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INAUGURAZIONE DELLA CATTEDRA PAUL VALERY DI STUDI MEDITERRANEI
UNIVERSITA´ DELLA CORSICA-CORTE

4 Aprile 2003



Allocuzione del Professor Nadir Aziza,
Segretario generale dell´Accademia del Mediterraneo,
Coordinatore della rete delle Cattedre di Studi Mediterranee



Signor Ministro,
Signor Presidente del Consiglio Esecutivo di Corsica,
Signor Ambasciatore,
Signor Presidente dell´università Pascal Paoli della Corsica,
Signori Presidenti delle Università,
Signor Console,
Cari colleghi,
Signore, Signori,

E´ il 22 ottobre 1999 che fu ufficialmente inaugurato, all´interno dell´Università Cadi Ayyad di Marrakech, la prima delle nostre cattedre di Studi Mediterranei: la Cattedra Averroès, che ricevette, un anno più tardi, il marchio di Cattedra UNESCO. E´ dunque con una particolare emozione che tengo a salutare il Ministro Omar Fassi Fihri che era, a partire da questa prima realizzazione, tra noi e che rinnova, oggi, con la sua presenza, il suo sostegno al nostro sforzo al servizio della cooperazione scientifica mediterranea.

Associo in questo omaggio il Signor Professor Ahmed Jebli, Presidente dell´Università Cadi Ayyad di Marrakech che non ha esitato a continuare a sostenere la Cattedra che il suo predecessore, il Professor Knidiri aveva contribuito a mettere in piedi.
Se la Cattedra Averroès resta incontestabilmente la maggiore della famiglia, la prima inter pares, devo sottolineare che il suo esempio fu rapidamente seguito.

Inizialmente dal Marocco stesso dove una Cattedra Ibn Batouta di Studi Mediterranei fu creata, nell´università Abdelmalek Essaadi di Tangeri-Tétouan grazie a l´impegno del suo Presidente il Professor Mustapha Bennouna di cui saluto la sua presenza tra noi.

Più tardi, emigrammo a Nord, sul limes del Mediterraneo, in una città il cui dinamismo è riconosciuto. E´ l´Università di Nantes che accoglie la nostra terza Cattedra di Studi Mediterranei battezzata dal suo titolare, il Prof. Jackie Pigeaud ugualmente tra noi, Cattedra Jaqchim du Belloy, illustre nativo dei dintorni della città e amante impenitente dell´Italia mediterranea.
Il periplo continua e ci fa oggi ammarare sulle coste insulari della bella Kallisté, nella capitale stessa dell´isola.

Vorrei ricordare tutti quelli che hanno lavorato a questa realizzazione: il Presidente Jean Baggioni, Presidente del Consiglio Esecutivo dell´Assemblea Territoriale della Corsica, il Signor Antoine Aiello, Presidente dell´Università della Corsica e mio amico Pascal Paoli, il Professor Jacques Orsoni di cui si apprezzano le competenze sul bacino del Mediterraneo e che fu l´artigiano di questa realizzazione.

Mi sia permesso di aggiungere, qui, una considerazione un po´ più personale dicendo quanto l´inaugurazione di questa Cattedra, in questo luogo, mi tocca e mi fa piacere. Sposato ad una nativa della Corsica, sono stato al partire dal primo giorno del mio incontro con l´isola, conquistato dal suo fascino e dall´ospitalità dei suoi abitanti.

Ho spezzato il pane con i contadini della pianura, bevuto alla coppa del vendemmiatore, condiviso la zuppa del padre e meditato lungamente i versi del poeta, originario dell´isola, del quale la Cattedra porta il nome:
Pazienza, Pazienza
Pazienza nell´azzurro
Ogni briciolo di silenzio
E´ la possibilità di un frutto maturo.

Il frutto dell´amicizia e dell´amore condiviso che ho incontrato in quest´isola.
Vorrei ugualmente ringraziare della sua presenza il Signor Ambasciatore Antonio Badini che costituisce, per noi, un grande incoraggiamento a continuare un’azione iniziata nel 1998, nel suo paese, l´Italia, con la creazione dell´Accademia del Mediterraneo, a Napoli.
Le sue alte funzioni all´interno del Ministero italiano degli Affari Esteri e al servizio del partenariato a livello europeo, fanno di lui un architetto che opera per la costruzione d uno spazio mediterraneo integrato.

Infine vorrei ricordare i nostri colleghi, Professori dell´Università della Corsica, gli studenti e l´insieme del pubblico che ci onora della sua amichevole presenza per questa inaugurazione ufficiale della Cattedra Paul Valéry di Studi mediterranei che l´Università Pascal Paoli accogli oggi, al suo interno.

