NAPOLIPIU’

13 febbraio 2005

 

 

I confini della Galassia Gutenberg

Il 25 febbraio l’appuntamento con la fiera napoletana del libro. Vizi, virtù e trasformazioni di una tradizione che dura da 16 anni

 

 

Mediterraneo, un mare di libri

Il programma della manifestazione

 

Galassia Gutenberg. Fiera del libro e dell’editoria, apre i battenti per la sua sedicesima edizione nella canonica sede della Mostra d’Oltremare a partire da venerdì 25 febbraio fino a lunedì 28. il tema di quest’anno è incentrato sul Mediterraneo e le sue culture, con una serie di manifestazioni e dibattiti orientati dalla conoscenza di letterature e produzioni culturali dell’area. Il 2005, proclamato “Anno del Mediterraneo” dai 35 Paesi della Conferenza euromediterranea dell’Aja. Per questo motivo, Galassia Gutenberg propone quest’anno una vetrina tutta dedicata alla letteratura, all’informazione, al cinema e alla musica dei Paesi della riva nord e sud per la prima !Festa del Mediterraneo”. Il programma è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e la Maison de la Méditerranée – che cureranno la sezione culturale dedicata alle mostre, alla musica e alla cinematografia emergenti dei Paesi del Mediterraneo – e con l’agenzia di stampa AnsaMed, che si occuperà dell’organizzazione di un convegno al quale parteciperanno gli inviati e i corrispondenti dei Paesi protagonisti, dall’Egitto al Libano, dal Marocco all’Algeria. Ha aderito all’iniziativa e all’orientamento del programma anche l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Nei giorni della fiera sarà presentata e distribuita la pubblicazione, curata, dall’Università dal titolo “Cento libri sul Mediterraneo”.

Anche quest’anno, sulla falsariga dell’anno scorso si riprende il filo conduttore del blog, la scrittura on-line elevatosi agli onori della critica e all’attenzione del pubblico per la sua sempre maggiore diffusione. Lo spazio di attenzione e di risorse ed esso dedicato è anch’esso orientato alla cultura di riferimento del bacino Mediterraneo e prende il nome di “Mdblog”.

Il prezzo del biglietto d’ingresso è di 5 euro, mentre il ridotto è fissato a 4euro. I numeri per l’informazioni sono 081-6190013 e 081-6102100.

Galassia Gutenberg è sostenuta e promossa dalla Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, Direzione Scolastica Regionale per la Campania, Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli e Unione degli Industriali della Provincia di Napoli, Fondazione Banco Napoli, Mostra d’Oltremare, Associazione Librai Italiani della Campania.

 

di Claudio Calvieri

 

