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Mario Rosso
Amministratore Delegato ANSA


Poche parole e con l’occasione ringrazio già in anticipo per il premio ricevuto: ringrazio per il premio che a noi serve molto perché riconosce il grande sforzo che l’ANSA ha fatto in 18 mesi, abbiamo cominciato – dice giustamente Michele Capasso – assieme, abbiamo avuto alcuni sostenitori, abbiamo cominciato questa grande e nuova iniziativa non solo di un’Agenzia di stampa del Mediterraneo ma di una rete, di una community – poi sarò più chiaro – tra una certo scetticismo, una certa sfiducia nella cosa, siamo stati sostenuti da alcuni amici, alcuni sponsor e oggi dopo 18 mesi effettivamente è una grande realtà. Vorrei dire due parole su che cos’è perché se no forse si perde il senso più importante di questo. E’ un’Agenzia di Stampa che abbiamo fatto a Napoli, l’abbiamo fondata nuova: è un’agenzia che non si basa solo sulla produzione di un normale notiziario stampa ma abbiamo costruito in 18 mesi una community, siamo andati in giro per tutto il Mediterraneo e abbiamo fatto accordi con 17 paesi del Mediterraneo. Noi siamo una community di agenzie di stampa che si è messa assieme per lavorare e per produrre una informazione, un quadro del Mediterraneo più giusto, più completo, più serio, più trasparente, meno fanatico, meno “one sited” come si dice, e condiviso da tutti per dare al Mediterraneo, attraverso una infrastruttura informativa importante, la grande opportunità che fino ad adesso gli è mancata: quella di sentirsi una regione unica, quella di confrontarsi e di informare il mondo in modo condiviso, tutti assieme. In Ansamed nessuno vuole insegnare niente a nessun altro, non ci sono gli italiani che insegnano agli egiziani, quelli che insegnano agli altri, produciamo tutti assieme attraverso questa partnership un quadro del Mediterraneo trasparente, serio, onesto e giusto e questa è la cosa di cui siamo più fieri: questo essere riconosciuti; quindi ci vuole tecnica, ma ci vuole anche passione e la passione ha bisogno di aiuto, di sostegno ed è per questo che il premio è così gradito. Volevo poi dire una piccola cosa e poi passo al convegno di domani.
Quando Michele Capasso, che è un provocatore istintivo, ha citato all’inizio la frase che dice “ma cosa c’entra l’informazione con l’architettura?” Male! Purtroppo o per fortuna l’informazione centra con tutto, ed è per questo che Ansamed è così importante perché la buona informazione può salvare così come la cattiva informazione può uccidere e nessuno più di chi avete nel Mediterraneo lo sa questo, quindi attenzione a non sottovalutare gli aspetti buoni e quelli cattivi dell’informazione perché qualsiasi disegno, qualsiasi progetto, qualsiasi idea del Mediterraneo se non ha un’infrastruttura informativa adeguata, professionale, trasparente, intelligente è destinata a fallire e di fallimenti ne abbiamo visti in quantità enorme fino ad adesso. Domani noi cominciamo questo convegno grazie al sostegno di Carlo Gambalonga a Napoli, di Giulio Pecora e di tutti quelli che ci hanno aiutato, proprio qui a Napoli ed il tema è “Valore e valori dei Beni Culturali nel Mediterraneo” perché noi ci siamo detti: “adesso noi facciamo l’informazione nel Mediterraneo, però non basta, non basta rappresentarsi come qualcosa, bisogna sentirsi come una regione unica, bisogna sentirsi un Paese unico del Mediterraneo, e che cosa c’è di più importante, di più fondante che non la nostra storia, quindi abbiamo i Beni Culturali che sono la nostra storia comune, sono i nostri valori comuni ma sono - e questo è il tema che vorremo dibattere con tutti, ci saranno ovviamente professori, esperti, politici - ma specialmente una ricchezza perché il problema del Mediterraneo è un problema di identità cioè deve ritrovare se stesso come un paese unico, d’integrazione, deve imparare a riavvicinarsi tra i paesi, e di sviluppo economico se no non andiamo da nessuna parte. I beni culturali sono una ricchezza, una ricchezza straordinaria e allora dobbiamo riflettere assieme su come gestire assieme questo grandissimo patrimonio, il più grande patrimonio del mondo in assoluto, e farne un elemento di identità di integrazione e di sviluppo economico. Domani cercheremo di non essere noiosi, avremo molti esperti, ci saranno dei documentari, delle fotografie, non vogliamo essere noiosi ma nemmeno troppo colti, troppo sofisticati. Vogliamo parlare dei nostri paesi, del valore che hanno e di come fare tutti assieme per aprire un nuovo capitolo in questa storia così affascinante e così difficile della nostra regione mediterranea. Quindi grazie molto a tutti e spero che starete con noi domani, dopodomani e nella prossima fase della vita di Ansamed. Grazie.



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