CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

28/06/2005

 

La Digos avverte i convegnisti: non girate per Napoli con il Rolex

Ma un giordano viene scippato

 

NAPOLI – La pace nel Mediterraneo vale tremilacinquecento euro, quanto costa un Rolex appena strappato, con violenza selvaggia, dal polso di mister Abdel Jalil Ma’aytah, parlamentare del Governo giordano che partecipava, come capo della delegazione del suo Paese, ai lavori dell’Assemblea parlamentare dei paesi rivieraschi che si è svolta nella nostra città e si è conclusa ieri pomeriggio.

L’ennesimo episodio di “malacittà” è avvenuto sabato sera, poco dopo le 23, nei pressi del Borgo degli Orefici dove un uomo che cammina esibendo sul braccio nudo un Rolex è una “preda” troppo allettante per gli scippatori incalliti della zona che hanno occhi dappertutto. All’uomo politico, una persona corpacciuta sulla sessantina, l’orologio è stato scippato con ferocia al punto che nello strappo ha riportato una fortissima contusione. Lo scippatore ha agito con una fulminea rapidità, dando ragione in pieno agli agenti della Digos i quali avevano provveduto ad avvertire gli organizzatori dell’Assemblea: raccomandate ai vostri ospiti di non andare in giro con i Rolex e altri oggetti d’oro perché è impossibile proteggere tutti. Mister Abdel Jalil, però, non se n’è dato per inteso ed ha osato l’inosabile rimettendoci le penne. A spingerlo a passeggiare nei meandri della zona portuale, tra l’altro, è stato un motivo familiare: il parlamentare giordano voleva visitare il quartiere di un porto grande come quello napoletano per descriverlo a suo fratello che dirige il porto di Akaba. Un tipo così rischia di finire tra i protagonisti delle storie marsigliesi di Jean Claude rizzo, ma lui probabilmente non le ha lette.

Dopo il furto inizia il secondo tempo di questa storia e dalla prosa asciutta e dissacrante dello scrittore noir passiamo alle cronache di stampo deamicisiano. Il parlamentare giordano appariva moralmente distrutto e il padrone di casa, Michele Capasso presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, ha pensato bene di restituirgli un sorriso e il Rolex. Detto fatto si è dato da fare ed ha comprato un orologio nuovo dello stesso modello di quello rubato. Il dono è stato consegnato ad Abdel in piena assemblea e il parlamentare non credeva ai suoi occhi. “L’amicizia tra i nostri popoli non era in discussione, ha detto, ma questo regalo mi ha commosso. Ora non porto più al polso un caro ricordo di famiglia, ma il dono di una famiglia molto più allargata che comprende la bellissima Napoli e tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo”.

Tutto bene quel che finisce bene. Si può dire così anche per una vicenda come questa che abbiamo appena raccontato? Sicuramente no e per almeno due motivi: 1) l’episodio ha avuto un lieto fine solo per la generosità del presidente della Maison de la Méditerranée, capasso; 2) le modalità dello scippo, portato a termine in pieno centro, confermano l’incapacità delle forze dell’ordine di garantire un controllo rigoroso almeno  nei quartieri più a rischio e il porto è sicuramente compreso in questo elenco. A rigor di termini c’è anche un terzo elemento di riflessione indotto dall’appello della Digos: i turisti esagerano in disinvoltura, perché, stando alle cronache, i furti di Rolex non sono una prerogativa napoletana, ma si verificano in tutti gli angoli del mondo. E allora stendiamo un velo pietoso e chiudiamo con il commento di Michele Capasso, che è stato derubato ad Amman la città di Abdel Jalil: “La restituzione dell’orologio era doverosa per non mandare in giro per il mondo un’altra immagine “amara” di Napoli”. Lo sforzo è lodevole, ma quel tipo di amarezza è difficile da digerire, resta sullo stomaco”.