Anche quest’anno, puntuale appuntamento del mesi di febbraio del calendario degli eventi cittadini, sta per giungere a celebrazione il presunto connubio tra Napoli e il mondo dell’editoria. Non credo abbia senso stare ad indicare il numero preciso dell’edizione, il numero delle case editrici partecipanti, il numero dei visitatori, e non per un aprioristico rifiuto del mondo dei numeri, quanto perché, a due settimane dall’apertura, questo vuole essere una sorta di messaggio beneaugurate più che un pezzo di mera cronaca, un auspicio di rinascita per un’iniziativa la cui pregnanza pare da qualche anno relegata, a detta di molti addetti ai lavori e di moltissimi visitatori, in un passato cui guardare nostalgicamente. Per riferire le cifre inerenti ci sarà tempo e spazio. Parlare unicamente di numeri adesso farebbe calare un velo di insipienza su un’analisi che vuole invece sviscerare dal punto di vista più immediato, quello della percezione del pubblico, il (presunto?) declino di una manifestazione che ha negli anni trascorsi richiamato folle oceaniche, stimolando la curiosità di una massa di persone che raramente entravano in una libreria. Richiamati dall’atmosfera festosa della “Fiera2 intesa nell’eccezione più risalente del termine, il luogo di svago per eccellenza delle famiglie, molti non-lettori hanno colto l’occasione per riavvicinarsi al libro. Il familiarizzante e contagioso clima di celebrazione carnascialesca del libro inteso come feticcio, come oggetto oltre che nella sua tradizionale veste di veicolo di un messaggio, ha contribuito ad elevare il libro, secondo statistiche passate, addirittura al primo posto nelle classifiche di vendita, quale regalo di Natale in Italia per alcuni anni. Centinaia di migliaia di napoletani hanno potuto godere della coloratissima marea di volumi che quasi tutte le case editrici portavano in mostra, affastellandosi allegramente di una calca che parlava di divulgazione reale della cultura, di un universo parallelo, quello9 del libro, che deriva dal suo percorso rettilineo per intrecciarsi con altre traiettorie. Anche le piccole case editrici vivevano una celebrazione della propria attività portando il frutto della loro fatica all’attenzione di una comunità di potenziali lettori in continua crescita, nella presumibile contestazione che far vedere ilo proprio marchio e i propri prodotti potesse poi sortire effetti positivi in seguito, quando gli stessi avventori sarebbero affluiti nelle librerie per ricercare quella sigla familiare dei suoi libri, visti tutti insieme in Fiera, proprio come in una parata. Erano gli anni in cui le trovate facevano tendenza, mercato e moda, quando la creatività legata alla qualità era il primo dogma dell’industria editoriale. Una tendenza che ha portato in cima alle classifiche di vendita per un periodo inimmaginabilmente lungo un libricino in carta riciclata, senza brossura, tenuto insieme da una spalletta, con una veste grafica terribilmente ingenua e quindi accattivante, un testo “datato”, e un prezzo ridicolo: mille lire. Era la “Lettera sulla felicità” di Epicureo, delle edizioni “Mille Lire – Stampa Alternativa”, una delle poche sigle minori ad avere effettivamente trovato la forza di dettar e una linea, di imporsi con la forza di un’idea, di una filosofia del libro ancora oggi evidente a visitare i temi trattati dai loro testi. Per molti Galassia Gutenberg era la Fiera del libro a basso prezzo e l’occasione di vedere tutto quello che l’editoria aveva da offrire, un divertente excursus che nello spazio di un pomeriggio consentiva una panoramica completa su un universo multiforme e multicolore, dallo stand ciclopico della Mondatori, di forma ottagonale o oltre, piazzato al centro del salone in fondo al percorso, fino al ministand della casa editrice specializzata nelle pubblicazione inerenti all’agricoltura. L’individualità era premiata, la diversità alludeva a nicchie di mercato da poter riempire, la varietà significava potenzialità e non, come oggi, condannata all’emarginazione. La riflessione divine impressionate quando si realizza che non si sta parlando di decenni fa, che il decennio trascorso è a malapena uno, e che questo spazio temporale è stato riempito di fattori positivi come i libri in edicola, soverchiati però dai contestuali cambiamenti del mercato, orientato alla mortificazione delle librerie per la valorizzazione corrispettiva dei titanici “bookshops” delle case editrici maggiori, colpevoli – almeno a Napoli – di ridurre l’offerta a pochissime sigle, eludendo di fatto le altre, medie e piccole, penalizzate anche dalla distribuzione nazionale, operata su criteri forfetari. In questo modi i librai non possono calibrare gli approvvigionamenti secondo le reali esigenze del pubblico cui si rivolgono, il che diviene distruttivo in un mercato “a pronti”, dove il mancato realizzo di liquidità causa la chiusura dei conti presso le case editrici che non inviano più i loro libri. Pare chiaro come, in una simile condizione, i libri degli editori minori vengano in secondo piano, in quanto titoli di minor richiamo.

La mancanza di sbocchi costringe le piccole case a cercare asilo nei propri prodotti su Internet, un oceano troppo vasto e sconosciuto a moltissimi, nel quale rendersi visibili è strettamente difficile. Navigare nel web e “imbattersi” in un libro è cosa assai rara, e alle volte è addirittura difficile individuarne uno in particolare, cosa che viene virtualmente impossibile per chi non sia provvisto di una adeguata conoscenza degli strumenti necessari. Una Fiera come Galassia Gutenberg potrebbe ancora costruire un’appetibile occasione di visibilità se non fosse per gli alti costi del biglietto d’ingresso e dei singoli stand, frutto dell’aumento generale dei prezzi. La crisi economica colpisce le tasche delle famiglie rendendo un pomeriggio alla Fiera una sorta d’investimento a perdere, inibendo ancora di più la loro possibilità di acquisto, con spiacevoli conseguenze per le finanze delle piccole case che, nel bilancio tra costi e benefici, non vedono ripagato assolutamente il loro sforzo dell’esiguo volume di vendite realizzate a fronte di un corposo esborso, per il fitto dello spazio.

Per quanto attiene poi le iniziative di contorno alla manifestazione, a dispetto dei nomi spesi, spesso altisonanti, a detta di molti fruitori il programma pare di volta in volta meno ricco e organizzato, oltre che imperniato su una autoreferenzialità in base alla quale pochi ospiti tengono in piedi la baracca di più presentazione e dibattiti. L’impressione complessiva è quella di una manifestazione che si allontana sempre più dalle esigenze di piccole case e visitatori, snaturando il senso dell’iniziativa. Significativo in tal senso è che le piccole e medie case abbiano preferito una Fiera a loro dedicata, quella che cade a Roma annualmente. La sua vitalità testimonia che forse è ancora possibile andare incontro alle aspettative e ai bisogni di aziende a vocazione culturale troppo penalizzate dalla monocultura imperante, disegnata sui tempi delle grandi majors. Sarà un piacere oltre che un privilegio essere smentito dai “numeri”, gli strumenti della matematica, scienza “esatta” quanto l’economica.