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COMUNICATI STAMPA ANSAMED


RELIGIONE: NAPOLI;SIAMO ESPERTI NEL FARE GUERRE, NON LA PACE
(ANSAmed) - AVELLINO, 23 OTT - "Siamo diventati esperti nel fare le guerre, ma non nel fare la pacé. Lo ha detto lo scrittore israeliano Sami Michael, presidente di "Association of civil rights in Israel", intervenendo ad Avellino all´incontro promosso dalla Comunità di Sant´Egidio nell´ambito del convegno internazionale sul dialogo interreligioso, che si conclude oggi a Napoli. Michael si è confrontato sui temi della pace e del dialogo ("Siamo ancora molto lontani da una soluzione che possa soddisfare israeliani e palestinesi"), con i vescovi delle diocesi di Avellino, Ariano Irpino e Sant´Angelo dei Lombardi. "Ciò che complica le cose - ha poi aggiunto il professor Michael - è il fatto che questo conflitto è diventato un conflitto religioso fra l´Islam e l´ebraismo e, di riflesso, Gerusalemme (il tema scelto richiamava appunto "Gerusalemme, dramma e speranza per tutti", ndr) è diventata un punto di riferimento per molte organizzazioni terroristiche nel mondo che avendola presa a simbolo non sono interessate ad avere la pacé. Per l´esponente della cultura israeliana, "oggi, la situazione si può riassumere in quella del tutto o niente quando invece si dovrebbe comprendere che si muore insieme o si vive insieme". Il dialogo interreligioso può contribuire a moderare le posizioni in campo, grazie anche all´iniziativa della Comunità di Sant´Egidio, ma Michael ha notato con preoccupazione "la sparuta presenza a Napoli di interlocutori che rappresentano l´Islam moderato". Nel contempo, "é importantissimo ciò che fanno il Vaticano e le comunità cattoliche per risolvere questo conflitto, israeliani e arabi hanno bisogno di pressioni dall´esterno che riescano a farci sedere e parlare insieme. Da soli - ha concluso - non credo riusciremo a trovare una soluzione per la pace". (ANSAmed). 2007-10-23 11:36

RELIGIONE: LAUREA HONORIS CAUSA A PATRIARCA COSTANTINOPOLI
(ANSAmed) - NAPOLI, 23 OTT - Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha ricevuto stamani una laurea honoris causa all´Università L´Orientale di Napoli. La cerimonia è avvenuta nell´ultima giornata del convegno sul dialogo fra le religioni, intitolato ´Per un mondo senza violenza´, organizzato a Napoli dalla Comunità di Sant´Egidio, in concomitanza con la visita del papa nel capoluogo campano. Bartolomeo I aveva ricevuto ieri da monsignor Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi e Cava dei Tirreni, una parte delle reliquie dell´apostolo Sant´Andrea, venerato tanto dalla chiesa cristiana quanto dalla chiesa ortodossa. "Un avvenimento storico", lo ha definito Bartolomeo I. "Un importante passo in avanti verso quell´unità mai pienamente raggiunta", ha detto il vescovo Soricelli. In un Duomo di Amalfi gremito si era tenuta una preghiera comune. Il patriarca era stato anche insignito della cittadinanza onoraria della cittadina campana. Alla Stazione marittima di Napoli si tengono stamani gli ultimi seminari del convegno interreligioso, ai quali partecipano autorevoli esponenti delle principali confessioni religiose mondiali. Fra gli argomenti trattati, ci sono "Religioni tra guerra e pace", "Violenza diffusa: un interrogativo inquietante", "La civiltà del convivere". Nel pomeriggio, alle 17,30 i partecipanti al convegno si riuniranno in diversi luoghi di Napoli per pregare per la pace, per poi confluire alle 19 in piazza del Plebiscito, dove si terrà la cerimonia interreligiosa conclusiva. (ANSAmed). 2007-10-23 10:38

RELIGIONE: NAPOLI, S.SEDE RISPONDERA´ A LETTERA SAGGI ISLAM
(ANSAmed) - NAPOLI, 23 OTT - "Certamente si risponderà alla lettera". Lo ha detto il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso - a Napoli per il meeting interconfessionale per la pace organizzato dalla Comunità di Sant´Egidio -, a proposito di una possibile risposta della Santa Sede alla lettera inviata da 138 ´saggi´ islamici in cui si chiede una maggiore collaborazione tra Islam e cristianesimo. "E´ un segnale positivo che è stato lanciato verso i cristiani - ha detto Tauran alla Radio Vaticana -. C´é qualche novità, per esempio, quando si parla di Gesù: è presentato a partire da citazioni del Nuovo Testamento e non dal Corano". "E´ un testo non polemico - ha aggiunto il porporato -, ci sono tanti aspetti positivi. E poi c´é questa volontà di collaborare alla pace attraverso la religione: per esempio il testo dice che musulmani e cristiani assieme rappresentano il 55% della popolazione mondiale, e questo vuol dire che è un grande potenziale per contribuire alla pace nel mondo". "Certamente - ha concluso - questo patrimonio positivo contenuto in questo messaggio va raccolto". (ANSAmed). 2007-10-23 10:13

RELIGIONE: NAPOLI, A ANNAPOLIS ISRAELE HA OCCASIONE D´ORO
(ANSAmed) - NAPOLI, 23 OTT - "Israele ha davanti una occasione d´oro". Jamal Zakut, dell´Autorità Nazionale palestinese (Anp), lo ha detto ieri sera a Napoli al convegno interreligioso per la pace, al fianco del ministro dell´Interno di Israele, Meir Shitrit, e ha indicato come obiettivo Annapolis, dicendo:"Ci troviamo in un momento che ci permette di evitare che il conflitto degeneri in una guerra di religione". Secondo Zakut, "oggi come oggi, ebrei, palestinesi, cristiani e musulmani potrebbero vivere insieme". Sottolineando l´importanza di "trovare una soluzione pacifica" l´esponente palestinese ha ribadito che "negli ultimi sette anni la spirale della violenza non ha portato da nessuna parte. Ora tutti lo ammettono". "Israele ha davanti una occasione d´oro - ha aggiunto il rappresentante dell´Anp nel suo intervento - che dimostra il desiderio di pace di 21 paesi. La fortuna di Israele è di avere di fronte una leadership palestinese e un team per i negoziati fra i più pragmatici della storia". Strumenti di una possibile soluzione, sono, tra l´altro, "la road-map e gli sforzi della società civile". "Per la conferenza statunitense dobbiamo imparare dalla storia e individuare cosa vogliamo - ha concluso - I leader di Israele e Palestina sono stati eletti per portare i popoli verso la speranza e una vita pacifica e sicura. Israele ha inoltre interesse a risolvere il problema dei profughi. Ci vuole una soluzione accettabile per tutti". (ANSAmed) 2007-10-23 10:09

RELIGIONE: MEETING NAPOLI; MED, LA CONVIVENZA POSSIBILE
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - Da Belgrado ad Haifa, dalla Francia alla Macedonia, dove la religione finisce inevitabilmente per intrecciarsi alla politica ma anche alla vita quotidiana di tutti. E´ questo il breve excursus compiuto oggi durante il panel ´Mediterraneo: le religioni e il convivere´, svoltosi a Napoli nell´ambito della tre giorni ´Per un mondo senza volenza-religioni e culture in dialogo´. "La coabitazione nel Mediterraneo è un problema estremamente sensibile sia a sud che nei paesi europei che si affacciano sul bacino", spiega Jacques Huntziger, ambasciatore francese per molti anni in Israele ed attualmente esperto per il ministero degli esteri francese del dossier Kosovo. "Momenti di dialogo interreligioso come questo sono molto importanti anche perché il lavoro di coesione deve essere fatto prima a livello locale, ma poi portato nella condivisione di esperienze, anche per dare segnali forti all´opinione pubblica". E Huntziger ha riportato appunto l´esperienza francese: "Dove la coabitazione si porta avanti tenendo conto che l´Islam è ormai la seconda religione nel paese". Il dialogo tra religioni deve essere prima di tutto incentrato sulla "condivisione di termini e obiettivi", secondo Stanislav Hocevar, arcivescono cattolico di Serbia. "Questo incontro organizzato dalla comunità di Sant´Egidio ci offre la possibilità di fare una fotografia della situazione per trovare un terreno comune nell´azione. Penso a grandi temi come la giustizia sociale che per i cattolici è vista come riconcialiazione, mentre in altre religioni ha aspetti diversi". Un dialogo forte quello intessuto da Elias Chacour, arcivescovo dei greco Melchiti Cattolici in Israele e Shear-Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa. "Io sono un cristiano, nato palestinese, cittadini israeliano. Tutto ciò può sembrare una contraddizione ma non lo è perché per tutti noi qui seduti al tavolo la speranza ha il nome di salvezza e fede. Per questo abbiamo l´enorme resposabilità di insegnare ai nostri giovani le esperienze del passato e la possibilità di costruire un futuro di vita insieme", ha spiegato Chacour, tre volte nominato per il premio nobel per la pace. "L´ultima volta che ho incontrato Chacour è stato in occasione della festa per la fine del Ramadan, eravamo stati invitati da alcui amici musulmani di Haifa", ha raccontato Cohen, rabbino capo di Haifa. "La coesistenza può avvenire anche a Gerusalemme, dove cultura e religione avrebbero dovuto fare da collante in una città sacra per ebrei, musulmani e cristiani, invece di portare a conflitti". (ANSAmed). 2007-10-22 19:06