Signore, Signori,
questa manifestazione si tiene in un contesto internazionale seriamente peggiorato per una guerra discussa e per la paura delle conseguenze giustamente temute.
L´utilità della nostra iniziativa, si trova ai miei occhi, decuplicata.

Entriamo nel terzo millennio nel "rumore e nella furia", nel fracasso della guerra e nell´impazzimento dei punti di riferimento.
Più le nostre coscienze s´allargano, più la nostra padronanza tecnica e scientifica si afferma e meno sembriamo capaci di metterli in armonia con i nostri comportamenti etici.
E´ che siamo minacciati da quello che si potrebbe chiamare "il paradosso di Giano".
L´ homo-sapiens mette al servizio delle passioni e degli istinti primitivi il suo doppio, l´homo-demens le potenze infinitamente distruttrici delle sue raffinatezze tecniche.
Invece di raggiungere la sua unità ontologica d´essere dotato di ragione, l´uomo sembra, in quest’alba crepuscolare del secolo e del millennio, voler rivendicare la sua lacerazione e divertirsi di queste due maschere antinomiche.

Pertanto "l´altra" mondializzazione, quella della nascita di una coscienza planetaria delle minacce e dei pericoli ai quali l´umanità, nel suo insieme, si trova messa a confronto ci indica chiaramente la sfida da raccogliere: superare il passaggio fino ad allora obbligato della violenza come unico mezzo di trasformazione storica dei rapporti tra gruppi sociali, Stati e Nazioni.

Un mondo dove si inaspriscono i confronti, il Mediterraneo è più che mai messo di fronte alla scelta tra due destini: diventare un muro che separa, per i recessi delle identità e gli antagonismi esacerbati o meglio un punto che ricongiunge per mezzo dell´accettazione dell´altro e la protezione in un avvenire solidale e compartecipe.

Per fare la scelta buona, appare necessario che il Mediterraneo si rinnovi con la lezione del passato.
L´illustre poeta di cui questa cattedra porta il nome, Paul Valery diceva che il "Mediterraneo fu inizialmente una macchina per fare la civiltà"
Tenerezza di un Mediterraneo per il suo spazio natale e d´elezione, si potrebbe pensare.

Allora interroghiamo una grande donna di lettere, nativa delle terre settentrionali dell´Europa e dei "paesi piatti". "Se l´umanità è destinata a sopravvivere, scriveva Marguerite Yourcenar à Jean Ballard nel 1946, la civilizzazione di domani come fu quella d´ieri sarà evidentemente costituita su gli argini delle grandi tradizioni umanistiche e classiche (mediterranee….). Io temo lo stesso che queste parole, un po´ restrittivamente geografiche, non alzino questa concezione al suo principale merito che è quello dell´universalità".

Può essere, in effetti, che al pensiero disgiuntivo, lineare, quantitativo che caratterizza l´approccio tecnicista e di mercato basato su una logica d´efficacia, di predicibilità e d´iper-specializzazione è tempo di sostituire, a mezzo di aggiungere un´altra forma d´approccio che farà della relazione e dello scambio il suo modo di pensare e di agire.

Questo non è né in seno ai recessi delle identità assassine, come le qualifica giustamente Amin Maalouf né nel conformismo cerimonioso d´una uniformizzazione "dalla base" che risiedono le chiavi d´un avvenire domato.

Il Mediterraneo aveva potuto, per tutta la sua lunga storia, superare i conflitti e le rotture per mezzo di un pensiero mediano che aveva saputo fare delle differenze una complementarietà e delle particolarità una sinergia.

´ forse in questo tratto che risiedono le voci di una saggezza che potrà, al di là dello spazio mediterraneo stricto sensu, spingere gli uomini di questo tempo perturbato a considerare un altro governo mondiale suddiviso secondo le istanze delle decisioni internazionali che s´occupano dei problemi vitali del pianeta: sradicamento della povertà e dell´analfabetismo, salute, cooperazione scientifica e tecnologica, dialogo interreligioso e interculturale e, naturalmente - in riferimento all´istituto che, nell´Università della Corsica, accogliamo - ambiente!

Attendendo che ci siano gli abbozzi di queste soluzioni d´insieme, continuiamo a lavorare modestamente con l´attenzione costante dell´artigiano, a intrecciare, come i fili d´un tessitore, la nostra esperienza e i nostri progetti nel quadro delle Cattedre di Studio mediterranee che, chicco su chicco, continuano a ingrandirsi per costituire il rosario della nostra speranza.

Lunga vita e grande successo alla Cattedra Paul Valéry di Studi mediterranei che prende oggi il suo volo e benvenute fin d´ora, a quelle che, presto vogliono nascere.

Vi ringrazio della Vostra attenzione.



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