IL MATTINO

16/11/2005

 

Zigante & Cannavacciuolo, un oratorio di pace e speranza

 

L’«Oratorio di speranza», composto da Filippo Zigante su versi di Angelo Cannavacciuolo e presentato al Mediterraneo, in prima assoluta, nell'ambito della stagione promossa dall'Ancem, si pone sin dal titolo quale omaggio ad una tradizione espressiva di sapore antico. Tristemente attuale, invece, è il tema posto al centro della vicenda, il conflitto israelo-palestinese, visto attraverso gli occhi di due genitori cui la guerra ha strappato i figli. Non a caso, il sindaco Iervolino, nell’introdurre la serata, si è soffermata sul ruolo sociale della musica. Susanna Pescetti dirige i Solisti di Napoli, Lina Sastri (nella foto) e Nello Mascia danno voce all’anima teatrale dei due protagonisti, la Madre palestinese ed il Padre israeliano che trovano, invece, in Orit Gabriel e Claudio Di Segni i due interpreti-cantanti. Ad Adriana Morra e Giuseppe Naviglio il ruolo di narratori, Franco Pareti dirige il coro Mysterium Vocis (preparato da Rosario Totaro). Un racconto alquanto complesso, che si svolge su più piani narrativi, ponendo a confronto le due visioni del dramma, opposte e coincidenti, significativamente intrecciate nel duetto finale. La partitura di Zigante si segnala per la scelta degli strumenti (né violini né viole, e gran sfoggio di fiati) che origina una tinta originale ed evocativa, seguendo un percorso percussivo con sortite solistiche simili a grida di dolore. Il coro allude ad atmosfere da tragedia greca, la musica richiama tratti da melodramma novecentesco, i versi oscillano tra toni di arcaica nobiltà e una semplicità quasi da canzone popolare. Viene in mente, e non a caso, «La guerra di Piero». La Pescetti riesce a mantenere un equilibrio funzionale al racconto, e ognuno dei protagonisti si ritaglia una fetta di visibilità forte, contribuendo al lungo applauso finale. st.va.