RELIGIONE: MEETING NAPOLI; SAMMAK, CORANO CONTRO VIOLENZA
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - Chi è un musulmano? Il Corano dice: "E´ colui che non fa del male a nessuno con le sue mani e con la sua lingua". E ancora: "Chi uccide un uomo innocente uccide tutta l´umanità". A citare i versetti per rispondere a una domanda sul terrorismo, è il consigliere politico del gran Muftì del Libano Mohammad Sammak. La sua presenza è centrale al seminario dedicato alle tre religioni monoteiste, a Napoli, in occasione del meeting interreligioso per la pace. Assediato dalle domande, tutte rivolte a lui, Sammak aggiunge:"Che vuol dire allora uccidere centinaia di persone? Questo non ha niente a che fare con l´Islam". Gli arriva una domanda anche sulla sharia: no, i musulmani non dovrebbero applicarla ai non musulmani, è la risposta. Al suo fianco ci sono il rabbino di Haifa Shear Yashuv Cohen, e il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell´unità dei cristiani Walter Kasper e l´arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Ci sono anche il teologo tedesco Joachim Gnilka, "che fu collega a Munster del professor Ratzinger"; e il cardinale di Bordeaux Jean Pierre Ricard. Si dibatte sulle sacre scritture che regolano la vita di ebrei, cristiani e musulmani. "Dio si è rivelato in momenti e luoghi storici diversi. Ma è uno, fedele a se stesso e agli uomini, nonostante i loro fallimenti e tradimenti. E´ l´interpretazione dei testi sacri che viene distorta e strumentalizzata", spiega una volta per tutte l´arcivescovo anglicano. "C´é qualcosa che non va se cristiani e musulmani usano la violenza rispetto alla loro esclusività", aggiunge. Anche se "la storia della comunità umana e di fede è una storia di disaccordo". "Le Sacre scritture sono però un argine alla violenza e alle rivalità - conclude - La parola di Dio chiama al pentimento e alla pace". Il cardinale Kasper sostiene però che "il corano non è considerato ispirato, ma dettato". "Può dare quindi - chiede - indicazioni ai musulmani su come vivere nel mondo che cambia, in quello di oggi?". La risposta di Sammak è che anche il Corano è stato rivelato. Sul tavolo si aggiungono altre questioni teologiche. Il mondo è stato creato in sei giorni: di fronte alle immagini della Bibbia ci si chiede: "Si può fare differenza fra il contenuto delle scritture, che vale sempre, e la forma storico letteraria?" "Questo - spiega Kasper - è il centro di molti contrasti della nostra epoca". E´ la volta del rabbino di Haifa: a 8 anni lui conosceva già la Bibbia a memoria, e a 10 vinse un concorso declamando il libro di Giobbe. "Ogni credente deve capire come creare un rapporto con Dio e questo è difficile. Le scritture hanno un ruolo centrale - dice - Se noi cerchiamo le nostre eredità comuni, smettiamo di essere gelosi gli uni degli altri. Riconosciamo che un solo Dio ci ha creato. E´ arrivato il tempo di smettere di competere e di voler cambiare l´altro. E di cercare di comprendere come dobbiamo comportarci". E nell´Islam? Il Corano mette al centro la dignità umana, spiega Sammak, la rivelazione per i musulmani parte da Abramo, non da Maometto: "Questo è l´errore". L´islam riconosce l´ebraismo e il cristianesimo e poi va avanti, "in una dimensione sempre plurale". "La scrittura è sacra, santa, permanente e assoluta: non ci giochiamo, non la riscriviamo. Tuttavia la comprensione è umana, e tutto quello che è umano può essere giusto o sbagliato - conclude - Quando alcuni musulmani non fanno differenza fra il testo sacro e la profana umana comprensione, lì sbagliano". (ANSAmed). 2007-10-22 18:43

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, UNA GUIDA RELIGIOSA PER ISLAM ***
(di Antonella Tarquini) (ANSAmed)- NAPOLI, 22 OTT - "Dobbiamo riunirci, trovare un centro, un luogo comune in cui dialogare, dobbiamo raggruppare l´Islam sotto un´unica guida religiosa, ci vuole qualcuno che compatti i musulmani". Ne è convinto Mohamed Amine Smaili, teologo marocchino docente all´università di Rabat, Imam di una delle principali moschee della città, tra i partecipanti all´incontro interreligioso ´Per un mondo senza violenza´ organizzato a Napoli dalla Comunità di Sant´Egidio. Una sorta di Papa dell´Islam, insomma, che parli con voce univoca ai credenti per sanare le differenze dottrinali, per dare più forza ad una religione di tolleranza e amore, ben lontana dagli eccessi e dalla violenza compiuta in nome di Allah. Violenza troppo spesso alimentata da Imam integralisti, ammette. Ma, dice ad ANSAmed, "sono del tutto contrario all´ipotesi di licenziarli, perché ciò significherebbe farne dei martiri, trasformarli in leaders, aumentando perciò il pericolo. Bisogna invece inquadrarli, educarli, formarli, far capire loro che il nemico non è l´altro". Riportarli quindi a parlare nelle loro prediche di fede, di amore, di preghiera. "La preghiera è fondamentale, è il collante delle religioni, la base del dialogo interreligioso", dice Smaili che ieri ha assistito "con profonda emozione" alla messa celebrata da Benedetto XVI a Napoli. "Pregare vuol dire anche vivere insieme lontano dalla politica che non deve entrare nella religione", afferma il teologo che ha aderito al progetto di Sant´Egidio dal 1992 e ne è entusiasta. "Sant´Egidio è la guardiana dello ´Spirito di Assisi´´, per la Comunità la pace nel mondo passa per la pace tra le religioni e la pace fra le religioni passa per la preghiera, che è l´ascolto del Libro sacro. Quando l´uomo capisce il tesoro della preghiera ritrova l´innocenza dell´infanzia e condivide il suo pane necessario con l´altro, chiunque esso sia: ebreo, cristiano o musulmano". "Il dialogo tra Islam e l´Europa sta diventando una realtà grazie alla società civile europea che ci tende la mano. Occorre che tutti - anche i giovani che non sanno nulla della storia - si rendano conto che tutti abbiamo sofferto delle guerre, sia in Europa sia nei paesi arabo-musulmani. La gente non vuole più guerre, ma purtroppo appena c´é un problema si dà la colpa ai musulmani, dimenticando che a spingere le guerre, anche quelle tra musulmani, sono coloro che ne traggono profitti economici". Il dialogo deve proseguire, perché "abbiamo bisogno degli europei, anche noi vogliamo capirli, non sono solo gli europei a voler capire noi". Smaili ha molta fiducia in Benedetto XVI, che, dice, "nel suo discorso ha dimostrato la grandezza del suo animo, correggendo l´episodio di Ratisbona perché ha parlato di rispetto dell´altro, del rispetto della differenza, e ha salutato tutti, musulmani, ebrei, cristiani ortodossi, evangelici...Sono certo che, uomo di fede, lavorerà nella direzione di Giovanni Paolo II". (ANSAmed). 2007-10-22 17:03

