IL MATTINO

04/01/2007

 

La star riceve un premio per la pace: potrebbe non esibirsi

Napoli, suspense per Cat Stevens

 

Cat Stevens, il cantautore inglese che si è convertito alla religione islamica con il nome di Yusuf Islam, sarà oggi per la prima volta a Napoli, ma non per cantare. A meno di ripensamenti dell’ultima ora, infatti, andrà all’Auditorium della Rai solo per ricevere il Premio Mediterraneo per la creatività nell’ambito del Concerto dell’Epifania organizzato dall’associazione «Oltre il Chiostro». Cat Stevens, che salirà sul palco come testimone di pace e di fratellanza, propone oggi, a distanza di quarant’anni dal suo debutto, un’immagine di sé molto diversa dalla pop-star.

 

 

 

Napoli premia l’ex Cat Stevens voce di pace

 

Caterina Vitale Napoli. Sarà in città oggi. Il suo aereo dovrebbe atterrare alle 18.30. Manca dall’Italia da 28 anni e non è mai stato a Napoli. È Cat Stevens, il grande cantautore inglese convertitosi all’Islam con il nome di Yusuf Islam. Ma la sua presenza in città, tranne un ripensamento dell’ultim’ora, sarà segnato dalla delusione dei suoi fans. Perché sul palcoscenico dell’Auditorium Rai si limiterà a ricevere il Premio Mediterraneo, nell’ambito del tradizionale Concerto dell’Epifania organizzato dall’associazione Oltre il Chiostro di padre Giuseppe Reale, ma non canterà. Il Premio Mediterraneo per la creatività, assegnato a Stevens è un segno di dialogo tra le culture e le religioni importante in un’epoca segnata dallo scontro tra l’Islam e l’Occidente. Yusuf Islam sarà, insomma, all’Auditorium solo come testimone di pace e di fratellanza. Ma sarà lui la star del Concerto dell'Epifania, che sarà registrato stasera e andrà in onda su Raiuno sabato prossimo alle 9.40. Il cantautore, che ha prestato la voce agli ideali di una generazione («Morning has broken», «Wild world»), a quarant’anni dal suo debutto con «Matthew and son» propone un’immagine di sé molto diversa da quella della popstar. Ed è proprio quell’immagine che si è voluto premiare. Canterà, non canterà? Padre Reale è ottimista: «Il suo management ci ha comunicato che si tratta di una partecipazione non discografica, ma non è detto che tra una chiacchiera e l'altra non riesca a fargli venire la voglia di cantare», ammette fiducioso. Quasi certamente, comunque, dovrà accontentarsi di sentirlo parlare chi sperava in una sua possibile esibizione con un brano tratto da «Another cup» (2006), l'album del ritorno alla musica dopo 28 anni di assenza, durante i quali si è dedicato ad iniziative umanitarie e alle scuole islamiche create nella periferia londinese. Annullata all’ultimo momento la presenza dell’altra star annunciata, la portoghese Teresa Salgueiro, dei Madredeus, nel cast della serata, presentata da Lorena Bianchetti, con l’orchestra Santa Chiara diretta da Renato Serio (sul palco anche una tela di Gianni Pisani, «L’angelo cieco»), ci sarà la vocalist jazz Dianne Reeves, che canterà l'inedito «Peace song», mentre il duo composto da Ferrucio Spinetti e Petra Magoni, recenti vincitori del Premio Tenco come migliori interpreti dell’anno, preparano una sorpresa sospesa tra il progetto «Musica nuda» e quello più recente dedicato alle arie sacre. Con loro, sul palco, anche Enzo Decaro (che leggerà una poesia di don Gennaro Matino), Teresa De Sio, Badara Seck con Mauro Di Domenico, Andreas Vollenweider, Niccolò Fabi, Rosalia Misseri (la Tosca di Lucio Dalla). Il redivivo Keith Emerson proporrà una versione riveduta e corretta del classico «Honky tonky train blues», e «Malambo», composizione dell'argentino Alberto Ginastera per la prima volta eseguita dal vivo. «Sono felice di essere a Napoli e in Italia» spiega il tastierista amato dai fan del progressive rock, che nell’annunciare una sorpresa manda un messaggio a Pippo Baudo, dicendosi interessato a Sanremo. Ma il festival cerca ospiti di ben altro richiamo. Il dialogo tra le culture resta il tema della manifestazione, che quest'anno volge lo sguardo su Napoli e i suoi travagli e premia tre parroci di prima linea. Ma sia per il suo valore di comunicatore sul fronte del dialogo tra le religioni, sia per l’attenzione suscitata dal suo album di ritorno, tutta l’attesa del concerto è puntata sul mistero Cat Stevens-Yusuf Islam. Canterà? Accennerà alla Palestina e all’Iraq? «Sono un uomo di fede, non di politica» ripete spesso. Padre Reale spera che abbia scelto Napoli per far sentire la sua voce.

 

 

 

Parroci in prima linea

 

Oltre a Cat Stevens-Yusuf Islam, a vincere i premi Mediterraneo sono stati i parroci napoletani Don Merola (Forcella), Don Loffredo (sanità) e Don Siciliani (Scampia); poi Renée Van der Linden presidente dell'Assemblea del Consiglio d'Europa; Erkki Tuomioja ministro degli Esteri finlandese; e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici con il suo fondatore Gerardo Marotta.