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Programma Spettacoli & Performance:

TEATRO & DANZA

Alle ore 20 e 30, in Auditorium, Manon Avram e la compagnia francese K.O.com presentano “profil bas”. Né ballerina, né coreografa, la Avram si autodefinisce fotografa. Con questa pièce mette a confronto gli universi visivo e sonoro in cui nulla è fisso, definitivo. E´ il confronto tra la fotografia inerte e la danza in movimento, tra lo spettacolo visivo e quello vivente, tra pratiche artistiche diverse. E´ sempre il confronto ma in termini di conflitto. Alle ore 22, al palco Teatro e danza degli Ambulacri, con gli sloveni Mala Kline che presentano Campo de´ Fiori, un recitativo a solo sul conflitto nel mondo e nell´uomo. A seguire, da Napoli, Taverna Est + Damm Teatro presentano “Canta Simò”, studio per “’Omare”. ‘OMare è la storia di una piccola rivoluzione possibile. Saltimbanchi, musicisti, cantastorie, acrobati sono costretti ad una perpetua erranza per via delle continue richieste di documenti e permessi di soggiorno che li raggiungono ovunque provino a fermarsi. Il motivo per cui si sono uniti in questa compagnia viaggiante è quello di raggiungere il mare, la libertà. Arrivati al mare, dicono, non c´è più terra a cui appartenere, non c´è più terra da cui essere espulsi, in cui essere perseguitati. Questo è il loro primo progetto.

MUSICA

Alle ore 21 e 30, in Piazza d´Armi, i francesi Chamade Beat, la cui musica fluttua tra neo soul, hip-hop e drum’bass, in una miscela di strumenti dal vivo e suoni di musica elettronica. Il loro album dal vivo "Sweat Cinnamon & Chamade Beat" trae ispirazione quasi organica dalla musica soul. A seguire, da Lisbona, Monsieur Cochon, progetto aperto alla collaborazione tra musicisti con buone idee e che condividono concetti e gusti estetici identici, e gli Urban Glad gruppo nato nel 1996 a Siviglia, giunto ormai al suo terzo album che propone una miscela di “pop”dalle melodie energiche, ritmi vivaci, con testi sia in spagnolo che in inglese. Alle ore 22 e 30 i Sikter, una band di Sarajevo nata prima della guerra in Bosnia ed Erzegovina, all´ inizio degli anni 90. In questi anni ha cambiato diversi stili musicali. Il loro spettacolo, che combina soul, funk e rock´n´roll, è multimediale, accompagnato da proiezioni di video di artisti di Sarajevo. Il 1998 è l’anno del loro primo album "Now, Always, Never", il 2002 quello del secondo "Queen Of The Disco" e nel 2005 è uscito il terzo album "My Music". Hanno suonato con Vasco Rossi e Jovanotti come gruppo di supporto. Alle ore 24, presso il palco musica degli Ambulacri, i croati Labosh presentano Method of Dehumanization, un esperimento sonoro basato sulla tradizione europea del “giradischismo”. Questo progetto sperimentale si basa sullo sviluppo di una fonte nuova e inesauribile di ripetizione infinita della frase (loop) alla fine della registrazione di ciascun brano/disco fonografico, quale unità base di musica elettronica, manipolandola poi con i principali strumenti del DJ. Il loro lavoro è una provocazione sull’inflessibilità dei metodi attuali di tutela del diritto d’autore. Questo album è pubblicato secondo la licenza Creative Commons (“some rights rights reserved”) e rivela un metodo che può essere utilizzato da chiunque nell’industria della musica.

LETTERATURA

Ad aprire la rassegna di oggi alle ore 21.30, la torinese Francesca Valente che presenta degli estratti di poesie che fanno parte della raccolta L´ontano fatto re, scritta nell´ultimo anno. A seguire Kyriakos Margaritis (Nicosia, Cipro) presenta Sette racconti. Sette donne. Voglia d’amore, più o meno apparente; ora diretta, espressa in maniera corporea, ora indiretta, con finalità spirituali; o perfino sotto forma di rilascio morboso di emozioni adolescenziali represse. Tutti e sette i racconti sono stati scritti nella primavera del 2002, un periodo che sembra all’artista così distante da renderle i testi quasi alieni; o lei aliena rispetto ai testi. Anna Battista racconta di un suo personale viaggio verso la Mecca mentre Marcella Russano legge Inconsapevoli attraversamenti il cui forte elemento onirico elimina il contatto con la realtà delle cose.

IMMAGINI IN MOVIMENTO

Alle ore 22 e 30, in Auditorium, Bianca Scarfati si pone l´obbiettivo di reinterpretare il vecchio cinema muto in chiave moderna. La storia è ispirata dal romanzo ‘Ottaedro’ di Jiulo Cortazar. A seguire l´artista Jasa Mrevlje e il fotografo Marco Schievenin presentano un documentario in cui il personaggio prende forma sulla superficie della tela, un carattere che si è costruito ed è nato attraverso i tratti, i segni, e i colori del pennello. Patrick Rizzi realizza invece un video su un androide dalle fattezze antropomorfe di donna che vive la sua logorante esistenza imprigionata ad un macchinario che avrebbe dovuto smontarla e disattivarla in qualche secondo, ma in un passato indefinito, un cortocircuito ha causato e innescato un ciclico ed infinito ripetersi delle operazioni iniziali, gettando così l´androide in una sofferenza senza fine. Goran Cace presenta Shipyard Blues, un film nel quale si descrive una giornata nel cantiere navale di Spalato. Vi si presenta la difficile vita degli operai del cantiere, posti in un ambiente fatto di sudore, rumori e silenzi di macchine. Il cantiere è il loro universo, dove si perdono tra oggetti giganti, intrappolati nel loro stesso mondo, in attesa di una vita migliore. Altro mondo è quello in cui si perde Pablo, protagonista della storia narrata da Francisco Iborra Alonso. Pablo va a una festa organizzata dal suo migliore amico. Alla festa incontra Angela, la ragazza con gli occhi più belli che abbia mai visto. E’ così fortemente attratto dai suoi occhi che non può smettere di guardarli e ne resta intrappolato, fisicamente. Rinchiuso negli occhi di Angela, Pablo scopre un nuovo modo di guardare alle cose, attraverso le immagini proiettate nella sua retina: il mondo così come lo vede Angela. Chiude la rassegna di oggi Piero Messina con Stidda ca curri che in siciliano vuol dire ‘Stella che corre’, ed è la storia di un giovane pastore in fuga dalla furia del suo padrone, che incontra una famiglia che lo ospita per una notte. Ovvero una parabola che fa riflettere sul Destino.


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