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Intervento dell’ Arch. Michele Capasso

“Innanzitutto voglio ringraziare l’amica Luisa Bossa per questo ritorno……………... a casa
E allora proprio perché sono a casa non voglio tediarvi con considerazioni di alta cultura ma voglio farvi semplicemente il diario di quella che credo essere stata una delle settimane più intense dell’attività che da un decennio con l’amico Claudio Azzolini e con altri andiamo a portare avanti, per poi arrivare all’importanza di quello che stiamo facendo oggi.
Con grande coraggio e con grande spirito di audacia che solo la terra vesuviana può dare come enzima, ci siamo assunti l’impegno di far diventare la nostra Maison de Mediterranee una sede istituzionale del Consiglio d’Europa con la delegazione di 45 Paesi con i vari cerimoniali e con una organizzazione estremamente complessa e mentre ,con l’amico Claudio eravamo nel pieno di questa organizzazione, ci chiamano dal Cairo, dal palazzo presidenziale, avevamo invitato la moglie del presidente dell’Egitto, una persona di altissimo livello e di grande importanza sia politica che culturale a livello internazionale ed essa ci comunicava il desiderio di venire di persona a ritirare il premio Mediterraneo di cultura con le complicazioni che un cerimoniale di questo genere comporta.
Il Governo italiano non era in grado di organizzare in tre giorni questa visita e allora ci siamo industriati perché la Signora è uno dei principali obiettivi del fondamentalismo, quindi con una scorta complessa, abbiamo ospitato questa manifestazione che suggella un rapporto di collaborazione permanente che abbiamo fatto con l’Egitto da 10 anni.
La nostra collaborazione con l’Egitto è iniziata con la Biblioteca Alessandrina, per fare l’enciclopedia del Mediterraneo in arabo; la biblioteca per ciechi e quello che volevamo fare qui ad Ercolano: una scuola di archeologia.
L’abbiamo istituita in Egitto e avrà due facce una nella riva sud e l’altra nella riva nord, con punta di diamante una scuola di formazione per guide turistiche e archeologiche a livello mediterraneo affinché le guide turistiche non sappiano solo il luogo dove si trovano ma abbiano una cultura un pò più ampia che consenta di ragionare in chiave mediterranea e sappia che oltre ad Ercolano e Pompei ci sono tantissimi altri luoghi principali. Questa scuola si aprirà a fine ottobre nell’ambito Italia-Egitto che noi abbiamo inaugurato e spero che Ercolano possa fare la sua parte insieme ai cori del Mediterraneo (già abbiamo la disponibilità delle corali egiziane che verranno qui a cantare in arabo pezzi della cultura e della tradizione egiziana).
Tutto questo passa per un senso di coinvolgimento della popolazione. Uno dei motivi per cui non si farà,forse, la Coppa America a Napoli è il mancato coinvolgimento attivo della popolazione.
Il non recuperare il grande capitale sociale umano della Campania di Napoli e di Ercolano, che consiste nell’essere capaci quando la parabola della città sta nel punto più basso di tirar fuori l’orgoglio che occorre per sentirsi partecipe del problema da risolvere, significa non aver compreso la filosofia napoletana.
Tutto questo c’entra con i cori del Mediterraneo perché parlavo prima di capitale sociale e umano, oggi non si tratta più di costruire involucri e di implementare un sistema di misure , le misure già traboccano; la globalizzazione non significa bene condiviso per tutti, anzi, sono aumentati i gap tra nord e sud, le povertà sono incrementate e le città diventano sempre di più megalopoli dove i vecchi abbandonati e tanti altri disordini sociali incrementano sempre di più. La chiave di Volta per risolvere questi problemi è passare da un sistema di misure ad un sistema di valori, dove la solidarietà, il management del quartiere, i valori di socializzazione che significano avere un senso di comunità diffusa e un senso di partecipazione devono intervenire a livello di tutti.
Noi come Accademia del Mediterraneo abbiamo fatto un programma di venti anni, quindi molto tranquillo, i primi dieci scadono l’anno prossimo e hanno visto realizzati i nostri sogni che sembravano irrealizzabili, in questo momento siamo una rete euro-mediterranea con 42 sedi nei vari paesi euro-mediterranei e siamo la principale istituzione che rappresenta organismi di varia natura. Il nostro scopo è quello di valorizzare quello che già esiste, metterlo in collegamento perché se Ercolano e questa manifestazione crescono sempre di più o se si potesse fare qui quella scuola di archeologia sarebbe quella la nostra manifestazione più grande.
In questo quadro siamo stati candidati come sede della fondazione euro-mediterranea che l’Unione Europea dovrà costituire e si deciderà qui a Napoli il 2 e 3 dicembre con la conferenza dei Ministri e dei capi di Stato che si farà alla Mostra d’Oltremare. Il problema è la giungla complessa della macchina burocratica che i politici anche di buona volontà non riescono a governare; ci sono la risorse sui fondi strutturali, su altre linee a livello regionale,nazionale ed europeo che consentirebbero di finanziare non solo questa manifestazione ma mille altre cose ma è difficile avere una limpidità e una trasparenza di azione in questo senso.
Allora ci vuole l’esigenza di fare quadrato, di comprendere che anche questa manifestazione che sembra piccola ma in realtà è di un’importanza enorme di oggi può significare il riscatto di una città di primaria importanza come Ercolano che scappa dalle tragedie tutti i giorni che capitano perché è difficile trasformare una società che ha subito i danni e le violenze di decenni,, non si fa in un giorno, però le manifestazioni come quella di oggi, una entrata in un circuito internazionale sull’archeologia, eccetera riescono a riscattare anche nell’immagine internazionale
.Allora il poter dire che l’inno del Mediterraneo conosciuto in tutti i paesi solo ad Ercolano si riproduce con cori che vengono da vari paesi significa riassegnare a questa città un ruolo simbolico estremamente importante che la ripulisce ogni anno di tutte le cose nefaste che accadono e che, purtroppo, accadranno ancora. Noi viviamo in un momento in cui le scelte del Mediterraneo si fanno non solo in termini di geografia, di storia di cultura, di religione, di tradizione ecc. ma agisce soprattutto il destini, cioè è il destino che ci dà delle indicazioni. Io spero che con i mille problemi che l’amica fraterna Luisa Bossa ha, possa con l’aiuto di tanti di voi di buona volontà concentrarsi su queste due cose: i cori del Mediterraneo e una scuola di formazione per gli addetti all’archeologia, in generale, che potremmo ospitare qui.
Purtroppo, la società moderna, ma anche la concorrenza del mercato culturale non consentano perdite di colpi; fino ad oggi non siamo riusciti con affanno a parare la cosa, adesso non è più possibile fare diversamente, quindi si tratta di assumere impegni precisi per far sì che queste due cose possano diventare due potenti fiori all’occhiello non solo della città di Ercolano e della Campania ma anche dell’intero spazio euro-mediterraneo. Grazie”.

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