IL
DENARO
27/10/2005
Ecco il Fondo Euromed per le imprese
di Nadia Pedicino e
Camilla Formisano
Il
Mediterraneo è il più grande giacimento culturale del
mondo e rappresenta un’occasione di sviluppo economico che l’Europa deve saper
cogliere in tempo. Emerge dalla seconda giornata dedicata al tema
“Mediterraneo: valori e valore dei beni culturali”,
organizzato dall’Ansa e dal Sanpaolo Imi, che si è
svolto martedì 25 ottobre e mercoledì 26 ottobre a Palazzo Reale a Napoli. Il
convegno è l’occasione per presentare in Italia (la presentazione ufficiale è
in corso a Barcellona) il Fondo Euromed (si veda
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Uomini d’impresa e rappresentanti delle istituzioni hanno approfondito, durante
la seconda giornata del convegno “Mediterraneo: valori e valore dei beni
culturali”, conclusosi ieri, i diversi aspetti del
valore turistico ed economico dei beni culturali, di cui l’area mediterranea
possiede oltre il 60 per cento dell’intero patrimonio mondiale, della
cooperazione internazionale in questo settore e delle possibili parternship tra pubblico e privato per la valorizzazione
del patrimonio culturale.
Fondi euromed
Il
convegno è stata l’occasione per presentare in Italia
(la presentazione ufficiale è in corso a Barcellona) il Fondo Euromed, promosso
dall’azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività
internazionali. Si tratta del primo fondo di private equity destinato specificamente all’area Med,
sottoscritto direttamente da tutti i più grandi gruppi bancari italiani. Lo
scopo è favorire il nostro sistema imprenditoriale nel processo di integrazione con quello nordafricano e mediorientale. Il
nuovo strumento sosterrà quindi i flussi di investimento
delle imprese italiane e sosterrà i progetti imprenditoriali realizzati da
aziende italiane in Turchia, Marocco, Libia, Egitto e Algeria. Le aziende
saranno aiutate da sportelli italiani in loco e da una rete di local advisors del fondo, con un ampia gamma di servizi di assistenza pre
e post investimento.
Il ruolo di Ansamed
“Era
naturale che Ansamed, la nuova agenzia di informazione da e per il Mediterraneo - dichiara il
direttore dell’Ansa, Pierluigi Magnaschi — dedicasse
una grande attenzione anche ai problemi culturali che costituiscono non solo un
giacimento di ricordi storici, ma una risorsa economica da preservare e mettere
a frutto. L’Italia - continua Magnaschi - con la sua grande esperienza può essere il catalizzatore di iniziative
per la valorizzazione del patrimonio culturale mediterraneo.”
Napoli capitale
L’Italia
come catalizzatore, ma soprattutto Napoli come capitale del Mediterraneo:
questa la proposta del sindaco della città partenopea, Rosa Russo Iervolino che
ieri mattina ha salutato così gli intervenuti al congresso: “Napoli, per la sua
posizione strategica che la vede da sempre al centro dei traffici del
Mediteranno, svolge un ruolo fondamentale nel processo di crescita delle
relazioni del mediterraneo: non per niente è stata scelta come sede di questo
convegno, che mi auguro serva innanzitutto per mettere
in moto un processo di conoscenza reciproca, presupposto indispensabile a ogni
futuro sviluppo economico”.
Un’area strategica
La
centralità del Mediteranno nella cultura globale è
stata sottolineata anche da Antonio Valiante, vice
presidente della Giunta regionale campana con delega al Mediterraneo. “Quando
pensiamo alla grandezza dell’uomo - osserva - il nostro sguardo non può che
rivolgersi alle coste del Mar Mediterraneo ed è necessario far tesoro di questo enorme patrimonio e far emergere le infinite
potenzialità di quest’area”.
Sanpaolo Imi in campo
Sugli
aspetti economici si è invece concentrato l’intervento di Enrico
Salza, presidente del Sanpaolo
Imi. “Il nostro gruppo - ricorda il banchiere - crede fortemente nell’area Med:
siamo presenti in Tunisia, Grecia, Turchia e prossimamente anche in Marocco. In
ogni filiale estera è attivo un italian desk, con
personale bilingue dedicato a offrire servizi
personalizzati alle imprese che hanno relazioni con l’estero. La nostra rete di italian desk - continua il
presidente del Sanpaolo Imi - si sta estendendo
proprio nel Mediterraneo, perché, con l’apertura verso l’Est dei mercati, il
nostro mare ha ritrovato centralità come porta per l’Oriente“. Salza pone l’accento sul fatto che l’Italia in questo
momento di ridefinizione degli equilibri svolge un
ruolo di cerniera strategica nel Mare nostrum. Per
questo, aggiunge il presidente del Sanpaolo Imi, “il
nostro ruolo di impresa deve essere improntato
all’etica e alla comprensione della multiculturalità”.
I progetti culturali
Il vice
ministro alle Attività culturali, Antonio Martusciello,
parla dei progetti culturali portati avanti dal
Governo in cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo. “Gli investimenti
in cultura rappresentano sempre un ottimo investimento economico, per questo ci
siamo adoperati per l’apertura di nuovi musei e centri culturali dedicati
soprattutto al Mediterraneo: ora abbiamo in cantiere nuovi progetti come la
creazione di un portale elettronico dedicato proprio all’area Med”.
Archeologia campana
“Il
Mare nostrum — dichiara il presidente della Regione
Campania, Antonio Bassolino - concentra il più alto numero di beni artistici e
l’Italia in questo quadro ricopre un ruolo di primo piano, in quanto possiede
il maggior numero di siti archeologici ed artistici: la Campania vi partecipa
con i suoi cinque siti riconosciuti dall’Unesco,
quali la Reggia di Caserta, il Centro storico, la Costiera amalfitana.
Abbiamo insomma — continua - un grande patrimonio
artistico che stiamo cercando di proteggere e di valorizzare, anche attraverso
le risorse europee utilizzate, circa 500 milioni di euro. E’ nostra intenzione
rafforzare la collaborazione culturale ed economica con i Paesi della sponda
Sud del Mediterraneo, grazie anche all’agenzia Ansamed,
la quale svolge un ruolo strategico nel diffondere la convinzione che il Mare Nostrum può diventare una meta prioritaria per i traffici e
per il turismo”.
Crescita economica
Nella
generale convinzione, quindi, che il Mediterraneo sia
motore di sviluppo e crescita economica e culturale, l’archeologia svolge un
ruolo fondamentale di valorizzazione di un patrimonio inestimabile, come
afferma l’archeologo Alessandro De Maigret. “In 25
anni di ricerca - dice De Maigret - è stato scoperto
che molti reperti (templi, vasi, gioielli, statue) ritrovati in alcune città
dell’Oriente hanno delle chiare similitudini con l’arte e lo stile del
Mediterraneo, culla di antiche civiltà”.
I restauri
Molti
sono i progetti di restauro, spiega De Maigret, che
alcune scuole italiane stanno eseguendo nei Paesi che si affacciano sul
Mediterraneo. “Il Palazzo Rosso al Cairo - ricorda l’esperto - è uno di questi“
e l’Istituto in questione è l’Opificio delle Pietre dure di Firenze, la cui
sovrintendente Cristina Acidini, ne spiega anche le
attività, soffermandosi sugli appositi corsi
predisposti di alta formazione della durata di quattro anni rivolti a quindici
allievi alla volta.