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Averroè : un esempio per il nostro tempo


di Nullo Minissi


Signore e Signori,

l’attualità di Averroè può essere considerata in diversi modi e nelle tavole rotonde presiedute dai nostri due illustri colleghi, come in quella diretta da uno scrittore e giornalista di chiara fama, si evidenzieranno nuovi punti di vista e ci saranno delle discussioni molto chiarificatrici. Da parte mia, vorrei semplicemente spiegarvi perché e con quale spirito la Fondazione Laboratorio Mediterraneo partecipa a questa celebrazione.

C’è una costante nelle civiltà mediterranee. Fin dall’inizio sono state delle culture sincretiche. In Asia Minore, Sumeri, Semitici e Indo-europei sono stati legati quasi da una stessa scrittura e da scambi molteplici estesi anche ai popoli del Levante, fino all’Egitto. In Egitto, a parte il fatto che il regno era doppio, il Nilo non ha trasportato solo acqua e fango e noi abbiamo ancora delle lettere divertenti che sono testimonianza dei rapporti dei Faraoni con Creta.
La civiltà ellenica è stata originale, ma non autoctona. L’influenza dell’Asia Minore non è più da dimostrare dopo Curzio, essa è iscritta perfino nei nomi degli Dei; e il contributo dell’Africa non è stato frutto della leggenda, anche se non lo si deve considerare nel senso dato da Martin Bernal, poiché la sua opera, Athéna Noire (Black Athena), presenta molte affermazioni non giustificate. E quando, molto tempo fa, ho tenuto un corso sull’etimologia di kérberos, mi sono reso conto che anche la Grecia era aperta alle culture del Nord-Est.

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