IL DENARO

05/04/2006

 

 

«Il Manifesto per le alleanze tra le civiltà»

Chiude i battenti la XVII edizione di Galassia Gutenberg, organizzata in patnership con la Fondazione Mediterraneo, Ansamed e l’Università l’Orientale e centrata sul Mediterraneo. Un’agorà di valori condivisi e di idee forti che tracciano un nuovo futuro per questa manifestazione che può diventare il centro di coordinamento dei principali saloni del libro del Mediterraneo, grazie all’accordo sottoscritto tra la Fondazione Mediterraneo ed il Salone del Libro del Cairo. La Fondazione, in collaborazione con il Servizio Civile Nazionale e l’associazione Expoitaly, ha costituito durante Galassia Gutenberg altri 50 “Laboratori per la Pace” in altrettanti Comuni del mezzogiorno d’Italia, portando il numero complessivo a 100. E proprio i volontari del servizio civile diffonderanno l’iniziativa più importante proposta dalla Fondazione in questi giorni: il “Manifesto per le alleanze tra le civiltà”, del quale riportiamo i punti principali. (Per aderire al “Manifesto”: www.euromedi.org; info@medlab.org).


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1. La Fondazione Mediterraneo, nello spirito della pace e collaborazione tra i popoli e nel rispetto dei diritti fondamentali che hanno la loro grande espressione nella carta dell’Onu, diffonde il “Manifesto per le Alleanze tra le Civiltà”, al fine di riunire il maggior numero di uomini e donne, di organismi ed istituzioni dei Paesi del Grande Mediterraneo per trasformare il “Dialogo tra le Culture” in “Alleanze tra le Civiltà”


2. Il Grande Mediterraneo da troppo tempo è percorso da tensioni e conflitti che hanno lacerato il tessuto di una convivenza pacifica. Il terrorismo e il rischio di una frattura fra chi crede nel dialogo e chi va dritto allo scontro di civiltà impone un impegno di Governi e istanze della Società civile per promuovere una Coalizione di valori condivisi.


3. La Coalizione dovrà agire sul terreno dei fatti sviluppando modelli e programmi di crescita morale e materiale nella regione basati sulla pari dignità e il rispetto reciproco di identità originarie diverse, portatrici di principi e valori autonomamente prescelti e definiti, ma aperte allo scambio e al confronto.


4. La riconciliazione nel Grande Mediterraneo impone innanzitutto una ricerca della Solidarietà nello sviluppo. Occorre offrire ai giovani una educazione e una preparazione professionale che riducano gli handicap di partenza.


5. L’apertura alla conoscenza universale non sarà a scapito del radicamento delle culture a livello locale e dovrà mettere insieme tradizione, modernità e innovazione. L’impegno per la costruzione di “Alleanze tra le Civiltà” si inscrive nella necessità di nuove politiche dove il rispetto per la cultura dell’altro permetta la difesa fondamentale della persona e dei suoi diritti.


6. La diffusione del benessere comporta la promozione di nuove divisioni del lavoro e lo sviluppo della produttività comparata. E’ questo il clima per favorire gli investimenti. La tutela dei diritti della persona, delle classi sociali più deboli, delle aree meno favorite dovrà tuttavia contemperare le regole di funzionamento del mercato, coniugando efficienza e solidarietà.


7. Il problema di Islam e modernità non è l’opposizione di due antagonisti ma un problema a tre termini, l’Islam, l’Occidente e la modernità: due realtà storiche e un’area critica comune; una problematicità dove ognuno vede nell’occhio dell’altro l’ espressione della propria mancanza; un universo condiviso dove le logiche del grande capitale mondiale rendono l’ Occidente europeo e il Mediterraneo sempre più periferici ai luoghi di governo. La questione, che posta in due termini porta a una politica d’opposizione, a tre termini non pone Islam e Occidente in contrasto ma richiede una politica di solidarietà per muovere insieme in un’evoluzione parallela e concorde verso uno stesso fine.


8. Riconoscere che Occidente e Islam nascono dalla stessa culla non è un atto di subordinazione, ma il riconoscimento della verità su cui fondare “Alleanze tra le Civiltà”, in cui Mediterraneo, Europa e Islam costituiscono i pilastri fondamentali su cui costruire il nostro futuro solo a condizione di trasformare le molteplici “Identità dell’Essere” in “Identità del fare”e solo se, tutti insieme, saremo in grado di trasformare “l’Amore per il Potere” — presente ormai dovunque — nel “Potere dell’Amore”: elemento indispensabile per assicurare lo sviluppo condiviso e la pace non solo nel Grande Mediterraneo ma su scala planetaria.

9. La Fondazione Mediterraneo è stata sin dal 1994 tra i principali promotori del Dialogo tra le Culture anche per la sua presenza in organismi internazionali: è capofila della Rete italiana della Fondazione euromediterranea “Anna Lindh” per il Dialogo tra le Culture, membro della Piattaforma non governativa euromed e della Piattaforma euromed della gioventù ed osservatore dell’Assemblea parlamentare euromediterranea. Essa sostiene attraverso i propri membri il programma dell’Onu “Alleanza delle Civilizzazioni”. La sua azione si è svolta senza sterili burocratismi ed ogni risorsa è stata investita direttamente sul campo: l’ampio numero di accordi di partenariato sottoscritti e di partner della Società Civile e delle Istituzioni attivi nei diversi progetti - unitamente alla quantità e qualità di azioni realizzate - sono indicatori dell’alto impatto raggiunto e dei risultati concreti conseguiti.

10. Con questo bagaglio di esperienze, la Fondazione Mediterraneo, con la sua “rete” di organismi ed istituzioni dei Paesi del Grande Mediterraneo, ritiene urgente riunire tutte le forze in campo e le risorse disponibili al fine di attuare azioni concrete capaci di tessere una rete di “Alleanze tra le Civiltà” nel Grande Mediterraneo, quale base fondante per addivenire all’”Alleanza delle Civiltà” proposta dall’Onu.