IL DENARO
15/12/2005

Le donne portano un messaggio di pace

Un acceso dibattito su donne politica e società si è svolto a Montecarlo in occasione del Forum euromed con Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, Tokia Saifi, membro francese del Parlamento europeo, Ioulia Tymoshenko, ex primo ministro della Ucraina, Salomè Zourabishvili, ex ministro degli esteri della Georgia e Caterina Arcidiacono, vice presidente della Fondazione Mediterraneo.
“E’ un insolita tavola di discussione - afferma Caterina Arcidiacono della Fondazione Mediterraneo - con una scena gestita da donne protagoniste dei propri Paesi, che non deve far dimenticare la realtà di subordinazione ed esclusione delle donne che attraversa trasversalmente l’intero globo - afferma Caterina Arcidiacono della Fondazione Mediterraneo”.
Shirin Ebadi ricorda che le donne in Iran sono inferiori. “L’eguaglianza tra uomini e donne è contro la vecchia cultura del mio Paese - dice Ebadi - dove non ci sono democrazia e diritti delle donne. Essere consapevoli della cultura di un altro è importante. La giustizia sociale e la democrazia sono alla base del dialogo. Il silenzio tra culture non è pace e lo sviluppo umano è democrazia e benessere. Senza democrazia non si può avere benessere e rispetto della libertà umana. Come fare con tutte le donne umiliate da una cultura patriarcale? Non hanno appreso l’autostima e come possono insegnare ai bambini il rispetto dell’ altro? C’è troppo abuso ingiustificato verso le donne e in una cultura patriarcale le donne trasmettono ai figli i loro problemi. Questo è quanto le donne devono combattere e di cui tutti dobbiamo essere consapevoli - conclude il premio Nobel per la pace - ”.
L’intervento riprende puntualizzando che “la democrazia non è un regalo ad un Paese, non capita da sola, ma si costruisce con il tempo”. Non è con le “bombe umane” o le mine antiuomo che si diffonde. In Iran vi sono donne maltrattate da una cultura antica che non crede e non vuole la parità tra uomo e donna. Imporre un regime religioso, promettere a tutti il Paradiso è cosa umiliante: un Paradiso imposto è peggio dell’inferno. La globalizzazione ha globalizzato la pace e le guerre. Non si può tacere e restare inattivi.”
Le voci della subordinazione repressiva, delle donne risorse della democrazia insieme alla dura consapevolezza del percorso ancora da fare si intrecciano. Ioulia Tymoshenko e Salomé Zourabishvili descrivono il ruolo propulsivo delle donne, motore di trasformazione sociale negli ex paesi dell’Est. In partcolare la Zourabishvili afferma: “Il post- sovietismo, post autoritarismo e post repressivo ha cambiato il ruolo della politica e delle donne. La politica ha creato molti cambiamenti: la rivoluzione ha aperto opportunità. Tuttavia, laddove c’è richiesta di politica corretta, le donne sono più determinate e tenaci nel combattere per fare la politica meno cinica. Le donne in politica sono “very tough”: resistenti e tenaci con il cuore e il senso della certezza. Le donne devono cambiare la società e rendere la politica meno cinica. Le donne seguono i principi e non i compromessi , quando questi comportano il tradimento dei principi. Nel mio Paese, dopo la dittatura comunista, sono le donne a costruire la pace ed il progresso per tutti”. Caterina Arcidiacono le fa eco riportando il documento approvato a margine della conferenza di Barcellona da donne e rappresentanti di Organismi non governativi della Società civile dei 35 Paesi dove, sono evidenziati i problemi irrisolti del partenariato euromediterraneo e come si sia purtroppo lontani dal raggiungere una effettiva parità tra uomini e donne nella sfera pubblica e privata.
Il prossimo seminario, organizzato a Napoli dal 17 al 20 dicembre dalla Fondazione Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Anna Lindh, vedrà la partecipazione di giovani donne e uomini dei 35 paesi euromed e dei Paesi arabi e sarà anch’esso un tassello per il superamento degli stereotipi sociali che imprigionano le giovani donne delle due rive.