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DONNE DI SICILIA

La Sicilia, come incrocio e crogiolo di diverse civiltà e culture, può ancora essere simbolo di quell’unica cultura che chiamiamo mediterranea; la sua storia, paradigma di eventi e cambiamenti che nel Mediterraneo si sono svolti; la sua letteratura, segnale, specchio di una particolare realtà.

Dalla letteratura partiamo per vedere quale ruolo la donna ha svolto in Sicilia; attraverso quali figure, quali personaggi esso è stato interpretato. Partiamo dal primo scrittore moderno che ha tracciato una linea letteraria che per generale ammissione viene detta siciliana da Giovanni Verga.

Cose, “roba”, oggetti di negozi commerciali e di potere sono le creature verghiate, sottoposte a un rigido codice imposto da un sistema economico e morale. Nella concezione verghiana di una irredimibilità della condizione umana, in cui la storia nulla può, nel mondo dei Vinti, le donne subiscono una doppia condanna, sul piano esistenziale e su quello storico-sociale.

Nedda, dell’omonima novella, la Longa, Mena, la Locca, Lia de I Malavogli, sono quelle che nel disastro familiare o sociale maggiormente pagano con la follia, la rinunzia ai sentimenti, la s4eparazione, la morte. Così anche nel contesto borghese-nobiliare di Mastro-don Gesualdo, in cui, oltre che alla popolana Diodata, alla nobile Bianca Trao, a sua figlia Isabella è negata ogni libertà di sentimenti e di azione.

Pirandello cerca di rompere il fatale cerchio chiuso verghiano, di riportare il mondo a una progressione lineare attraverso la parola, la dialettica, l’infinito processo verbale, in cui però si frantuma l’identità, la realtà perde consistenza. Nell’interno borghese pirandelliano, nella “stanza della tortura”, come la chiama Macchia è ancora la donna a subire maggiore smarrimento, perdita di sé, a essere oggetto di una crudele dialettica.

Vittoriani è stato il primo autore a restituire alla donna siciliana libertà di sentimenti e di azione, il ruolo di parità con gli uomini che la storia le negava. L’idea democratica contenuta nella frase “madre puttana” di Conversazione in Sicilia, la supremazia delle donne nella fondazione di una nuova società ne Le Donne di Messina erano però più nelle aspirazioni, nell’utopia politica dello scrittore che nella realtà.

Fuori dalla letteratura, nella storia: un radicale cambiamento culturale, quasi una rivoluzione nell’immobilità del mondo contadino, avviene alla fine dell’800 con l’industria delle miniere di zolfo e con il diffondersi delle istanze socialiste. In questo mondo solfifero, la donna si libera di ogni codice arcaico e oppressivo e prende coscienza della propria identità e del proprio ruolo nella società.



Vincenzo Consolo

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