IL MATTINO
20/09/2005

Rapsodia d’arte mediterranea

 

Pasquale Esposito Una grande festa dell’arte, lo spirito creativo dei giovani artisti di tutta Europa e del Mediterraneo in mostra - sul tema della passione - a Castel Sant’Elmo, i cui ambienti sono stati invasi dalle opere di settecentocinquanta pittori, scultori, performers, autori di video, musica, installazioni, fotografia, e quant’altro la nozione contemporanea di arte contempla. E Napoli, che conta sul «Madre»-Palazzo Donnaregina e sul Pan-Palazzo Roccella - sedi deputate per l’arte contemporanea - s’accorge che il ”vecchio” Bel Forte svolge al meglio il suo ruolo di spazio espositivo moderno, del resto collaudato con «Napoli Anno Zero. Qui e ora», «Studio Azzurro» e «Castellinaria», rassegne che trovarono negli ambulacri, nella Piazza d’Armi e nelle sale di Sant’Elmo una collocazione ideale. L’arte contrassegna il tempo corrente, spesso l’anticipa e ieri sera gli invitati all’anteprima della Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo hanno potuto ammirare la creatività contemporanea. La rassegna è promossa dalla Provincia e dalla Bjcem, con il sostegno della Regione e la collaborazione di Comune e Soprintendenza speciale del Polo museale: fino al 28 gli artisti coinvolti - settecentocinquanta, lo ricordiamo, trentacinque dei quali di Napoli - resteranno in città, poi le opere - trecentocinquanta - resteranno in mostra fino a metà ottobre. La carica dei giovani, la loro presenza e quella delle loro realizzazioni hanno dato un sapore particolare al vernissage di una mostra di sicuro interesse per la sempre crescente attenzione dedicata alle questioni dell’arte contemporanea in larghi strati di collezionisti, visitatori di mostre, più numerosi di quanto si creda, critici. A frotte gruppi di giovani e meno giovani (consistenti anche le presenze straniere), attratti dal richiamo dell’evento, hanno raggiunto, e affollato, Castel Sant’Elmo, anche prima dell’orario ufficiale scritto sull’invito (20,30) per aggirarsi, coinvolti e interessati, spesso divertiti, tra le opere messe in vetrina al vecchio castello. Bello il contrasto tra le antiche mura della fortezza e la freschezza del messaggio comunicativo dei giovani artisti: nei discorsi ufficiali - sono intervenuti i presidenti di Regione e Provincia, Bassolino e Di Palma, il sindaco Iervolino, gli assessori Furfaro (Comune), Basilico, Cortese e Borrelli (Provincia), il soprintendente Spinosa e Achille Bonito Oliva, nella sua veste di presidente di questa dodicesima Biennale e curatore della stessa, insieme con Eduardo Cicelyn - è stato messo in rilievo come l’arte contemporanea a Napoli sia un discorso familiare, e trovi un terreno fertile per l’attenzione che le istituzioni - e i galleristi - hanno dedicato alle discipline plastiche, figurative, design, fotografia. Dalla Finlandia alla Turchia, alla Libia - novità assoluta di questa rassegna che ogni due anni raccoglie, in città diverse, il meglio della produzione artistica giovanile euro-mediterranea - la Biennale dell’arte giovane fa di Napoli una capitale della creatività. Stimolati da Vincenzo Mollica (che ha proposto una Biennale permante dei Giovani a Napoli, quella che fa sosta da ieri a Sant’Elmo tra due anni approderà ad Alessandria) i vertici delle istituzioni, Spinosa e Bonito Oliva hanno sottolineato il ruolo antico di Napoli quale centro di attrazione e di lavoro dei grandi artisti, mettendo in rilievo la capacità di aggregazione che rassegne come queste trascinano e sviluppano, allargando il concetto di Europa ma anche quello di tolleranza fra popoli diversi, in qualche caso nemici. Nel nome dell’arte.