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, CONFERMA TENSIONE A TAVOLO PAPA
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - "C´é stata tensione" ieri al tavolo del Papa e dei leader religiosi durante il pranzo che ha inaugurato il "meeting delle religioni per la pace" a Napoli: lo ha confermato oggi l´esponente islamico Ezzedin Ibrahim, fondatore dell´Università degli Emirati Arabi Uniti, il quale ieri era tra i commensali d´onore insieme a Benedetto XVI. Alla domanda se vi è stato attrito con il rabbino capo di Israele, Yona Metzger, e il patriarca armeno libanese Aram I, il musulmano ha risposto "sì, c´é stata tensione, ma è stato lui ad avviare le polemiche". Poi, secondo sua la versione, è intervenuto come paciere il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, il quale ha invitato gli ospiti a discutere di questioni come Gaza, l´Iran, il Libano in altre sedi. "Mi è sembrato un consiglio molto saggio", ha commentato Ezzedin, aggiungendo: "avrei potuto essere molto polemico con Metzger, ma non sarebbe stato carino in quella situazione". Ezzedin è uno dei 138 saggi islamici autori della lettera al Papa per avviare maggiore collaborazione tra Islam e cristianesimo. "La discussione tra il rabbino capo Yona Metzger e me - ha spiegato Ezzedine Ibrahim , che ha riferito di essersi inserito nello scambio di battute tra l´israeliano e il patriarca armeno - è cominciata quando il rabbino ha fatto una o due domande su Gaza. Io ho detto che quella non era l´occasione adatta per rispondergli ma che non si dimenticasse che Gaza era nostra". A questo punto, continua Ibrahim "il cardinale Crescenzio Sepe è intervenuto che con grande saggezza affermando che questioni simili richiedono settimane per trovare risposte. Il Papa, invece, che nel tavolo era più distante da noi, non credo abbia sentito quello che stavamo dicendo". "Benedetto XVI - ha aggiunto Ibrahim - è un uomo molto saggio e calmo e quando l´ho informato dell´accaduto lui ha ascoltato con grande educazione quanto gli riferivo sullo scambio tra me e il rabbino e non ha fatto alcun commento. D´altronde non era nemmeno mia intenzione avere una sua risposta, volevo solo metterlo al corrente. Poi gli ho ricordato la lettera che 138 intellettuali musulmani hanno scritto di recente dal significativo titolo "Una parola comune tra noi e voi" ". "La conversazione tra me e il papa - ha proseguito - è andata avanti: ho portato la sua attenzione sul fatto che il dialogo tra cristiani e musulmani è iniziato tredici secoli fa proprio per iniziativa del Vaticano". Un dialogo , ha evidenziato Ibrahim, molto importante per i musulmani e "noi non vorremmo mai che il Vaticano cambiasse direzione di rotta diminuendo in qualche modo il dialogo interreligioso, significherebbe il diniego di un risultato storico". Ibrahim ha voluto sottolineare che "noi siamo per la pace e dobbiamo vivere insieme in pace. Non si può negare l´esistenza delle comunità cristiane come per esempio quella egiziana dove i cristiani erano presenti già prima dei musulmani. Inoltre, potrei citare molti passi del Corano dove esplicitamente si richiede la pace". Ferma da parte di Ibrahim è anche la condanna del terrorismo. Tuttavia, ha concluso "siamo sgomenti dalla violenza rivolta contro di noi in Afghanistan, Iraq e Palestina". (ANSAmed).
2007-10-22 16:01

RELIGIONE: MEETING´ NAPOLI, ´PREGHIERA FORZA DEL CREDENTE´
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - La preghiera avvicina l´uomo a Dio, è un modo per elevare il corpo dalla terra ed è pregando che i credenti dimostrano la propria fede. "La preghiera forza del credente" è il titolo di uno degli incontri che si è svolto nell´ambito della manifestazione per il dialogo tra le religioni, intitolato ´Per un mondo senza violenza´ organizzato dalla Comunità di Sant´Egidio a Napoli. La preghiera può avvicinare nelle diversità e ha lo stesso obiettivo qualunque sia la religione: dialogare con Dio, conversare. "Un tema al di sopra del mondo - ha detto Haleve Isak, rabbino capo di Turchia - che può avvicinare i cuori delle persone per il bene dell´umanità". Per Andon Merdani, vescovo ortodosso della Chiesa di Albania, la preghiera "rinforza il legame del credente con Dio". Bisogna essere "coscienti" che la preghiera è un fondamento della vita dei credenti, sostiene Serafim, metropolita ortodossa ed esprime "la relazione più autentica con Dio, che può essere raggiunto solo in questo modo". Per Salvatore Mendez, presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, pregare "dilata la presenza di Dio, dentro e fuori gli uomini di preghiera". La preghiera, dunque, unisce, rende tutti i credenti un solo corpo, una sola anima. "Un´unità - ha affermato il cardinale Ignace Moussa Daoud, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali - che ci permette di arrivare a Dio Padre".(ANSAmed). 2007-10-22 15:38

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, ´RISCHIO ANTISEMITISMO IMPORTATO´
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - La parola dialogo la conosce molto bene, ne è l´artefice giorno per giorno nel suo ruolo di guida della comunità ebraica in Turchia, composta da circa 22.000 fedeli, la maggior parte dei quali vive a Istanbul, città simbolo del ponte tra le culture europee e quelle mediorientali. Per Isak Haleve, rabbino capo di Turchia, il convegno "La preghiera forza del credente" tenuto questa mattina a Napoli nell´ambito della tre giorni "Per un mondo senza violenza - religioni e culture in dialogo" è quindi l´occasione anche per fare il punto sull´ebraismo di oggi in Turchia. "Gli ebrei che vivono oggi in Turchia sono eredi di una tradizione secolare - dice ad ANSAmed - ce ne sono tracce fin dagli ultimi anni del ´400 quando vennero stampate a Istanbul le prime copie dei libri della Torah. E in citta´ gli ebrei ebbero un ruolo fondamentale nel proteggere e diffondere la scrittura. Nel recente passato ovviamente anche in Turchia c´é chi ha voluto assimilare i conflitti tra ebrei e arabi ad un conflitto tra religione muslmana e ebraica, ma questo, e lo dirò sempre con forza, è un errore gravissimo". Haleve racconta quindi di una comunità ebraica ben integrata nel tessuto sociale turco, nonostante le paure europee di una "islamizzazione" del paese, soprattutto dopo la recente vittoria del partito di Erdogan e la conseguente elezione di Gul, un musulmano praticante, a presidente della Repubblica. "Noi gestiamo in Turchia con serenità le nostre scuole, le 19 sinagoghe, il nostro ospedale di Istanbul. Io stesso insegno l´ebraico nella facoltà islamica di Istanbul. I pericoli da cui dobbiamo guardarci arrivano dall´esterno: non possiamo dire che l´antisemitismo non esista, ma si tratta di un antisemitismo importato dall´estero e che ora corriamo il rischio che cresca, facendo proseliti tra i turchi e questo rischio va tenuto sotto controllo". Il rabbino di Istanbul si è poi soffermato sul ruolo che la preghiera può svolgere nell´avvicinare le religioni: "In passato il mondo ha vissuto molte guerre di religione, ma oggi i motivi per far le guerre non mancano ed è ingiusto che si etichettino come guerre di religione conflitti di altra natura. Oggi, invece, la religione ha il compito di avvicinare le persone che sembrano più distanti tra loro. La tecnica moderna ci permette con un computer di parlare e vedere una persona a migliaia di chilometri di distanza, ma le persone, paradossalmente, sono oggi più isolate che mai. Il compito della preghiera e del dialogo interreligioso è proprio quello di riavvicinarle". (ANSAmed). 2007-10-22 15:30

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, GRANDE RESPONSABILITA´ LEADERS
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - Preghiera e dialogo. O apertura al dialogo attraverso la preghiera. Un tema centrale nell´ambito della tre giorni "Per un mondo senza violenza - religioni e culture in dialogo", organizzato a Napoli dall´Arcidiocesi cittadina e dalla Comunità di Sant´Egidio. "E il fatto che cinque esponenti di altrettante religioni fossero oggi seduti allo stesso tavolo e abbiano parlato per due ore senza mai essere in disaccordo conferma il risultato molto positivo di questo incontro", afferma Mohammed Esslimani, teologo islamico e docente presso l´università della Mecca, in Arabia Saudita. Una sottolineatura che porta a parlare del ruolo delle leadership religiose, un argomento su cui il teologo saudita ricorda la recente polemica, a seguito del discorso del Papa a Ratisbona, tra la chiesa cattolica e l´islamismo: "Il momento di tensione seguito alle parole di Benedetto XVI in Germania è un esempio calzante della enorme responsabilità che i leader religiosi hanno nel veicolare messaggi di pace e dialogo ai fedeli, alle masse. E´ proprio per questo che le parole del Papa lasciarono spiazzati i leader religiosi islamici. Ora tutto è passato e la polemica è stata chiarita. Ieri ho stretto la mano al Pontefice dopo la messa a Napoli e gli ho detto che è dal 1986 che io lavoro perché attraverso la preghiera possa crescere il dialogo interreligioso, aggiungendo che è fondamentale come niente possa turbare la limpidezza del lavoro che tutti noi, musulmani, cristiani, ebrei facciamo in questo senso. Il sorriso del Papa e il suo cenno di assenso sono stati un chiaro messaggio della volontà di proseguire tutti insieme questo cammino". Esslimani sottolinea quindi, più in generale, l´importanza di momenti di scambio tra i leader di diverse religioni: "Eventi come quello di oggi sono fondamentali per approfondire il dialogo e guidarlo verso la strada della pace. La preghiera, in questo senso, può svolgere un ruolo notevole, nel riunire verso l´alto i fedeli di qualsiasi credo". (ANSAmed). 2007-10-22 15:22

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, IBRAHIM ELOGIA RUOLO SANT´EGIDIO
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - "Ero pessimista sulle possibilità di riuscita del dialogo interreligioso finché non ho conosciuto la comunità di Sant´Egidio". Ad esprimere apprezzamento per il lavoro ventennale di tessitura del dialogo tra esponenti di diverse religioni è l´islamico Ezzedine Ibrahim, fondatore dell´università degli Emirati arabi Uniti. L´apprezzamento di Ibrahim nasce dal fatto che "Sant´Egidio é una comunità - spiega - che non interferisce negli aspetti dottrinali e di fede, che sono certamente i più delicati considerato il grande numero di chiese e culti esistenti". Piuttosto la comunità romana secondo Ibrahim "orienta a ragione il dialogo sulla pace e si adopera concretamente per la soluzione dei problemi come ha fatto per esempio in Algeria e in Mozambico, solo per citarne alcuni. Dunque noi apprezziamo molto l´atteggiamento che contraddistingue Sant´Egidio". (ANSAmed). 2007-10-22 14:47

