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M.O.: LANGER, NESSUNA PACE POSSIBILE SENZA LA FINE DELL´OCCUPAZIONE

Roma, 17 mag. - (Aki) - ´´Non si può ottenere la pace con l´occupazione, dobbiamo ritirarci dai Territori ed essere pronti ad avere uno stato palestinese indipendente come vicino´´: a quasi 76 anni Felicia Langer - ebrea nata in Polonia nel 1930, emigrata in Russia per sfuggire ai nazisti e diventata quindi un noto avvocato per i diritti umani in Israele - non ha dubbi su quale sia la ´ricetta´ per mettere fine alla spirale di violenza che oppone i due popoli. Una certezza che le viene dai suoi 25 anni passati in prima linea in difesa dei diritti dei palestinesi, a cominciare da quelli che nel 1967, all´indomani della guerra dei Sei Giorni e dell´occupazione di Gaza e Cisgiordania, affollavano il suo ufficio. E lei, appena laureatasi in legge, decise di difenderli. Una scelta quasi obbligata, spiega la stessa Langer ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL, ´´quando nel 1967 ho visto le ingiustizie inflitte ai palestinesi dall´inizio dell´occupazione, ho capito che che quello era il mio posto per tentare di aiutarli´´. Il suo impegno non si esaurisce nelle aule di tribunale, la Langer scrive numerosi libri, parla alle conferenze, per ´´cercare di spiegare che la nostra gente ha bisogno della pace, ma questa non si può ottenere con l´occupazione, dobbiamo ritirarci dai territori e risolvere il problema dei rifugiati del 1948: in caso contrario, non ci sarà mai nessuna sicurezza, ma solo violenza e contro-violenza´´.
Per la Langer questo è un momento favorevole, ´´c´è un nuovo piano di pace arabo´´ avanzato dall´Arabia Saudita e sostenuto dai paesi arabi, che ´´offre l´instaurazione di rapporti diplomatici con Israele e il suo riconoscimento da parte dei palestinesi in cambio della creazione di uno stato palestinese in Gaza e Cisgiordania con Gerusalemme Est come sua capitale, compreso il ritiro dalle Alture del Golan che appartengono alla Siria´´. ´´E allora - afferma convinta l´attivista israeliana - potremo avere la pace, e questo a beneficio non solo di israeliani e palestinesi, ma anche dell´Europa e del mondo intero´´.
Per questo, continua lei, l´Europa non può restare a guardare, ma ´´deve convincere Israele che non c´è altra strada per arrivare alla pace, se non ritirandosi dai territori e applicando la soluzione ´due stati per due popoli´. E´ necessario fare pressioni affinché lo Stato ebraico cambi politica, perché al momento esiste una situazione asimmetrica, con i palestinesi e i paesi arabi che vogliono tale soluzione e gli israeliani che si tirano indietro, continuando ad occupare e colonizzare i Territori´´. Secondo la Langer, ´´è un dovere per la comunità internazionale, non si tratta di fare un favore ai palestinesi ma di rispettare il diritto internazionale´´. ´´Bisogna cambiare la situazione´´ che produce vittime da entrambe le parti, ´´ma sfortunatamente - riconosce l´avvocato - l´unica parte che non vuole il cambiamento è Israele, nonostante si parli così spesso di pace´´.
Nel 1990 - dopo aver ricevuto numerosi premi internazionali, fra cui il prestigioso ´Right Livelihood Award´, (il cosiddetto Nobel Alternativo) per il suo impegno a favore dei diritti dei palestinesi - la Langer ha chiuso l´ufficio e lasciato lo Stato ebraico ´´per protestare contro il sistema legale israeliano e la situazione in cui versavano i palestinesi: avevo capito di aver esaurito le mie possibilità come avvocato, non potevo fare di più, il sistema legale esistente non me lo permetteva´´. ´´Oggi - sottolinea lei - c´è una nuova generazione di avvocati, ho molti sostenitori, sfortunatamente non così tanti, ma ci sono, e continuano a combattere per un sistema migliore´´. E non sono soli: ´´Anch´io, in prima persona, continuo a combattere, scrivendo libri, articoli, cercando di spiegare alla gente la sofferenza dei palestinesi, parlando della possibilità di vivere e morire insieme, israeliani e palestinesi, dando a questi ultimi i loro diritti. A quasi 76 anni faccio del mio meglio, anche dalla Germania, per far sì che si arrivi alla pace´´.


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