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FONDAZIONE LABORATORIO MEDITERRANEO

Riaffermare il valore del partenariato attraverso la società civile

La Sfida di Palermo
di Michele Capasso, Presidente Fondazione Laboratorio Mediterraneo

Palermo, 4 giugno 1998. Ore 14:00, Sala stampa di Villa Igiea. Giornalisti, diplomatici, addetti ai lavori attendono le conclusioni della Conferenza euromediterranea di metà percorso. A presiedere la conferenza i ministri degli Esteri Lamberto Dini e Robin Cook (Gran Bretagna), ed è quest’ultimo a tracciare le conclusioni che, di seguito, si riportano in sintesi: “Questa riunione di Palermo è stata pensata come un evento supplementare e ad hoc, al di fuori del ciclo normale delle conferenze ministeriali. Per poter passare in rassegna i progressi raggiunti nel partenariato euromediterraneo dal suo inizio storico di Barcellona e per ridare un rinnovato impulso e preparare il terreno per la prossima conferenza ministeriale che si terrà a Stoccarda nell’aprile del ’99, abbiamo avuto un incontro in cui si è discusso dei tre capitoli del partenariato: pace e stabilità, area di libero scambio, ruolo della cultura e della Società Civile”. Ribadito il nostro impegno verso il partenariato e stabilite le priorità per il prossimo anno, si è parlato dei rapporti fra i partner euromediterranei e delle iniziative intraprese nell’interesse della pace, della stabilità e dello sviluppo nella regione; il sostegno che il Processo di Barcellona può dare al processo di pace mediorientale è stato riconosciuto da tutti così come il ruolo dell’unione. Il concetto di stabilità globale e lo sviluppo di una percezione comune dei fattori che contribuiscono a tale obiettivo porteranno alla formulazione di una carta per la pace e la stabilità. La grave minaccia che crea il terrorismo a molti degli obiettivi del processo rende necessario rafforzare le nostre operazioni per prevenirlo.
Per il capitolo economico e finanziario è essenziale la creazione di un’area di prosperità comune che contenga tre elementi importanti: creazione del commercio libero, riforme verso una transizione economica e azioni per incoraggiare gli investimenti privati. Un elemento centrale per raggiungere l’obiettivo di creare una zona di libero scambio euromediterraneo per il 2010 sono gli accordi di associazione individuale fra l’Unione e i singoli Paesi partner. Dalla Conferenza di La Valletta il primo accordo con la Tunisia è già entrato in vigore, e un ulteriore accordo è stato firmato con la Giordania.
I Paesi partner hanno espresso preoccupazioni per la durata necessaria per le procedure di ratifica nell’unione, e speriamo che ci siano progressi rapidi nei negoziati in corso con Egitto, Libano, Siria e Algeria: a tale fine è stato riconosciuto necessario un compromesso soddisfacente per tutti sull’agricoltura. E’ importante sviluppare una cooperazione e un’integrazione regionale e sub-regionale con la necessità di inserire anche il cumulo sulle regole d’origine. Per i processi di riforma collegati alla transizione economica abbiamo riconosciuto che le modalità di questa riforma possono variare, ma è un processo che deve essere sostenuto in modo continuo dall’Unione.
La recente riunione organizzata dalla Commissione ha aiutato a migliorare la comprensione del programma Meda, funzionante in modo soddisfacente a livello globale, indicando alcuni aspetti relativi alla sua applicazione e ribadendo che è necessario continuare gli sforzi per la sua realizzazione e per il dialogo costante con i partner mediterranei, fondamentali in tal senso.
Gli investimenti privati saranno determinanti per il successo del partenariato ed è stato riconosciuto il ruolo fondamentale della Banca Europea per gli Investimenti che sostiene lo sviluppo delle infrastrutture della regione e nei settori privato e finanziario. Inoltre, come si era detto a Barcellona, i negoziati sull’indebitamento vanno fatti nelle sedi adeguate, non nel partenariato. Ma tutti vogliamo includere il debito nel dialogo continuo sulle questioni economiche e finanziarie. Si è constatato il progresso raggiunto in campi quali il piano d’azione a breve e a medio termine per l’ambiente, il sistema d’informazione sull’acqua, il forum sull’energia: il prossimo ottobre in Austria ci sarà una riunione ministeriale sull’industria per arrivare ad un ulteriore progresso nella cooperazione industriale.
Per il partenariato nelle questioni sociali, culturali, umane, si è detto che il processo euromediterraneo deve essere accessibile soprattutto ai cittadini dei nostri paesi: la Società Civile deve assumere un ruolo chiave nel partenariato euromediterraneo, ecco perché abbiamo apprezzato la decisione della Commissione di rilanciare un programma di cooperazione decentrato. Bisogna consolidare la cooperazione culturale in programmi quadro più vasti come il patrimonio e l’audiovisivo e abbiamo anche raccomandato l’esito dell’incontro di Lussemburgo sull’istruzione, ribadendo la determinazione di lavorare per preparare una ministeriale sulla cultura in Grecia in settembre.In conclusione, abbiamo avuto una riunione molto costruttiva; il partenariato ed il lavoro che si sta facendo sono più accessibili, più visibili per i nostri cittadini e per il mondo in generale ed abbiamo gettato le basi per la III Conferenza ministeriale euromediterranea prevista a Stoccarda nell’aprile 1999. Penso che le fondamenta di oggi saranno determinanti per il successo che tutti vogliamo”. Le conclusioni di Cook dovrebbero lasciar ben sperare. Tuttavia il dialogo tra la Società Civile e le Istituzioni è ancora difficile: il muro della burocrazia appare insormontabile e non è accettabile che centinaia di organismi (Università, Città, Regioni, Centri di Ricerca etc.) vengano, il più delle volte, ignorati o abbandonati. Occorre chiarezza, assistenza e celerità nelle misure che l’UE ha predisposto per sostenere il partenariato euromediterraneo. E’ una risposta che la Società Civile attende e pretende con fermezza. Non dovrà essere più consentito ad alcuno sprecare tempo, risorse e speranze.



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