RELIGIONE: NAPOLI;TAURAN, E´ COMPITO CREDENTI COSTRUIRE PACE
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - "Compito dei seguaci di ogni religione è essere artefici di pace". In questo modo il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha sintetizzato lo spirito del seminario "Religioni in dialogo per un mondo senza violenza", che si è tenuto stamani a Napoli, alla Stazione Marittima, nell´ambito della tre giorni sul dialogo tra le religioni organizzata dalla Comunità di San´Egidio, in concomitanza con la visita nel capoluogo campano di Papa Benedetto XVI. Al seminario hanno partecipato rappresentanti delle principali religioni mondiali. Il cardinal Tauran, citando il Papa, ha detto che "la violenza può essere superata solo quando le si contrappone più amore, più bontà. Noi religiosi abbiamo il dovere di provvedere alla formazione dei credenti". Secondo il prelato, "si impone la collaborazione fra le fedi. Non dobbiamo essere concorrenti, ma partner nella costruzione dell´ umanità". "Il dialogo - ha proseguito Tauran - è un pellegrinaggio e un rischio: io accetto di mettere in questione non le mie convinzioni, ma il mio modo di incarnarle nella vita". Il professore turco dell´Università di Ankara, Mehmet Pacaci, ha ricordato come "nel medioevo i musulmani hanno vissuto per secoli in pace con le altre religioni. Questo è durato sino all´ avvento dei nazionalismi europei. Il Corano dà una prospettiva multiculturale. Scopo delle nazioni è conoscersi, non odiarsi. Alcuni dicono oggi che l´ Islam stia diventando un problema. In realtà la religiosità autentica può offrire soluzioni ai problemi delle società odierne". Il presidente del consiglio centrale dell´organizzazione islamica Muhaddadiyah dell´Indonesia, Din Syamsuddin, ha indicato quattro presupposti per il dialogo: "Puntare all´alleanza di civiltà invece che sullo scontro, condurre il dialogo in condizioni di eguaglianza, impegnare parallelamente i leader religiosi e politici e promuovere la democrazia". Per Oded Wiener, direttore generale del Gran Rabbinato di Israele, "il denominatore comune che unifica tutti noi è che c´é un´ unico Dio e che l´ uomo è creato a immagine di Dio". Secondo Wiener "la bellezza della melodia in una orchestra viene dalle voci differenti. Così la pace verrà da opinioni diverse. L´ unione degli opposti arricchisce la pace". Il professore cattolico dell´ Università Jean Moulin di Lione, Jean Dominique Durand, ha indicato due principi comuni a tutte le religioni, sui quali impostare il dialogo: "La dignità inalienabile dell´uomo e l´ unità fondamentale del genere umano. Sul tema della pace non c´é nulla da negoziare c´é tutto da condividere". Il segretario generale della Federazione Luterana Mondiale Ishmael Noko, ha spiegato che "le sacre scritture non danno basi per la violenza. ma per contribuire alla pace ogni confessione religiosa ha bisogno prima di dialogo al proprio interno, poi di relazionarsi con le iniziative delle altre fedi". "Possiamo pregare insieme? - si è chiesto Noko -. La risposta è sì. Preghiamo con formule diverse nello stesso luogo per gli stessi valori". "Se le religioni che portano pace nel cuore portano la guerra - ha detto l´ alto consigliere del buddhismo Tendai del Giappone, Gijun Sugitani - questo è opera dell´uomo, non di Dio". Il monaco ha usato una metafora per spiegare il suo concetto di dialogo interreligioso: "Non si deve discutere sulla bontà del té o del caffé ma sulla beatitudine che porta il berli. non si può dialogare sulle fedi, ma sulle pratiche di preghiera e azione". (ANSAmed). 2007-10-22 13:01

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, ISLAM SGOMENTO GUERRE AGGRESSIONE
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - L´Islam ribadisce il suo impegno per la pace "con le religioni mondiali, le nazioni, le razze, le culture", ma è "sgomento" per "il comportamento di alcune grandi potenze che continuano ad agire in modo aggressivo contro altri paesi". E´ il duro atto d´accusa, riferito alle guerre in Iraq e Afghanistan, sferrato alla sessione inaugurale del meeting interreligioso per la pace a Napoli, da Ezzedin Ibrahim, fondatore dell´Università degli Emirati Arabi Uniti. Ibrahim ha ripetuto l´adesione "del mondo musulmano alla causa della pace e a sostegno degli sforzi avviati da papa Giovanni Paolo II nell´ottobre 1986". "Al tempo stesso riconosciamo - ha aggiunto - che alcuni musulmani, singoli e gruppi, rispondendo a ingiustificate provocazioni in luoghi come l´Iraq, l´Afghanistan e a ingiusti rapporti in Palestina, hanno deviato e si sono macchiati di azioni violente". "Ma mai azioni isolate - ha proseguito - possono negare la posizione pacifica di un intero mondo di più di un miliardo di persone che vivono in più di 50 paesi di sei continenti". "Siamo sgomenti - ha detto Ibrahim, uno dei 138 ´saggi´ dell´Islam che hanno firmato la recente lettera a Benedetto XVI - del comportamento di alcune grandi potenze che continuano ad agire in modo aggressivo contro altri paesi servendosi dell´occupazione militare sotto pretesti falsi, dimostratisi poi infondati e costruiti ad arte, istigando guerre per procura, a seconda delle alleanze, come in Somalia, provocando cambiamenti di regime e interferenze dirette negli affari di altri paesi". Per Ibrahim "ci sono poi le doppie misure: il sostegno ad un dittatore in un paese e la deposizione di un altro in un altro paese, l´accumulo di mezzi di distruzione di massa in uno stato fantoccio e il negare ad altri paesi - ha aggiunto con riferimento alla questione nucleare in Iran - il legittimo e giustificato accesso alla ricerca per pacifiche cause di sviluppo". "Nonostante la nostra delusione - ha concluso l´esponente islamico, consulente presidenziale negli Emirati Arabi Uniti -,non verremo meno alla nostra intenzione di diffondere e sostenere la cultura di pace". (ANSAmed). 2007-10-22 11:28

RELIGIONE: MEETING NAPOLI; BATTIBECCO A TAVOLA DEL PAPA
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - A quanto ha riferito il rabbino capo di Israele, Yona Metzger, ieri c´é stato un battibecco tra i leader religiosi seduti a pranzo al tavolo del Papa: a scatenare le polemiche sarebbe stato un commento di uno dei patriarchi orientali, l´armeno Aram I, sulla passata guerra libanese, sull´aggressività di Israele, e sul pericolo per il futuro dei cristiani in Libano. Yona Metzger si è sentito punto nel vivo ed ha replicato ad alta voce: "Anche nella mia terra c´é un rischio per la gente. Ma se la paura ci fa restare zitti davanti a Stati come l´Iran che vogliono distruggere gli altri, non è un bene. Dobbiamo avere il coraggio di opporci". A quel punto, sulla tavolata, che doveva aprire simbolicamente il convegno delle religioni per la pace di San´Egidio, è calato il gelo. Per sdrammatizzare il momento di tensione, qualcuno è stato riferito da un´altra fonte -ha proposto ai due contendenti di approfondire la questione nel convegno ´Per un mondo senza violenza´ che si è aperto ieri nel capoluogo campano. In serata il rabbino è tornato sullo scambio di idee: "Aram I ha detto, rivolgendosi a me: il vostro futuro sarà il nostro futuro, perché noi siamo sulla stessa nave: se ci sono condizioni di pericolo per i cristiani, saranno in pericolo anche gli israeliani e gli ebrei. E il papa è stato completamente d´accordo". Il rabbino è tornato anche sulle preoccupazioni espresse dal leader armeno:"Ci ha detto che in Libano e in Siria i musulmani sono molto spaventati a causa della presenza degli hezbollah, che vogliono combattere. Aram I, che è un leader cristiano, ha detto che molta gente è molto spaventata per la situazione. In Libano non sanno come andranno le prossime elezioni, e chi saràil leader: se al potere andrà qualcuno che subisce l´influenza della Siria, la situazione sarà molto pericolosa per loro; se invece si tratterà di qualcuno di indipendente, potrà essere un vero leader libanese, e lo scenario sarà più sicuro per i cristiani". (ANSAmed). 2007-10-22 11:24

