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Caterina Arcidiacono
Vicepresidente Fondazione Mediterraneo


“Vorrei fare una riflessione sul lettore de Le Monde Diplomatique. Le Monde Diplomatique è un giornale che ha capacità di creare connessione perché dà voce a quello che la stampa quotidiana considera come gli spazi dell’emarginazione, dei social forum, dei global di attack e di tutto quello che nella stampa ufficiale rientra negli spaventi e nei terrorismi occidentali. E Le Monde Diplomatique dà voce in un dialogo e dà voce alle “inteligentie” del mondo che si interroga su dove stiamo andando e quindi è una funzione sociale di interconnessione fra spazi emarginati della società che trovano un riconoscimento, una riflessione, una crescita, e quindi un uscire dalla disperazione perché hai una voce di parole e di dialogo, ma è anche un grande passaggio intergenerazionale. Io devo dire che attraverso Le Monde Diplomatique riesci a dialogare tra generazioni e tra spazi illuminati di generazioni; una generazione di genitori intellettuali degli anni settanta che si è posta il problema di dove andiamo o cerchiamo di andare verso un mondo migliore, ha difficoltà a trovare strumenti di comunicazione con dei figli con i quali vuole condividere il dove andiamo oggi, e oggi per i giovani è un mondo senza futuro oggi è un mondo senza speranza, senza dialogo è un mondo che non c’è; noi avevamo il futuro di un mondo migliore, i ragazzi oggi non hanno la visione di un futuro, tant’è vero che finiscono tardi lo studio per non trovarsi incastrati in un universo sociale collettivo in cui non vogliono entrare, ma che non è neanche tanto accogliente. E Le Monde Diplomatique nell’affrontare i temi della dimensione locale, della dimensione globale, della dimensione sociale, della povertà e con intelligenza dei problemi dell’emarginazione nei gangli invisibili dell’organizzazione sociale, è uno strumento di lettura di dove siamo e se riusciamo a capire dove siamo forse, piano piano riusciremo a capire dove andiamo, e credo e sono molto onorata che il prof. Minissi abbia pensato a Le Monde Diplomatique perché credo che noi in realtà come fondazione abbiamo il compito di essere dentro tra la società civile e le istituzioni, di porci come elemento di cerniera, di dare parola nei linguaggi con cui le istituzioni riescono a darsi parola e credo che con Le Monde Diplomatique si apre una connessione e mi auguro che riusciremo a mettere in piedi delle iniziative anche con un mondo che in realtà si colloca ai margini, come esistono i kamikaze del mondo orientale esistono i senza speranza del mondo occidentale con i quali bisogna creare sinergie e a cui dare voce perché sono il nostro futuro, sono quelli che leggono ed entrano purtroppo nella disperazione e invece bisogna leggere per costruire, quindi credo che sia uno spazio molto ricco e sono grata che abbiamo pensato a questo piccolo riconoscimento. Grazie.”

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