IL DENARO

15/11/2005

 

Latino e greco in pericolo di estinzione

 

Di Fabrizio Coscia

 

Gettare le basi di un’antidichiarazione di Bologna. È questo uno degli obiettivi della conferenza internazionale «Le culture classiche: eredità e innovazione nelle culture moderne del Grande Mediterraneo», organizzato dalla Fondazione Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Anna Lindh, che ha riunito, ieri e l’altro ieri a Napoli i massimi studiosi euromediterranei (con un’importante rappresentanza dell’area orientale). Quale futuro per il passato, nella costruzione dell’Europa unita? Il grido di allarme è stato lanciato in risposta alla generalizzata e progressiva esautorazione delle discipline classiche nei sistemi d’istruzione europei, avallata di fatto dallo stesso processo di Bologna (voluto dall’Unione Europea per la costruzione di uno Spazio europeo dell’istruzione superiore entro il 2010). Davvero, dunque, il destino del latino e del greco nelle nostre Università sarà quello della cancellazione definitiva, come sembrano intenzionati a fare gli Usa, dove quest’anno si è cominciato ad abolire i «Degree programs in classics», con la motivazione ufficiale che «non rendono» e non «servono a niente», come ha sostenuto durante la conferenza Nullo Minissi, direttore scientifico della Fondazione Mediterraneo? «Tagliare la cultura classica è come tagliare le radici di un albero pensando che non servano perché sono sottoterra e non si vedono - ha risposto Sergio Donadoni (nella foto), professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma e accademico dei Lincei, decano degli egittologi italiani - Calcolare soltanto i frutti, senza la pianta è tra l’altro un atteggiamento molto ingenuo. Non c’è niente di più antieconomico, infatti, che puntare solo sull’economia. La cultura classica serve a farci rendere conto dove si è nella storia. Le città, i linguaggi, tutto ciò che ci circonda viene da lì. È la capacità dell’uomo di avere il senso del passato». Ma come rendere la cultura classica appetibile per i giovani che devono scegliere il loro percorso di studi? «Basterebbe raccontarla, semplicemente» risponde Donadoni «Magari cominciando dall’Odissea, che io considero un meraviglioso libro per l’infanzia. L’importante è stare dentro la cultura classica con naturalezza, liberandola dalla sua aura di inaccessibilità. La sua ricchezza è tale che basta presentarla per quello che è».