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Intervento di Rafael Dochao Moreno sulle
Relazioni Euro-Mediterranee nell’Anno del Mediterraneo


Napoli, 17 marzo 2005

Presidente Capasso, signore e signori,

sono molto lieto di aver avuto l’opportunità di parlarvi delle Relazioni Euro-Mediterranee, specialmente in quest’anno del Decennale del Processo di Barcellona: l’Anno del Mediterraneo.

L’Unione Europea vuole sviluppare delle relazioni più strette con il Mediterraneo. Esso non è solo l’area strategicamente più importante per l’Europa, ma è anche il nostro vicino.
Abbiamo gli stessi legami geografici, storici, commerciali, migratori e culturali. Questi sono i motivi per cui abbiamo promosso la politica europea di vicinato (European Neighbourhood Policy). La politica di vicinato non sostituisce il Processo di Barcellona, ma lo rafforza. Essa è costruita sugli obiettivi e gli strumenti del Processo, in particolare sullo sviluppo delle relazioni bilaterali dell’UE con ogni partner.

Dobbiamo sfruttare queste opportunità e far diventare il 2005 “Anno del Mediterraneo” un anno di risultati sostanziali nelle relazioni Euro-Med. Vorrei farvi qualche esempio:

All’inizio di questo mese l’Assemblea Parlamentare Euro-Mediterranea si è riunita al Cairo. Il 20 aprile prossimo la “Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture” sarà ufficialmente presentata ad Alessandria, la città in cui risiede la sede centrale. Questa Fondazione diventerà lo strumento vitale per il dialogo tra i popoli del Mediterraneo.

A livello politico, all’inizio di aprile la Commissione rilascerà una Comunicazione contenente delle richieste specifiche. A maggio ci sarà una Conferenza Ministeriale (Barcellona VII) a Lussemburgo e alla fine dell’anno celebreremo il decimo anniversario della Dichiarazione di Barcellona con una serie di eventi, compreso un incontro di alto livello nella stessa città in cui è nato il partenariato.

Abbiamo due obiettivi principali:

Il primo è di aumentare l’impatto delle nostre politiche in modo da contribuire al buon esito della riforma, garantendo pace e stabilità nella regione.

Il secondo è di avvicinare il partenariato alle esigenze dei nostri cittadini. Il Processo di Barcellona è stato, grosso modo, un processo inter-governamentale. È molto tempo che ci chiediamo cosa il Partenariato può fare per andare incontro alle esigenze delle persone. In che modo possiamo affrontare con successo questioni come l’educazione, la disoccupazione, l’uguaglianza dei sessi, la democrazia, la libera circolazione delle persone, e i diritti degl’immigrati? Queste sono questioni che riguardano la vita di tutti i giorni dei nostri cittadini, e il nostro Partenariato dovrebbe occuparsene.

Permettetemi di esprimere alcuni pensieri sulle priorità degli anni a venire:

1. Bisognerebbe riflettere su come meglio utilizzare il Processo di Barcellona per contribuire al Processo di Pace in Medio Oriente e salvaguardare la pace una volta ottenuta. Bisognerebbe strutturare riforme politiche con i nostri partner e lavorare insieme a loro sugli aspetti pratici della lotta al terrorismo e della non proliferazione delle armi di distruzione di massa. L’UE ha un primato impressionante nella costruzione della democrazia, anche in quei paesi che oggi sono i nuovi Stati membri. Dobbiamo usare quest’esperienza per aiutare a costruire democrazie stabili nel Mediterraneo.

2. L’educazione è una questione d’importanza fondamentale per il futuro della regione. L’UE e i nostri partner dovrebbero aumentare i fondi a favore dell’educazione. Bisognerebbe stabilire una scadenza per sradicare l’analfabetismo e focalizzarsi sulla critica questione del miglioramento di qualità e dell’accesso all’educazione – specialmente per le ragazze. Insieme possiamo anche organizzare schemi per gemellaggio di studenti; migliorare la cooperazione per studi di alta formazione attraverso un nuovo programma di borse di studio; e promuovere lo studio dell’integrazione europea.

3. Nelle relazioni economiche e commerciali bisognerebbe riconfermare l’obiettivo del libero scambio per il 2010; approvare una road map con un programma per il libero commercio dei prodotti agriculturali e dei loro derivati; decidere per un programma di liberalizzazione dei servizi; accelerale il libero commercio Sud-Sud; usare la politica di vicinato per aiutare i partner a superare gli ostacoli negli investimenti; e organizzare un incontro con i Ministeri dei Trasporti per estendere le rotte commerciali al Mediterraneo con il supporto finanziario dell’EIB.

4. E per finire, sulla questione dell’immigrazione e dell’integrazione sociale, dobbiamo promuovere un approccio cooperativo comune per dirigere il movimento degli immigrati. Dobbiamo anche incrementare gli obiettivi del piano d’azione di vicinato europeo, compresa l’integrazione sociale degli immigrati.

Per concludere, celebrare Barcellona non deve essere soltanto la ricorrenza di una data, ma bisogna usare ogni opportunità come questa conferenza (in questa bellissima città mediterranea che è Napoli) per rafforzare la visibilità e il dialogo nel quadro delle relazioni euro-mediterranee.

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