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Paolo Pisciotta
Presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli


“ Rubo pochi attimi giusto per testimoniare ciò che mi lega a Fabrizio. Ringrazio Michele per questa follia che ci accomuna, sembriamo un po’ Guglielmo da Baskenville ed Erasmo da Rotterdam. Quando ci incontrammo ci venne quest’idea con Gravagnuolo, con il presidente della Fondazione di mettere insieme le sinergie con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo. Io ebbi l’onore di fare da apripista rispetto a questo rapporto e a dire il vero, nella qualità di amico, perché di fregio di essere amico di Michele, dopo un primo incontro la cosa andò “de plan”, visto i nostri rapporti ormai storici al di là di quella che è la Fondazione Annali e la Fondazione Laboratorio Mediterraneo. Nell’iniziare questo percorso ci premeva tenere all’interno degli annali dell’architettura un tema che era fondamentale, il tema del Mediterraneo, percui quale migliore occasione per parlare con Michele che ha messo il “seme” in questa città sul tema del Mediterraneo e che io ringrazio per averci affiancato in questa prima avventura, in quanto è il primo anno che abbiamo inaugurato ad ottobre questa manifestazione delle architetture delle città, ci auguriamo che vada avanti e come una slavina si accresca ogni anno e, strada facendo, pensammo di recuperare assieme a Michele questo premio del Mediterraneo sezione Architettura, un premio non ancora assegnato se non sbaglio, e quale migliore occasione di recuperarlo alla città di Napoli che è stata un po’ il baricentro sempre delle culture, delle etnie, della tolleranza nella diversità.
Oltretutto ho un rapporto astrale con Fabrizio, ricordo che uno dei miei primi giorni appena eletto Presidente nel ’97 fui invitato da una collega per inaugurare una mostra in quei dei Vergini, alla quale incontrai Fabrizio e subito mi affascinai di queste sue architetture che rappresentano la sintesi, la mediazione, la tolleranza delle culture. Proprio come nello spot della Bmw, è nelle cose difficili che si creano cose straordinarie e Fabrizio Carola è questo: nelle condizioni difficili determina questa straordinarietà dell’architettura. Sembra strano ma è questo, semplicemente questo. Mi piacerebbe che queste condizioni difficili qui nella nostra città, nel nostro territorio, diventassero ordinarie, cioè mi piacerebbe che le cose straordinarie nascessero da una ordinarietà come succede negli altri paesi; so che ha trovato più difficoltà qui che non lì a fare architettura, ed è vero. Mi auguro davvero che questa lezione di straordinarietà di Fabrizio, nelle condizioni difficili, possa qui determinare le condizioni ordinarie per fare cose straordinarie. Vi ringrazio.”


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