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CAROVANA CIVICA
Reti di dialogo fra Marocco e Italia per la pace, la cittadinanza e la libera comunicazione nel Mediterraneo

Bologna, 14-15 ottobre 2004

Indirizzo di saluto del prof. Michele Capasso
Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo


Innanzitutto vorrei ringraziare gli organizzatori di questo importante evento al quale la nostra istituzione – anche quale “Antenna europea” e “Capofila della Rete italiana “ per il dialogo tra le culture – ha voluto collaborare: in primo luogo l’Associazione Orlando e Giunti Editore.
Purtroppo impegni istituzionali a Roma mi hanno impedito di essere con voi a Bologna, dove la nostra Fondazione ha antichi legami: con la Cineteca, con la quale ha realizzato negli anni scorsi un importante “Festival del Cinema dei Paesi Arabo-mediterranei”, e con l’Università di Bologna, che è la coordinatrice della nostra rete di Università “Almamed”.


Vorrei passare subito ad analizzare un percorso operativo per la “Carovana”, attirando la vostra attenzione sulle grandi differenze e i grandi mutamenti che sono avvenuti dal 1995, anno di nascita del Partenariato Euromediterraneo, ad oggi.
All’epoca c’era una fiducia estrema nella costruzione di un dialogo tra la Riva Nord e la Riva Sud del Mediterraneo, c’era una positività e una speranza sulla risoluzione del conflitto Israelo-Palestinese, la Società Civile era entusiasta perché cominciava ad essere considerata e coinvolta nei processi decisionali, il Dialogo tra le Culture e la Società Civile riceveva un apposito riconoscimento nella dichiarazione di Barcellona ed appositi programmi venivano posti in essere con risultati altrettanto significativi (Programma MEDA, ecc.).

Attualmente nell’area euromediterranea si affiancano al progetto europeo del Partenariato Euromediterraneo - con tutte le azioni già intraprese - molteplici altri progetti fra i quali in particolare l’iniziativa G8 avviata dagli USA per il cosiddetto Grande Medio Oriente.
L’Unione Europea viene oggi spesso considerata come sistema politico imperfetto ma è un sistema politico nuovo e in divenire. Lo spirito nuovo consiste nel rifiuto di espandersi mediante la forza per ingrandirsi soltanto mediante l’accordo, nel rispetto delle entità storiche e attraverso il dialogo tra le culture. Il rifiuto totale della guerra come mezzo di espansione e dominio non era mai stato più così nettamente affermato: in questo caso, come risultato dei valori, che tre secoli di cultura laica hanno creato. Quest’azione contrasta, in linea di principio, con l’Islam che, invece, ha fondato sulla religione le


proprie conquiste e la propria espansione.
Oggi le difficoltà dei Paesi Mediterranei-Islamici, che hanno avuto un’apertura innovatrice, possono essere risolte solo attraverso una nuova “modernità” partecipatrice, capace di favorire il rinnovamento, l’aggiornamento che l’Islam si attende.
Questo processo deve essere accompagnato dall’azione onusiana ed europea della partecipazione dell’accordo che, nel Mediterraneo, potrà trovare il banco di prova attraverso lo strumento del dialogo tra le culture.
Di qui la straordinaria importanza della “Carovana civica” e la considerazione che la delicata composizione delle diversificate esigenze e finalità non può avvenire senza l’azione di eventi che coinvolgono la Società civile in grado di promuovere, soprattutto oggi nell’attuale situazione storico-politica, il Dialogo tra le Culture presenti nell’area euromediterranea.
Si deve quindi ragionare in termini di professionalità, di identità del fare e non identità dell’essere, valorizzando tutte le risorse che abbiamo sul campo.
Da ciò deriva la straordinaria importanza della “Carovana”che può assolvere un compito difficile : promuovere il dialogo e, con esso, la pace tenendo conto che quest’azione non è un semplice “atto-burocratico” ma richiede una visione, un senso di vita in chi la promuove e la realizza; né tantomeno si tratta di un semplice lavoro di organizzazione e coordinamento di attività.

Nella prospettiva di una ricomposizione dell’unitarietà del Mediterraneo, l’Italia - che nel corso storico, in età ellenica, ha costituito l’altra sponda determinante per lo sviluppo della cultura greca, in epoca ellenistica e imperiale fu il centro geo-politico dell’ecumene e nel medioevo il punto di confluenza di tutte le vie del commercio marittimo fin quando il Mediterraneo restò centro economico della società del tempo - ha oggi una funzione politica, diplomatica e culturale specificamente euromediterranea, nello spirito della linea politica tracciata dalla Carta dell’ONU e dalla Carta fondatrice dell’attuale Unione Europea.
Per assolvere a questa funzione ed impegnarsi per favorire il dialogo tra le culture e, con esso, l’affermazione dei diritti umani e delle libertà politiche fondamentali nei Paesi euromediterranei, così diversi per tradizioni e culture - agevolando in questo modo l’accelerazione del ritmo dello sviluppo economico e la riduzione del divario socio-culturale - l’Italia può contare su competenze, organizzazioni e strutture culturali che da sempre hanno costituito la ricchezza di questo Paese.
Di qui l’importanza della “Carovana civica” che, trascendendo le possibilità dirette di organi governativi e nello spirito di totale indipendenza, dovrà essere in grado di offrire gli strumenti e le azioni necessari per assolvere l’impegno di promuovere il dialogo e, con esso, lo sviluppo condiviso e la pace.

La “Carovana civica” trova il pieno sostegno della nostra istituzione e già altre città, in cui vi sono nostre sedi, sono disposte ad ospitarla: cito Lecce, Genova, Napoli, Benevento, Marrakech, Amman.


Un elemento importante della “Carovana” è il linguaggio della musica.
Dopo alcuni anni, siamo riusciti a far adottare ai Paesi euromediterranei, solo in musica, un “Inno del Mediterraneo” che sarà presentato al Cairo il prossimo 4 dicembre.
In questa occasione si svolgerà il “Primo Concerto per il dialogo tra le culture” titolato “Che il Mediterraneo sia un Mare di Pace”. A dirigerlo è il Maestro Eugenio Bennato, membro del nostro Comitato Scientifico internazionale, e con lui tanti artisti di vari paesi, tra cui Jamal Ouassini.
E’ un evento che riproporremo ogni anno, una “Carovana della musica per la pace”: il Marocco si è proposto di ospitarlo strutturalmente con l’ambizione di farne un evento internazionale. Il luogo simbolico prescelto, dove il Centro Tarek Ibn Zyad presieduto da Hassan Aourid già organizza prestigiosi incontri musicali, è la catena dell’Atlante: il punto più alto ad Ovest del mondo islamico, dove l’incontro con l’Occidente può, DEVE, trasformarsi in dialogo e, da conflitto, in risorsa, ricchezza e speranza per tutti noi. Per un futuro di pace.

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