IL MATTINO

25/10/2005

 

Mediterraneo, un mare che guarda al futuro

 

Di Salvo Vitrano

 

Basta conoscere un po’ la storia del Mediterraneo per sapere che, da Ulisse in poi, è nato probabilmente attraverso questo mare il concetto di «multietnico», grazie ai popoli che hanno abitato le sue coste e solcato le sue onde. Con periodi di conflitti, ma anche con lunghi tempi e intense occasioni di convivenza e di scambi pacifici, di reciproci arricchimenti d’esperienze e di memoria le cui tracce si ritrovano nel più ingente, vario e concentrato patrimonio culturale mai creato dalla specie umana. Per discutere di questa «rete culturale» mediterranea, della sua storia, della sua attualità e del suo futuro, si svolgerà a Napoli, nel Teatro di Corte di Palazzo Reale, oggi (dalle 17) e domani (dalle 9), un convegno su «Il Mediterraneo: valori e valore dei beni culturali», organizzato da AnsaMed - agenzia d’informazione per i paesi del Mediterraneo nata nel 2004 in seno all’Ansa e con sede a Napoli - in collaborazione con l’istituto bancario San Paolo Imi. Interverranno al convegno personalità eminenti del mondo culturale, come lo scrittore Predrag Matvejevic, Salvatore Settis, rettore della Normale di Pisa, Francesco De Sanctis, rettore dell’università Suor Orsola Benincasa, e giornalisti esperti, a partire dal direttore di Ansa e di AnsaMed Pierluigi Magnaschi, presente con l’amministratore delegato dell’agenzia, Mario Rosso. Ci saranno rappresentanti di primo piano delle politiche per la cultura di Siria, Marocco, Turchia, Egitto, Tunisia, Libia, Libano, Italia, Grecia, Algeria: il nostro viceministro per i Beni Culturali Antonio Martusciello sarà a confronto domani con colleghi di altri paesi dell’area. Parteciperanno il sindaco di Napoli Iervolino, il governatore Bassolino, esponenti della finanza e dell’imprenditoria come Enrico Salza, presidente del San Paolo Imi, e Antonio Savini Nicci, amministratore Tav, la società impegnata nel progetto per il trasporto italiano ad alta velocità. Spiega Carlo Gambalonga, napoletano, vicedirettore vicario dell’Ansa: «In questo convegno della cultura mediterranea non si vuole solo celebrare la memoria, ma anche sottolineare il potenziale in prospettive geopolitiche ed economiche di piena attualità». C’è da osservare che in tutti i paesi dell’area - problemi italiani di Finanziaria a parte - è in ripresa l’impegno per la valorizzazione del patrimonio culturale, individuato come risorsa per investimenti, lavoro, afflussi turistici, promozione di immagine politica. Tra i dati più sorprendenti e significativi ci sono quelli della Siria, spesso segnalata come zona calda e a rischio dalle cronache politiche internazionali. Secondo le fonti del ministero siriano, il numero dei turisti sarebbe cresciuto anche dopo l’11 settembre: i 3 milioni e 200 mila turisti arrivati nel 2001 sono diventati 4 milioni e 300 mila nel 2002. Il governo ha varato un piano governativo per sostenere patrimonio culturale e turismo dal punto di vista normativo, dei capitali, delle tecnologie. Si punta a un aumento degli introiti provenienti dal turismo dai 475 milioni di dollari del 2000 a 860 milioni di dollari alla fine di quest’anno, con un aumento del tasso medio di crescita nel Pil dal 2,6 per cento del 2002 al 4 per cento del 2005. Si dovrebbero creare 28.500 nuovi posti di lavoro in tre anni e l’obiettivo è di portare la capacità ricettiva turistica del Paese dai 36.000 posti letto del 2002 ai 65.000 previsti per fine 2005. Con la speranza si raggiungere per il 2020 i 12 milioni di presenze annuali. Per raggiungere l’obiettivo è stata varata una legislazione speciale con esenzioni dalle imposte per i progetti edilizi durante il periodo della costruzione, il permesso all’importazione di materiali edili, attrezzature, macchinari. I marocchini, che già possono contare su afflussi di visitatori a milioni verso le loro meraviglie artistiche e paesaggistiche, puntano a una media di 10 milioni di turisti già entro il 2010. Gli egiziani, da sempre attenti alle piramidi, cominciano a impegnarsi per un’azione di recupero e restauro del Cairo. I greci hanno deciso di potenziare le strutture per il trasporto turistico marittimo e rendere così più facilmente raggiungibili i luoghi della loro storia e della loro arte antica. Gli algerini puntano molto a forme di cooperazione che permettano dialoghi, aperture e innovazioni in una vita culturale nazionale che ha rischiato di essere soffocata dal fondamentalismo, e perciò hanno progetti in comune con la romana Accademia Musicale di Santa Cecilia e con il Piccolo Teatro di Milano. A quanto pare in nessun paese del Mediterraneo, Italia a parte, i ministri per i beni culturali sono costretti a minacciare dimissioni da Finanziarie che tagliano i fondi alla cultura.