RELIGIONE: MEETING NAPOLI, RABBINO CAPO PER ONU DELLE FEDI
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - Istituire "le Nazioni Unite delle religioni", realtà "che farebbe da mediatore tra le religioni". E´ la proposta ribadita a Napoli, nel meeting interreligioso per la pace promosso dalla Comunità di Sant´Egidio, dal rabbino capo d´Israele, Yona Metzger. Questa Onu delle fedi "dovrebbe, in modo particolare, abbracciare i leader religiosi che hanno un´influenza profonda sulle loro congregazioni - ha detto Metzger- e, in modo particolare, facilitare il contatto tra paesi che non hanno relazioni diplomatiche tra di loro". "Se ci sediamo attorno un tavolo - ha proseguito - potremo conoscerci l´un l´altro, sicuramente le persone sarebbero sorprese nel sentire cose nuove, approcci nuovi, e sicuramente arriveremmo a soluzioni efficaci". Secondo Metzger, "la mancanza di contatti aumenta l´odio, la mancanza di comunicazione intensifica il conflitto. Ogni ponte che viene costruito porterà i cuori insieme". Per il rabbino capo d´Israele, "la maggior parte dei conflitti del mondo sono, se guardiamo all´essenza delle cose, alimentati dalla religione". "Lasciateci sedere insieme attorno ad un tavolo - è stato il suo appello - e non accontentarci soltanto degli avvenimenti diplomatici. Lasciateci essere gli ambasciatori dell´Onnipotente e sforzarci per costruire ponti e promuovere la pace, l´amore e la fede nel mondo". (ANSAmed). 2007-10-22 11:14

RELIGIONI: A NAPOLI FEDI UNITE CONTRO VIOLENZA
(ANSAmed) - NAPOLI, 22 OTT - Musulmani, ebrei, cristiani delle diverse confessioni, buddisti, induisti, shintoisti e zoroastriani sono riuniti per tre giorni a Napoli attorno allo stesso tavolo per costruire un mondo senza violenza, convinti che solo il dialogo delle religioni potrà contribuire a eliminare, o quanto meno a ridurre, la violenza nel mondo. Tra appelli per abbattere le distanze tra le fedi, tra proposte di istituire le "Nazioni Unite delle religioni", il Meeting interconfessionale "Per un mondo senza violenza", si é aperto ieri con la visita nel capoluogo partenopeo del papa Benedetto XVI che ha celebrato una messa solenne in Piazza del Plebiscito, davanti a 42 leader delle varie religioni. Per l´Islam, sono presenti tra gli altri i teologi Mohammed Esslimani, saudita, e Mohamed Amine Smaili, marocchino, il consigliere politico del gran Mufti del Libano Mohammad Sammak, la decana della facoltà di Shaaria e studi islamici del Qatar, Aisha Al Menn´ai, il fondatore dell´università degli Emirati arabi uniti, Ezzeddin Ibrahim. Per le chiese ortodosse e le antiche chiese orientali, c´é il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, l´arcivescovo di Cipro Chrysostomos II, il catholicos libanese Aram I, il vescovo Athanasios della chiesa ortodossa greca, il metropolita siro-ortodosso gregorios. In rappresentanza della religione ebraica, partecipano all´appuntamento il rabbino capo di Israele, Yona Metzger, il rabbino Israel Singer del World Jewish Congress, il rabbino capo di Turchia Itzhak Haleva. Papa Ratzinger incontrando le varie delegazioni ha sottolineato che "nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli". "Di fronte a un mondo lacerato da conflitti - ha aggiunto -, dove talora si giustifica la violenza in nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza. Al contrario, le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire una umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell´uomo". Nella sessione inaugurale dei lavori, al Teatro San Carlo, l´appello del Papa è stato fatto proprio dal premier italiano Romano Prodi secondo cui "solo dall´incontro e dal dialogo tra religioni e culture diverse è possibile ridurre il carico di violenza che opprime l´umanità. Per il mondo ortodosso è intervenuto il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che ricordando la "dichiarazione del Bosforo" ha ripetuto che "la guerra nel nome della religione è guerra contro la religione", mentre il rabbino capo d´Israele Yona Metzger ha proposto di istituire "le Nazioni Unite delle religioni". "La mancanza di contatti - ha osservato - aumenta l´odio, la mancanza di comunicazione intensifica il conflitto. Ogni ponte che viene costruito porterà i cuori insieme". A scuotere la platea è stato Ezzedin Ibrahim, fondatore dell´Università degli Emirati Arabi Uniti, uno dei 138 ´saggi´ dell´Islam firmatari della lettera a Benedetto XVI, che ha spiegato come il mondo musulmano ribadisca il suo impegno per la pace, ma come sia "sgomento" per "il comportamento di alcune grandi potenze che continuano ad agire in modo aggressivo contro altri paesi". Ibrahim ha pronunciato un duro atto d´accusa contro le guerre portate dall´Occidente e contro le "occupazioni militari sotto pretesti falsi, dimostratisi poi infondati e costruiti ad arte". E anche le "azioni violente" di "alcuni musulmani, singoli e gruppi", sono le risposte alle "ingiustificate provocazioni in luoghi come l´Iraq, l´Afghanistan e a ingiusti rapporti in Palestina". (ANSAmed).
2007-10-22 10:52

PAPA: A NAPOLI A VIGILIA DIALOGO INTERRELIGIOSO
(ANSAmed) - NAPOLI, 20 OTT - Il Papa a Napoli per dare nuovo impulso a quella speranza di riscatto che nel 1991 il Pontefice di allora, Giovanni Paolo II, portò a Scampia, terra martoriata dalla camorra e dal degrado. E´ stato l´arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, a spiegare il significato della isita pastorale a Napoli di Benedetto XVI, prevista per domani, llustrandone anche i numeri che faranno da cornice ad un evento che per la città rappresenta anche un´occasione di rilancio. "Il Papa - ha detto Sepe nel corso di un incontro con la stampa - viene a Napoli per confermare la fede, incoraggiare l´attività e l´azione pastorale che la Chiesa di Napoli sta svolgendo, e per dare nuovo slancio alla speranza che Giovanni Paolo II portò a Scampia nel 1991 e che è diventato motivo fondamentale di ciò che si vuole realizzare a Napoli, città che vive forti problematiche sociali" tra cui disoccupazione e precarietà. La visita del Papa a Napoli farà da importante prologo alla tre giorni dedicata al dialogo interreligioso organizzato dall´arcidiocesi della città con la Comunità di Sant´Egidio. All´evento intitolato ´Per un mondo senza violenza, religioni e culture in dialogo´ partecipano esponenti di tutte le religioni. "Napoli capitale del dialogo - sottolinea il cardinale - è una risposta anche a questa voglia della città di ripresentarsi sulla scena mondiale per quello che è veramente. Questa è la grande occasione per dimostrare che Napoli ha le potenzialità, le energie e la voglia di rendersi protagonista in campo culturale, sociale e religioso. Ce la possiamo fare".(ANSAmed). 2007-10-20 16:28



RELIGION: NAPLES, EXPERTS IN WAR, NOT PEACE, SAMI MICHAEL
(ANSAmed) - AVELLINO, OCTOBER 23 - "We have become experts in waging wars rather than in making peace," Israeli writer Sami Michael, president of the Association of Civil Rights in Israel, said in Avellino at the meeting promoted by the Community of Sant´Egidio within the international conference on interreligious dialogue, which ends today in Naples. Michael focused on the themes of peace and dialogue ("We are still very far from a solution that could satisfy both Israelis and Palestinians") with the bishops of the dioceses of Avellino, Ariano Irpino and Sant´Angelo dei Lombardi. "What complicates things is the fact that this conflict has become a religious conflict between Islam and Judaism, and as a consequence Jerusalem (the subject selected by him was called "Jerusalem, drama and hope for all") has become a point of reference for many terrorist organisations, which having taken the city as a symbol are not interested in having peace," professor Michael said. According to the Israeli writer, "today the situation can be resumed in a situation of everything or nothing while it should be clear that people either die together or live together". The interreligious dialogue can contribute to moderating the positions on the field thanks to the initiative of the Community of Sant´Egidio, but Michael marked with concern "the small presence in Naples of interlocutors representing the moderate Islam". Meanwhile "what the Vatican and the Catholic communities are doing for resolving the conflict is very important. Israelis and Arabs need pressure from abroad that will make them sit and talk together. I do not believe that we will be able to find a peaceful solution alone."(ANSAmed). 2007-10-23 12:22

RELIGION: NAPLES; VATICAN RESPONSE TO ISLAMIC SCHOLARS´ NOTE
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 23 - "There will be certainly a response to the letter," Cardinal Jean-Louis Tauran, president of the Pontifical Council for Interreligious Dialogue, who is in Naples for the interreligious conference for peace organised by the Community of Sant´Egidio, said in relation to an eventual response by the Holy See to a letter sent by the 138 Islamic scholars and calling for bigger collaboration between Islam and Christianity. "This is a positive signal launched to the Christians," Tauran told Radio Vatican. "There are some new points, for example, when referring to Jesus: he is presented starting with quotations from the New Testament rather than from Koran". "It is a non-polemic text," the cardinal added, " there are many positive aspects. And then, there is a willingness to collaborate for peace through religion: for instance, the text reads that Muslims and Christians together represent 55% of the world population and this means that there is a great potential for contributing to the world peace". "This positive legacy in the message is certainly understood," Tauran said. (ANSAmed). 2007-10-23 11:28

