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APPELLO DI NOA E GIL DOR PER LA PACE IN MEDIORIENTE


“Apriamo un dialogo tra le religioni”
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico stanno combattendo per la libertà.

I palestinesi combattono per “Libertà Fisica”. Il loro nemico storico, o demone, è il colonialismo che produce occupazione e sfruttamento.

Il popolo ebraico combatte per la Libertà Spirituale. Il suo demone è la persecuzione religiosa che ha prodotto l’antisemitismo ed il razzismo.

Ciascun popolo ha bisogno di “terra” per esercitare la propria libertà. Gli Ebrei, perché la ricerca della loro libertà religiosa dura da 2000 anni, segnati dell’esilio e dal loro annichilimento fisico, come nell’Olocausto.

Tutte le soluzioni, l’autonomia, il controllo di un governo straniero, l’assimilazione, il socialismo e i sogni di un “Nuovo Ordine Mondiale” che potevano garantire una coesistenza pacifica piena, sono falliti miseramente.

L’unica soluzione è stata il Sionismo, che ha significato un ritorno all’antica terra promessa, la Terra Sacra.

I palestinesi che hanno abitato questa terra per generazioni e che hanno vissuto molte occupazioni straniere, si augurano di liberarsi dalla minaccia di una nuova colonizzazione nella loro terra.

La Religione gioca un importantissimo ruolo per entrambe le parti.

La Bibbia è il libro di storia del popolo ebraico, la sua fede ed il fulcro della propria nazionalità.

Essa costituisce la base di ogni rivendicazione storica e religiosa nei confronti della terra protetta.

È importante insistere sulle differenze tra Giudaismo e Islam su questo punto.

Per i Palestinesi, la religione è delle più forti ragioni coagulanti del proprio nazionalismo. Essere custodi della Porta di Gerusalemme conferisce loro un ruolo importante all’interno del Mondo Arabo e Musulmano, ricevendone grande supporto e fratellanza. Significa anche un conforto spirituale e metafisico al cospetto della disperazione e delle avversità della loro vita quotidiana, arrivando qualche volta ad atti radicali di sacrificio e martirio (comuni anche al popolo ebraico in varie fasi della propria storia).

In ciascun caso i sentimenti religiosi, conducono spesso a presuntuose posizioni intransigenti e ad atteggiamenti di chiusura, che sono controproducenti per il dialogo.

La battaglia tra i due popoli, Palestinesi ed Ebraico, è resa ancor più complicata dalla battaglia interna a ciascun popolo con il proprio demone.

In questa battaglia non ci sono in maniera assoluta né torti né ragioni, né buoni e cattivi.

In sangue versato e gli enormi dolori inflitti ad entrambe le parti, costituiscono una ragione sufficiente per ricercare una soluzione pacifica a questo conflitto. La pace dovrebbe basarsi su compromesso, sul rimorso, sul perdono, sul reciproco rispetto e riconoscimento.

I principali organismi diplomatici coinvolti, hanno fatto del loro meglio, ma ancora una volta, nonostante i loro sforzi, il conflitto ha raggiunto di nuovo un punto cruciale, minacciando di trasformarsi in una sempre più grande tragedia.

Noi auspichiamo che i leader religiosi di tutto il mondo possano apportare un contributo sostanziale al raffreddamento di questa situazione esplosiva.

In una condizione di maggior calma sarà possibile ottenere una svolta nel processo di pace dando la possibilità alla diplomazia di lavorare in maniera più efficiente.

Siamo convinti che soltanto innescando questo circolo virtuoso si potranno, in ultima analisi rimarginare le cicatrici del passato, riportando la ragione ad una condizione di coesistenza pacifica. Vorremmo suggerire la creazione di un’organizzazione inter-confessionale simile alle Nazioni Unite, che potrebbe essere denominata Religioni Unite (“E.R. o You are”)

Siamo convinti che tale organizzazione dovrebbe avere la propria sede a Gerusalemme.

L’obiettivo sarebbe quello di fornire un’alternativa al fanatismo religioso, mettendo in rilievo quelle parti delle Sacre Scritture e le rispettive interpretazioni che auspicano la pace tra le Nazioni, condannando l’odio in nome di Dio.


Suggerimenti per tale scopo sono:

  • Ricercare il sostegno internazionale all’idea della creazione della U.R.


  • Reclutare personalità ed attivisti a sostegno di questo progetto, specialmente nel mondo religioso


  • Stilare la bozza di una Carta della U.R.


  • Ricerca di finanziamenti.




Come primo passo, considerata la situazione di emergenza nel Medio Oriente, ci appelliamo ad ogni singolo ledere religioso nel mondo, affinché si incoraggino i leader delle confessioni ebraica e musulmana ad incontrarsi per poter promulgare una dichiarazione congiunta che condanni la violenza in nome di Dio.

Inoltre ci appelliamo a Sua Santità Papa Giovanni II e al Dalai Lama che recentemente hanno visitato il Medio Oriente, affinché promuovano la riconciliazione e uniscano i loro sforzi a favore di tale iniziativa conferendo a questa la loro benedizione.



Noa e Gil Dor

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