IL DENARO

28 luglio 2005

 

 

SUL TERRORISMO OCCORRE CHIAREZZA

 

 

di Michele Capasso

 

Le recenti polemiche su alcuni quotidiani italiani in merito alla pericolosità addirittura per la sicurezza del nostro Paese a causa di un protocollo sottoscritto tra alcune prestigiose Università italiane e Al Azhar del Cairo (definita “produttrice” di terrorismo) impone qualche riflessione sul tema.

L’Onu ha di recente ri-definito il concetto di terrorismo identificandolo con tutto ciò che minaccia e usa violenza, per un qualsiasi motivo, contro le popolazioni civili. La definizione dell’Onu è giusta ma incompleta. Come ha scritto John Le Carré non si possono considerare gli attacchi di terrorismo nel mondo occidentale senza tener presente l’azione che gli stessi occidentali stanno svolgendo nei Paesi Musulmani. La morte di civili musulmani pesa altrettanto gravemente sulla nostra coscienza. E’ necessario informare che, sempre a causa di atti terroristici, vi sono molte più morti e distruzioni in Oriente che in Occidente. I diritti civili sono indistintamente validi per tutti gli individui che hanno il dovere di rispettarli.

Ormai da troppo lungo tempo il Mediterraneo è percorso da tensioni, crisi e conflitti che lo hanno trasformato in un mare di sangue lacerando il tessuto di una convivenza pacifica e prosperosa.

La ricorrente recrudescenza del terrorismo e il rischio di una frattura fra chi crede nel dialogo e chi va dritto allo scontro di civiltà impone un accresciuto impegno dei Governi ed istanze della Società civile per promuovere una grande coalizione dei valori condivisi.

Le numerose iniziative intraprese per la pacificazione e lo sviluppo nell’area hanno sinora prodotto progressi parziali e inadeguati.

Le stagioni della speranza che la regione ha conosciuto sono durate lo spazio di un mattino. E tuttavia non possiamo né dobbiamo rassegnarci. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo resta in campo e si schiera con le forze del dialogo e della ragione. Niente è irreparabile. Ogni insuccesso sulla via di una grande conciliazione è solo una questione rinviata. Il vero nemico, accanto alla rassegnazione, è il vuoto compiacimento di chi morfinizza solo la punta dei problemi sperando di offuscarne la visione. Sono il vero nemico quella classe politica priva di visioni; quella categoria di giornalisti incolta che non approfondisce i problemi e usa in maniera scellerata i mezzi di comunicazione; quei gruppi culturali, politici ed economici che perseguono solo miseri interessi particolari sacrificando tutto ciò che può condurre allo sviluppo condiviso ed alla pace.

In questo quadro si inserisce questa polemica che non merita alcun commento.

La Fondazione Laboratorio Mediterraneo è al fianco dell’Università di Napoli L’Orientale e delle altre Università che hanno aderito alla sua rete euromediterranea in uno spirito di giustizia e di comprensione reciproca, decidendo di aprire un ampio dialogo con tutti coloro che sono disposti a riflettere e ad agire con atti concreti che portino alla pace e ad una reale giustizia, senza tener conto delle appartenenze geografiche, religiose e culturali.

Solo così sarà possibile abbattere le barriere artificiali nel mondo arabo e conquistare una maggiore fiducia che dal Mediterraneo potrà allargarsi al “Grande Mediterraneo” affinché esso si ridesti, si riappropri del suo destino e sconfigga i sentimenti di paura, diffidenza e odio sterilizzando così le fonti da cui riceve alimento la violenza e la diffusione del terrore.