RELIGION: CONSTANTINOPLE PATRIARCH RECEIVES HONORARY DEGREE
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 23 - The Ecumenical Patriarch of Constantinople, Bartholomew I, received this morning an honorary degree at the Orientale University of Naples. The ceremony took place on the last day of the conference on dialogue between religions entitled "For a world without violence", organised in Naples by the Community of Sant´Egidio to conincide with the visit of the Pope to the capital of the Campania region. Yesterday, Bartholomew I received from Monsignor Orazio Soricelli, Archbishop of Amalfi and Cava dei Tirreni, part of the relics of Apostle St Andrew, revered both by the Catholic and Orthodox churches. "This is a historic event," Bartholomew I said. "It is an important step towards the unity that has never been fully achieved," Bishop Soricelli said. A joint prayer was held in the crowded Duomo of Amalfi. The patriarch also received honorary citizenship from the Campania town. The last seminars of the interreligious conference are being held at the Stazione Marittima in Naples this morning in the presence of influential representatives of the major religions in the world. "Religions between war and peace", "Widespread violence: a disturbing question", "Civilisation of coexistence" are some of the subjects that are being tackled. Later in the day, at 1730 local time, the participants in the conference will gather in various places in Naples to pray for peace before going to the Plebiscito Square, where the closing interreligious ceremony will be held at 1900. (ANSAmed). 2007-10-23 11:10

RELIGION: NAPLES; ISRAEL´S GOLDEN OPPORTUNITY, PNA LEADER
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 23 - "Israel has a golden opportunity," Jamal Zakut from the Palestinian National Authority (PNA) said yesterday in Naples during the interreligious conference for peace, sitting side by side with Israeli Interior Minister Meir Shitrit. Zakut pointed out Annapolis as objective saying: "We are in a moment that allows us to prevent the conflict from degenerating in a religious war." "Today, Jews, Palestinians, Christians and Muslims could live together," Zakut said. Pointing out the importance of "finding a peaceful solution", the Palestinian representative reiterated that "in the last seven years the spiral of violence has favoured none of the parties. Now everyone admits it." "Israel has a golden opportunity which demonstrates the desire for peace of 21 countries," the PNA representative said in his speech. "Israel is lucky to face one of the most pragmatic Palestinian leadership and negotiation team in history". The road map and the efforts of the civil society are among the instruments for finding an eventual solution to the crisis. "For the United States conference we must learn from history and decide what we want,´ he concluded. "The leaders of Israel and Palestine have been elected to lead their people towards hope and peaceful and secure life. Israel is also interested in resolving the problem with the refugees. A solution acceptable for all is needed." (ANSAmed). 2007-10-23 10:46

RELIGION: NAPLES MEETING; MED, LIVING TOGETHER IS POSSIBLE
(ANSAmed) - NAPLES, October 22 - From Belgrade to Haifa, from France to Macedonia, where religion inevitably ends up interlacing with politics but also with the everyday life of all. This is the short excursus made today during the panel "Mediterranean: Religions and Living Together", held in Naples as part of the three-day "For A World Without Violence-Religions and Cultures in Dialogue". "Cohabitation in the Mediterranean is an extremely sensitive problem both in the south and in the European countries on the basin," explains Jacques Huntziger, French ambassador to Israel for many years and currently expert at the French Foreign Ministry on the Kosovo issue. "Moments of inter-religions dialogue like this are very important also because the work on cohesion should be made first on the local level but then brought in sharing experience, also to give strong signals to the public opinion." And Huntziger reported the French experience: "Where cohabitation is brought forward keeping in mind that Islam is already the second religion in the country." Dialogue between religions should be first of all concentrated on the "sharing of terms and objectives", according to Stanislav Hocevar, Catholic Archbishop of Serbia. "This meeting organised by the community of Sant´Egidio offers us the possibility to take a picture of the situation to find a common ground for action. I think of great themes like social justice which is seen as reconciliation for Catholics, while it has different aspects in other religions." A strong dialogue is that was interwoven by Elias Chacour, Archbishop of Galilee of the Melkite Greek Catholic Church in Israel and Shear-Yashuv Cohen, Chief Rabbi of Hajfa. "I am Christian, born Palestinian, Israeli citizen. All that may seem a contradiction but it is not, because for all us seated here at the table hope has the name of salvation and faith. That is why we have the enormous possibility to teach the young people the experience of the past and the possibility to build a future of living together," explained Chacour, three times Nobel Peace Prize nominee. "The last time I met Chacour was for the feast for the end of Ramadan, we were invited by some Muslim friends in Haifa," Cohen, Haifàs Chief Rabbi said. "Co-existence can also happen in Jerusalem, where culture and religion would have to act as a bond in a city sacred for Jews, Muslims and Christians, instead of leading to conflicts." (ANSAmed). 2007-10-22 20:00

RELIGION: NAPLES MEETING, GREAT RESPONSIBILITY OF LEADERS
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - Prayer and dialogue. Or opening to dialogue through prayer. A central theme in the three-day meeting "For a world without violence "dialoguing religions and cultures", organised in Naples by the Archdioceses of the city and by the Community of Sant´Egidio. "And the fact that five exponents of as many religions were today seated at the same table and spoke for two hours without disagreeing once confirms the very positive result of this meeting," says Mohammed Esslimani, Islamic theologian at the University of Mecca, in Saudi Arabia. The statement leads to talking about the role of religious leaderships, a subject on which the Saudi theologian recalls the recent controversy between the Catholic Church and Islam, which followed a speech by the Pope in Regensburg: "The moment of tension which followed the words of Benedict XVI in Germany is a fitting example of the huge responsibility which the religious leaders have in conveying messages of peace and dialogue to the believers, the masses. It is for this reason that the Popés words left the Islamic religious leaders agog. Now, all is in the past and the controversy has been cleared up. Yesterday I shook the hand of the Pope after the Mass in Naples and I told him that it is since 1986 that I have been working so that, through prayer, the inter-religious dialogue might grow, and added that it is fundamental that nothing can disturb the clarity of the work which we all, Muslims, Christians, Jews, are doing in this sense. The Popés smile and his nod in assent were a clear message of the will to continue all together on this path." Esslimani thus underlines, in more general terms, the importance of moments of opinion exchanges among leaders of different religions: "Events such as today´s are fundamental in order to go deeper into dialogue, and point it towards the road of peace. Prayer, in this sense, can play a considerable role, in gathering the believers of all religions towards a higher purpose." (ANSAmed). 2007-10-22 17:20

RELIGION: NAPLES MEETING, A RELIGIOUS LEADER FOR ISLAM ***
(By Antonella Tarquini) (ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - "We have to unite, find a centre, a common place in which to dialogue, we have to group Islam under one religious leader, we need someone to consolidate the Muslims." This is the firm belief of Mohamed Amine Smaili, Moroccan theologian at the University of Rabat, imam of one of the main mosques of the city, one of the participants at the inter-religious meeting ´For A World Without Violence´ organised in Naples by the Community of Sant´Egidio. In other words, a kind of pope of Islam who would speak with an unambiguous voice to the faithful to heal the doctrinal differences, to give more strength to a religion of tolerance and love, well off from the excesses and violence carried out in the name of Allah. Violence too often fed by extremist imams, he admits. But, he tells ANSAmed, "I´m absolutely against the idea to sack them, because this would mean to make them martyrs, transform them into leaders, therefore increasing the danger. We need to organise them, educate them, train them, to understand that the enemy is not the other." Carrying them back, therefore, to speaking of faith, love, prayer in their preaches. "Prayer is fundamental, it is the glue of religions, the basis of inter-religious dialogue," said Smaili, who yesterday attended "with profound emotion" the mass celebrated by Pope Benedict XVI in Naples. "Praying also means living together away from politics, which should not enter in religion," affirms the theologian, who joined the project of Sant´Egidio in 1992 and is enthusiastic about it. "Sant´Egidio is the guardian of the ´Spirit of Assisi´, for the Community peace in the world passes through peace between religions and peace between religions passes through prayer, which is listening to the Sacred book. When a man understands the treasure of the prayer, he rediscovers the childhood innocence and shares his daily bread with the other, no matter who he is: Jew, Christian or Muslim." "Dialogue between Islam and Europe is becoming a reality thanks to the European civil society which has held out its hand to us. We all need - also the young, who do not know anything of history - to realise that we all have suffered wars, both in Europe and in the Arab-Muslim countries. People do not want wars anymore, but unfortunately whenever there is a problem, the Muslims are blamed, forgetting that those who trigger the wars, even those between Muslims, are those who obtain economic profits from them." Dialogue must continue, because "we need the Europeans, we also want to understand them, it is not only the Europeans who want to understand us". Smaili has much confidence in Pope Benedict XVI, who, he says, "in his speech showed the grandeur of his nature, correcting the episode of Regensburg because he spoke of respect of the other, respect of the differences, and greeted all, Muslims, Jews, Orthodox Christians, evangelicals...I am sure that, a man of faith, he will work in the direction of John Paul II". (ANSAmed). 2007-10-22 17:02

