mostra “Stracciando i veli: donne artiste dal mondo islamico” In occasione del suo decennale, la FONDAZIONE LABORATORIO MEDITERRANEO, con la Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Napoli e Provincia, la Royal Society of Fine Arts di Amman, la Jordan National Gallery of Fine Arts e l’Accademia del Mediterraneo-Maison de la Méditerranée organizza a Napoli la Mostra: “STRACCIANDO I VELI: DONNE ARTISTE DAL MONDO ISLAMICO” Nel Palazzo Reale di Napoli, Sala d’Ercole, dal 12 luglio al 15 settembre 2004, saranno esposte per la prima volta 70 opere di 51 artiste provenienti dai principali Paesi islamici. CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE E, A SEGUIRE, INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA LUNEDI’ 12 LUGLIO ORE 19.00 presso il Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli. Intervengono: S.A.R. la principessa WIJDAN ALI di Giordania, on. ANTONIO BASSOLINO, arch. MICHELE CAPASSO, arch. ENRICO GUGLIELMO. In questa occasione saranno presenti alcune delle artiste e si svolgerà un breve “Concerto di benvenuto e per la Pace” con artisti giordani ed italiani (tra essi Eugenio Bennato, ecc.). Questa mostra è una grande occasione e, al tempo stesso una sfida, che la Fondazione Laboratorio Mediterraneo – anche in virtù della recente designazione ad “antenna europea e capofila della rete italiana per il dialogo tra le culture e civilizzazioni” – ha voluto lanciare per riaffermare il ruolo della donna nei processi di pace. Sono opere di donne che danno voce alla propria creazione infrangendo rappresentazioni, stereotipi e pregiudizi della donna “velata”. Una mostra in cui la creatività delle donne di paesi musulmani prende corpo oltre il velo del suo stereotipo; un occasione di conoscenza visiva per andare con lo sguardo del cuore e della ragione oltre il velo della subordinazione e rimozione. L’arte come mezzo per stracciare i veli oltre il velo dell’indifferenza, e dell’imposizione; per animare il silenzio, superare la negazione e l’assenza sociale, per una politica di diritti, partecipazione e rappresentatività. E’ questo il senso più profondo di quest’esposizione che rompe immagini sedimentate, rappresentazioni sociali ancorate e oggettificate. Torna indietro |
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