IL DENARO

7 febbraio 2006

 

Marocco, tra sviluppo e storia antica

 

“Non si può costruire un futuro senza tener conto del proprio passato”. E' partendo da questo principio che un re giovane e illuminato, Mohammed VI, ha affidato ad una Commissione indipendente, composta da tante personalità che rappresentano la società civile, il compito di redigere due delicate relazioni: la “Relazione della Commissione per l'equità e la riconciliazione” e la “Relazione sui cinquant'anni di sviluppo umano e le prospettive per il 2025” del suo Paese.
Si è conclusa, presso la Fondazione Mediterraneo, ospite del presidente Michele Capasso, la visita del professor Salah El Ouadie, docente presso l'Istituto di alti studi di management di Casablanca e membro fondatore di 'Instance, Equite' et Reconciliation' e del Forum 'Giustizia e verita''.
El Ouadie ha tenuto nella Maison de la Méditerranée una conferenza illustrativa di entrambe le relazioni cui lui stesso ha lavorato. Il titolo è emblematico: “L'Instance, l'equité et la reconciliation: l'esperienza di un passato doloroso quale esempio per l'avvenire del Marocco”.
La Fondazione è da sempre molto attenta ai mutamenti in corso nelle culture e nelle civiltà dei Paesi che, come il Marocco, si affacciano sul Mediterraneo. E, in particolare a Marrakech ha una sua sede. "Dialogo e disponibilità al cambiamento, ma anche la capacità di essere diverso nel mondo d'oggi, in cui occorre costruire un orizzonte per tutti i popoli e metterli d'accordo sui valori universali, rendono ancora più importante il lavoro svolto dalla Commissione di cui faccio parte, e prezioso il rapporto che da tale lavoro è scaturito", spiega El Ouadie.
"Un rapporto sul passato neanche troppo lontano del Marocco, in cui ci sono state gravi violazioni dei diritti dell'uomo, violenze, arresti arbitrari, sparizioni di persone che non sono mai più ritornate dalle loro famiglie. Complice anche il cattivo funzionamento della giustizia", precisa il professore.
La Commissione voluta da re Mohammed VI ha lavorato con le famiglie delle vittime e con le stesse vittime di tali persecuzioni, che avevano fondato un'associazione proprio per chiedere la costituzione di un gruppo d'inchiesta su questi fatti tanto gravi.
Oggi, venuta a capo dell'intricata matassa di violenze e diritti negati, la Commissione ha chiesto al re alcune cose: il rafforzamento della costituzione marocchina nella parte che tratta dei diritti dell'uomo, l'indipendenza della giustizia dal potere esecutivo, affinché questa possa essere sempre imparziale e non condizionata.
Avviene così che nel terzo millennio uno dei Paesi arabi che di più sta protendendo verso la modernizzazione veda il suo re non solo in prima fila nella lotta per l'affermazione e la difesa dei diritti civili, ma anche ordinare la pubblicazione del prezioso rapporto da lui voluto su un sito internet affinché tutti sappiano (www.ier.ma/_rapport). Ugualmente è stato fatto per la relazione concernente il cambiamento e lo sviluppo del Paese, consultabile su www.rdh50.ma.
Il presidente Capasso, il direttore scientifico Minissi e la vicepresidente Arcidiacono hanno poi aperto la discussione sulle recenti vignette contro Maometto e le reazioni del mondo islamico.
"Non si può essere universali se non si è particolari. Io personalmente mi sento cittadino del mondo e penso che la libertà di stampa sia una delle libertà fondamentali dei Paesi progrediti e dell'uomo, ma penso anche che occorre avere rispetto per la religione, per tutte le religioni". Salah El Ouadie manifesta così convinzioni da gran moderato rispetto agli attacchi, spesso molto violenti, che negli ultimi giorni sono stati fatti da gruppi islamici alle vignette e ai fumetti che in Occidente ironizzano sull'Islam, l'islamismo e Allah.