RELIGION: NAPLES MEETING, ´RISK OF IMPORTED ANTI-SEMITISM´
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - The word ´dialogue´ is very familiar to him, he uses it every day in his role as chief of the Jewish community in Turkey, which comprises some 22,000 devotees, the majority of whom live in Istanbul, the city symbol of the bridge between the European and Middle Eastern cultures. According to Isak Haleve, chief Rabbi in Turkey, the convention "The prayer, strength of the devotee", held this morning in Naples as part of the three-day meeting "For a world without violence - dialoguing religions and cultures", is also the opportunity to assess the situation of Judaism today in Turkey. "The Jews who live today in Turkey are the heirs of a century-old tradition," he tells ANSAmed, "there are traces which date back to the last years of the XV century, when in Istanbul the first copies of the books of Torah were printed. The Jews played a fundamental role in the city in protecting and spreading writing. In the recent past, obviously also in Turkey there were those who wanted to liken the conflicts between Jews and Arabs to a conflict between Jewish and Muslim religion, but this, I will always say it loud and clear, is a very serious mistake." Haleve then recounts of a well-integrated Jewish community in the Turkish society, despite the European fears of an "Islamisation" of the country, especially after the recent victory of Erdogan´s party and the subsequent election of Gul, a devoted Muslim, as President of the Republic. "We manage with tranquillity in Turkey our schools, the 19 synagogues, our hospital in Istanbul. I myself teach Hebrew at the Islamic faculty in Istanbul. The dangers which we have to watch for come from outside: we cannot say that anti-Semitism does not exist, but it is imported from abroad and we now risk that this anti-Semitism grows and gathers proselytes among the Turks. This risk must be kept under control." Istanbul´s Rabbi then spoke about the role that prayer can play in bringing religions closer: "In the past, the world saw many religious wars, but today the reasons to go to war are not lacking, and it is unfair to label as religious wars conflicts which have another nature. Today, on the contrary, religion has the task to bring closer the people who seem to be more distant from each other. Modern technology allows us to speak and see through a computer a person who is thousands of miles away, but people, paradoxically, are today more isolated than ever. The task of inter-religious dialogue and prayer is exactly to bring them closer to each other." (ANSAmed). 2007-10-22 16:54

RELIGION: NAPLES MEETING, ´THE PRAYER POWER OF THE BELIEVER´
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - Prayer draws man closer to God, it is a way to lift the body from the land and the believers show their faith by praying. "The Prayer Power of the Believer" is the title of one of the meetings held during the conference for dialogue between the religions, titled ´For a World Without Violence´, organised by the Community of Sant´Egidio in Naples. Prayer could draw people closer in their diversities and its objective is the same for any religion: to talk to God, to converse. "This is a theme beyond the world which could draw closer peoplés hearts for the common good," Haleve Isak, Chief Rabbi of Turkey, said. According to Andon Merdani, Orthodox bishop of the Albanian Church, prayer "strengthens the relation between the believer and the God". We need to be "aware" that prayer is a foundation of believers´ life, Serafim, an Orthodox metropolite, holds and adds that it expresses "the most authentic relation with God, which could be reached only in this way". According to Salvatore Mendez, president of Renewing in the Holy Spirit, prayer "broadens the presence of God, inside and outside the praying people". Therefore, prayer unites, makes all the believers one body, one soul. "A unity which allow us to go to God the Father," Cardinal Moussa Daoud, emeritus prefect of the Congregation for the Eastern Churches, said. (ANSAmed). 2007-10-22 16:31

RELIGION: NAPLES MEETING, IBRAHIM PRAISES SANT´EGIDIO´S ROLE
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - "I was pessimistic about the possibility to succeed with inter-religious dialogue, until I met the Community of Sant´Egidio." Thus Islamic Ezzedine Ibrahim, founder of the University of the United Arab Emirates, expressed appreciation for the twenty-year long work of intertwining dialogue among exponents of different religions. Ibrahim´s appreciation originates from the fact that "Sant´Egidio is a community," he explains, "that does not interfere with the doctrinal and belief aspects, which are surely the most delicate, considering the great number of existing churches and worships." Rather, the Roman community, according to Ibrahim, "rightly points the dialogue towards peace and works tangibly for the solution of problems, like it did for instance in Algeria and Mozambique, just to mention a few. Thus, we greatly appreciate the attitude which characterises Sant´Egidio." (ANSAmed). 2007-10-22 16:04

RELIGION: NAPLES MEETING; BELIEVERS MUST BUILD PEACE, TAURAN
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - "The task of the followers of any religion is to be the creators of peace." Thus Cardinal Jean Louis Tauran, president of the Pontifical Council for Inter-religious Dialogue, summarized the spirit of the workshop "Dialoguing religions for a world without violence", held this morning in Naples at the Maritime Station, as part of the three-day meeting on dialogue among religions organised by the Community of Sant´Egidio, at the same time as the visit of Pope Benedict XVI to the administrative centre of Campania region. The workshop was attended by representatives of the major world religions. Cardinal Tauran, quoting the Pope, said that "violence can be overcome only when we face it with more love, more goodness. We, the religious people, have the task of seeing to the education of the believers." In the opinion of the prelate, "the cooperation among the different religions is a must. We do not have to be competitors but partners in the building up of humanity". "The dialogue," Tauran continued, "is a pilgrimage and a risk: I accept to discuss not my convictions but my way to practice them in life." The Turkish Professor of Ankara University, Mehmet Pacaci, recalled how "in the Middle Ages, Muslims lived for centuries in peace with other religions. This lasted until the advent of European nationalisms. The Koran gives a multicultural perspective. The purpose of nations is to know each other and not to hate each other. Some say today that Islam is becoming a problem. Actually, true religiosity can offer solutions to the problems of the modern societies." The president of the central council of the Islamic organisation Muhaddadiyah in Indonesia, Din Syamsuddin, pointed out four conditions for dialogue: "Focusing on the alliance instead of on the clash of civilisations, conducting the dialogue under conditions of equality, engaging religious and political leaders in parallel, and promoting democracy." According to Oded Wiener, general director of the Great Rabbinate of Israel, "the common denominator which unites all of us is that there is only one God and that man is created in the image of God." According to Wiener, "the beauty of the melody in an orchestra comes from the different voices. In the same way, peace will come from different opinions. The union of opposites enriches peace." The Catholic Professor of the Jean Moulin University in Lyon, Jean Dominique Durand, pointed out two common principles to all religions, on which the dialogue can be based: "the inalienable dignity of man and the fundamental unity of humanity. On the topic of peace there is nothing to negotiate, everything can be shared." The secretary general of the World Lutheran Federation, Ishmael Noko, explained that "the Sacred Scriptures do not offer a basis for violence, but in order to contribute to peace, every religion needs first internal dialogue, and then to relate to the initiatives of other religions." "Can we pray together?" Noko asked himself. "The answer is yes. We pray with different formulas in the same place for the same values." "If the religions which bring peace to the heart, bring about war," said the high councillor of Tendai Buddhism from Japan, Gijun Sugitani, "this is man´s doing, not God´s doing." The monk used a metaphor to explain his concept of inter-religious dialogue: "One must not discuss the taste of tea or coffee, but the enjoyment which one feels when drinking them. We cannot dialogue on religions, but on the practices of prayer and action." (ANSAmed). 2007-10-22 14:18

RELIGION: NAPLES MEETING, ISLAM NOT ONLY EXTREMISM
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - We cannot "make the error of considering extremism as unambiguous expression of Islam": that, in fact, "would strengthen the militants themselves, who want to appear as the conscience of the entire Muslim world". This was the appeal launched at the inter-religious meeting for peace, organised in Naples by the Sant´Egidio community, by Archbishop Agostino Marchetto, Secretary of the Pontifical Council for Pastoral Care of Migrants, who spoke at one of the many round tables this morning, dedicated to "Europe, Immigration, Future". Marchetto underlined that the large presence of Muslims among immigrants today "makes people fear an ´invasion´ of Islam in our culture". "The complications of the recent and present history sharpened not a little the perception for many of a radical opposition or of an irremediable gap between the ´Christian world´ and the ´Islamic world,´´ he added. This "conflict", however, "often masks contents of other character (mainly economy and politics)", and "today is necessary more than ever to seek a calm, clear and quiet dialogue between the two religions, but without superficiality". The conclusion is that, if it is true that "some Islamic countries, thanks to their resources, support in fact militant movements, which come in the form of terrorism motivated by fanatic considerations (in which mix quotations from the Koran and expressions for vendetta for ´secular abuse of power suffered from the western colonisers and uses´´, still "we must not make the mistake of considering extremism as unambiguous expression of Islam", because in this way "we would strengthen the militants themselves". (ANSAmed). 2007-10-22 13:10

