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Sintesi dell’intervento di Patrizia Toia
Sottosegretaria al Ministero degli Esteri



Nel suo intervento di apertura Patrizia Toia, ha sottolineato il ruolo avuto dalla Commissione Parità in tema di diritti delle donne e i risultati raggiunti in tale campo. In particolare ha messo in evidenza tre contributi significativi; il primo quello di “aver tolto dall’ombra la realtà del mondo femminile nelle grandi questioni internazionali”; il secondo quello di aver fatto emergere “il tema della valorizzazione, dell’esperienza, del contributo, della realtà delle donne nelle migrazioni italiane dei decenni passati e nella immigrazione di oggi in Italia”; il terzo lo sforzo che la Commissione sta facendo affinché “il tema della discussione tra universalità e diversità nei diritti umani con l’angolatura delle donne” sia “crocevia di tutti i temi fondamentali”. Al fine di dare “una dignità profonda” al tema “dei diritti della donna dentro il tema più generale dei diritti umani” che, ha affermato la Sottosegretaria, “non è più appannaggio degli appassionati della materia o degli esperti ma è diventata questione centrale nelle relazioni internazionali”, presso il Ministero degli esteri è stata costituita una direzione generale che porta il nome “Direzione delle Organizzazioni Internazionali e dei Diritti Umani”. A chiusura del suo intervento la Sottosegretaria si è impegnata a proseguire il lavoro istituzionale e della Commissione anche valorizzando le esperienze dei diversi Paesi partecipanti al Convegno.




Sintesi dell’intervento di Pia Locatelli
Commissione Nazionale Parità


“Le Mediterranee: diritti universali e culture diverse”



Pia Locatelli, dopo aver ha ripercorso il cammino fatto dalla Commissione Nazionale Parità in tema di diritti umani, ha sottolineato l’importanza del Convegno quale “occasione d’incontro per analizzare, valorizzare, suggerire iniziative per il rispetto e la promozione dei diritti umani delle donne dei Paesi del Mediterraneo”. Soffermandosi sulle ragioni che hanno indotto la Commissione ad organizzare il Convegno, Pia Locatelli ha affermato che esso “nasce dalla convinzione che le donne rappresentano un enorme potenziale di valori e risorse e che sono interlocutrici decisive per ogni processo di pace e sviluppo” e dalla “voglia di dare il nostro contributo affinché ‘lo spirito di Barcellona’ realizzi con concretezza gli impegni assunti dai governi” ed in particolare “quello di dare vita ad un partenariato euro-mediterraneo attraverso lo sviluppo della cooperazione economico-finanziaria e la valorizzazione della dimensione sociale, culturale ed umana”. Facendo riferimento alla coincidenza della data del Convegno con il 50° Anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Pia Locatelli ha rimarcato i grandi cambiamenti che ci sono stati in mezzo secolo; in particolare ne ha sottolineati due. Il primo “ha visto l’esperienza delle donne influenzare la produzione di strumenti di norme internazionali”, e a tal proposito ha citato la convenzione del ’79 per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Dichiarazione di Vienna sui diritti umani, in cui venne affermato che i diritti delle donne sono parte integrante ed indivisibile dei diritti umani, la Conferenza di Pechino, con il suo slogan “women’s right are human rights”. Il secondo “è un cambiamento di direzione” che ha portato la comunità internazionale a considerare l’avanzamento della condizione delle donne non più come uno “strumento per lo sviluppo economico o per migliorare la condizione della società nel suo complesso”. Alla fine del suo intervento Pia Locatelli avanza un percorso di ricerca sul quale procedere e che è il tema di fondo del Convegno: quello di far si “che i diritti umani universali e i diritti condizionati da i contesti delle tradizioni, delle culture, delle religioni, ecc., non siano idee antagoniste ed inconciliabili” ma risorse per “l’empowerement” delle donne.



Sintesi dell’intervento di Maria Paola Chiesa

Forum Internazionale delle Donne del Mediterraneo, UNESCO




L’intervento di Maria Paola Chiesa si è focalizzato in primo luogo sulla storia e l’attività del Forum Internazionale delle Donne del Mediterraneo che vide gli inizi nel 1992 a Valencia dove Silvia Fajarnes, organizzatrice del Congresso dal titolo “Donne creatrici e mediatrici di cultura mediterranea, quali i miti, quali i riti e quali le leggende” sognò la possibilità di incontrare le donne del Mediterraneo “a partire da quello che tutte le donne sognano: un futuro migliore per sé e per i propri figli”. “A partire dal ’92 le donne del Mediterraneo si diedero una metodologia d’incontro. Si decise di incontrarsi ogni due anni su un tema specifico lanciato da un incontro all’altro. Su tale tema si conducono ricerche specifiche nei singoli paesi del Mediterraneo per poi ritrovarsi per confrontare i risultati raggiunti. Inoltre ad ogni congresso, oltre alle specialiste del tema, vengono invitate donne leader e i singoli Paesi che firmano la Dichiarazione finale impegnandosi a lavorare nei propri Paesi per la realizzazione dei programmi decisi. Le Dichiarazioni diventano poi documenti ufficiali dell’UNESCO e vengono tenuti in conto per le politiche dell’Organizzazione”. Il Forum delle donne al momento vede la presenza di 18 Stati del Mediterraneo ed ha un Segretariato internazionale che, dal 1997, è stato trasferito da Valencia a Torino, presso il centro UNESCO. “L‘UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di educazione, scienza, cultura, comunicazione, ha una propria divisione” ha spiegato Maria Paola Chiesa, “che si occupa della donna e quindi il Forum ha trovato un valido appoggio”. A proposito dell’attività del Forum, partendo dall’incontro di Tunisi del ’95 sul tema “Il tempo delle donne” dove 250 persone provenienti da 18 paesi mediterranei “si sono scambiati i reciproci modelli di tempo, di occupazione e di modalità di impiego del tempo” Maria Paola Chiesa si è soffermata sull’ultima attività del Forum: il Congresso, tenutosi a Torino il 29-30-31 gennaio 1999, intitolato “Donne, scienze, biotecnologie, quale futuro per il Mediterraneo?” e che ha analizzato “quanto la scienza utilizzi le donne e quanto le donne utilizzano la scienza inconsapevolmente, e quanto la scienza decida al di sopra delle testa delle donne”. Fra i risultati di tale congresso Maria Paola Chiesa cita la proposta di “istituire dei corsi di volgarizzazione della scienza per tutte le animatrici dei centri rurali, di associazioni e di tute coloro che possono essere formatrici di formatori. Questi corsi partiranno dal 1999 con l’aiuto del Centro Internazionale di Formazione che ha sede a Torino, dell’UVOROSTE di Venezia e dell’UNESCO e saranno mirati ad agevolare lo scambio di persone del Nord e del Sud che vogliono comprendere che cosa la scienza sta facendo sulle nostre teste”.

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