RELIGION: NAPLES MEETING, SQUABBLE AT PAPAL TABLE
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - A squabble yeserday between the religious leaders who dined with the Pope: what caused the polemic was a comment of one of the Eastern Patriarchs, Armenian Aram I, on the past Lebanese war, on Israel´s aggressiveness, and on the danger for the Christians in Lebanon, according to Chief Rabbi of Israel, Yona Metzger. Taking offence, Yona Metzger replied in a loud voice: "In my land there is risk for the people too. But if fear makes us be silent in front of states, such as Iran, which want to destroy the others, this is not good. We should have the courage to oppose". In this moment, a chill fell over the table, which had to open symbolically the conference of the religions for peace in San´Egidio. In order to make less dramatic the moment of tension, somebody proposed to the two rivals to deepen the question at the conference ´For a World Without Violence´ which opened yesterday in the capital city of Campania, another source announced. In the evening the Rabbi exchanged ideas again: "Aram I told me: your future will be our future, because we are on the same ship: if there are conditions for dangers for the Christians, Israelis and Jewish will also be in danger. And the Pope completely agreed". The Rabbi reminded the worrying expressed by the Armenian leader: "He told us that in Lebanon and in Syria the Muslims are very afraid due to the presence of Hezbollah´s militants who want to fight. Aram I, who is a Christian leader, said that many people are very afraid of the situation. In Lebanon people do not know what the result of the next elections will be, and who will be the leader: if somebody who is influenced by Syria take the power, the situation will be very dangerous for them; but if somebody independent take the power, he could be a real Lebanese leader, and the scenario will be more secure for the Christians". (ANSAmed). 2007-10-22 12:40

RELIGION: NAPLES MEETING, ISLAM DISMAY AT AGGRESSIVE WARS
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - Islam reiterates its commitment to peace "with the world religions, nations, races, cultures", but is "dismayed" by the "the behaviour of some great powers which continue to act in an aggressive way against other countries". This was the harsh accusation, in reference to the wars in Iraq and Afghanistan, delivered at the opening session of the inter-religious meeting for peace in Naples, by Ezzedin Ibrahim, founder of the University of the United Arab Emirates. Ibrahim repeated the joining "of the Muslim world to the peace cause and to support of the efforts launched by Pope John Paul II in October 1986". "At the same time we recognise, " he added, " that some Muslims, individuals and groups, responding to the unjustified provocations in places like Iraq, Afghanistan and the unfair relations in the Palestine, have deviated and stained their hands with violent actions." "But isolated actions can never deny the peaceful position of an entire world of more than one billion people who live in more than 50 countries on six continents," he continued. "We are dismayed," said Ibrahim, one of the 138 ´wise men´ of Islam who signed the recent letter to Benedict XVI, by the "the behaviour of some great powers which continue to act in an aggressive way against other countries, using military occupation under false pretexts, which later proved to be groundless and deliberately made, instigating wars by proxy, according to the alliances, like in Somalia, causing changes in regime and direct interference in the affairs of other countries." For Ibrahim, "there are the double standards: the support to a dictator in a country and the ousting of another in another country, the stockpile of weapons of mass destruction in a puppet state and denying other countries, " he added, referring to the nuclear question in Iran, "the legitimate and justified access to research for peaceful causes of development." "Despite outr disillusionment, we will not give up our intention to spread and support the culture of peace," concluded the Islamic representative, presidential advisor in the United Arab Emirates. (ANSAmed). 2007-10-22 12:32

RELIGION: NAPLES MEETING, RABBI CALLS FOR UN OF FAITH
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - Creating "the United Nations of religion", a reality that would "work as mediator between the religions". The proposal was reiterated by Israel´s chief rabbi Yona Metzger in Naples during the interreligious meeting for peace promoted by the Sant´Egidio Community. This UN of the faith "should particularly embrace the religious leaders who have profound influence on their congregations and facilitate the contact between countries which have no diplomatic relations between them," Metzger said. "If we sit at the same table we could get to know each other. Certainly the people will be surprised to hear new things, new approaches, and we will certainly reach to efficient solutions," he said. According to Metzger, "the lack of contacts increases hatred; the lack of communication intensifies the conflict. Any bridge that is being built will bring the hearts together". According to Israel´s chief rabbi, "most of the conflicts in the world, if we look in the heart of the things, are fuelled by religion". "Let us sit at the same table rather than be satisfied with only diplomatic events," he appealed. "Let us be the ambassadors of the Lord and make effort to build bridges and promote peace, love and faith in the world." (ANSAmed).
2007-10-22 12:28

RELIGION: FAITHS UNITED AGAINST VIOLENCE IN NAPLES
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 22 - Muslims, Jews, Christians of the various faiths, Buddhists, Hindu, Shintoists and Zoroastrians, all united for three days in Naples around the same table to build a world without violence, convinced that only dialogue between religions can contribute to eliminate - or at least reduce - violence in the world. Amid appeals to reduce the distances between faiths, amid proposals to set up the "United Nations of Religions", the Interconfessional Meeting "For A World Without Violence" opened yesterday with the visit in the main Parthenopian city of Pope Benedict XVI, who served a solemn mass of the Piazza del Plebiscito, before 42 leaders of various religions. Islam was represented by theologians Mohammed Esslimani, Saudi and Mohamed Amine Smaili, Moroccan, among others, the political advisor of Lebanon´s Grand Mufti, Mohammad Sammak, the dean of the Faculty of Sharia and Islamic Studies of Qatar, Aisha Al Menn´ai and the founder of the University of the United Arab Emirates, Ezzedin Ibrahim. The Orthodox churches and the oriental churches were represented by the Ecumenical Patriarch of Constantinople, Bartholomew I, the Archbishop of Cyprus Chrysostomos II, Lebanese Catholicos Aram I, Bishop Athanasios of the Greek Orthodox Church, Syrian-Orthodox Metropolite Gregorios. Delegates of the Jewish religion are the Chief Rabbi of Israel, Yona Metzger, rabbi Israel Singer of the World Jewish Congress, and the Chief Rabbi of Turkey, Itzhak Haleva. Meeting the various delegations, Pope Benedict XVI underlined that "in respect of the differences of the different religions, we are all called to work for peace and for an active commitment to promote reconciliation between populations". "Facing a world torn apart by conflicts," he added, "where sometimes violence is justified in the name of God, it is important to reiterate that religions can never become vehicles of hatred; never, invoking the name of God, one can justify evil and violence. On the contrary, religions can and have to offer precious resources to build a peaceful humanity, because they speak of peace in the heart of man." During the opening session of the works, at San Carlo Theatre, the appeal of the Pope was welcomed by Italian Prime Minister Romano Prodi according to whom "only from meeting and dialogue between different religions and cultures it is possible to reduce the load of violence which oppresses humanity". For the Orthodox world spoke the Patriarch of Constantinople Bartholomew I, who, highlighting the "Bosphorus Declaration", repeated that "war in the name of religion is against religion", while the Chief Rabbi of Israel, Yona Metzger proposed to set up "the United Nations of Religions". "The lack of contacts," he observed, "feeds hatred, the lack of communication intensifies conflict. Every bridge which is built will draw the hearts closer." The crowd was stirred by Ezzedin Ibrahim, founder of the University of the United Arab Emirates, one of the 138 ´wise men´ of Islam who signed the letter to Benedict XVI, who explained that the Muslim world reiterates its commitment to peace, but is "dismayed" about the "behaviour of some great powers which continue to act in an aggressive way against other countries". Ibrahim expressed a harsh accusation against the wars led by the West and against the "military occupation under false pretexts, which later proved to be groundless and deliberately made". And the "violent actions" of "some Muslims, individuals or groups", are the answers to the "unjustified provocations in places like Iraq, Afghanistan and to the unfair relations in the Palestine". (ANSAmed). 2007-10-22 11:56

RELIGION: THE POPE IN NAPLES ON INTER-RELIGIOUS DIALOGUE EVE
(ANSAmed) - NAPLES, OCTOBER 20 - Pope Benedict XVI in Naples to give a new boost to that hope of improvement that in 1991, his predecessor John Paul II brought to Scampia, a Naples´ district tormented by camorra and decay. Naples´ Archibishop Crescenzio Sepe explained today the meaning of tomorrow´s pastoral visit in Naples by Benedict XVI. "The Pope comes to Naples to confirm the faith encourage the pastoral activity that Naples´ Church is developing and to give a new impulse to the hope that John Paul II brought to Scampia in 1991, which became the main issue of what is needed to realize in Naples, a city which lives among tough social problems", among which unemployment and job insecurity. Popés visit to Naples will open a three days event on inter-religious dialogue organized by city¿s archdiocese and Comunita¿ di Sant´Egidio. Members of alla religions will attend the event titled, "For a world without violence: a dialogue of religions and cultures". "Naples as a capital for dialogue is an answer to the willing of the city that aims to come back on the international scene for what it really means. This is a great chance for Naples to show its powers, its energy and its willing to be protagonist in cultural, social and religious field. We can make it". 2007-10-20 16:58

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