IL DENARO

28 maggio 2005

 

Partenariato Euromed, Italia protagonista

 

"La politica estera italiana tra partenariato euromediterraneo e Grande Medio Oriente": questo il tema della Tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo presso la Maison de la Mediterranee a Napoli, che ha concluso il ciclo di conferenze a cura della stessa Fondazione che per tutto il 2004 ha coinvolto nomi illustri tra studiosi ed esperti del panorama internazionale affrontando le questioni chiave della politica internazionale nel Mediterraneo. "Un'iniziativa tra le tante che la Flm ha messo in campo per celebrare i dieci anni del Partenariato euromediterraneo”, afferma il presidente della Fondazione, Michele Capasso. All’incontro hanno preso parte, insieme con il direttore generale per il Mediterraneo e Medio Oriente del ministero degli Affari Esteri, Riccardo Sessa, il rettore dell’Università di Napoli “L’Orientale”, Pasquale Ciriello e i docenti dell’Università di Napoli “L’Orientale” Massimo Galluppi, Fabio Petito e Franco Mazzei.

 
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E’ molto importante far nascere “think tanks” sul modello degli istituti statunitensi che si occupano di relazioni internazionali che rappresentano importanti centri per i decision makers della politica estera americana: è partendo da questo presupposto che Franco Mazzei propone di istituire presso la Fondazione Laboratorio Mediterraneo un punto di riferimento.

Massimo Galluppi ha , da parte sua, fatto il punto sul partenariato euromediterraneo e sul suo rapporto con la nuova Politica di Vicinato dell’Ue. L’esigenza di un ripensamento della politica euromediterranea è apparsa evidente anche durante gli ultimi incontri della conferenza EuroMed, per la difficoltà a raggiungere gli obiettivi prefissati in campo economico e politico, e soprattutto nei paesi della sponda Sud si affaccia il timore che la nuova politica di Vicinato possa mettere in discussione il disegno di una comunità Euromediterranea.

Il rettore dell’Università di Napoli “L’Orientale” Pasquale Ciriello ha sottolineato l’importanza del rapporto con la Fondazione Laboratorio Mediterraneo.

“La Fondazione e l’Università L’Orientale - afferma Ciriello - costituiscono due istituzioni di riferimento per Napoli, per l’Italia e per l’intera regione euromediteranea”.

Il presidente della Fondazione, Michele Capasso, formula nel suo intervento alcune proposte riguardo un nuovo approccio della politica estera italiana nel Mediterraneo: la necessità di un’Europa più mediterranea deve essere portata dall’Italia in sede di istituzioni europee per evitare una marginalizzazione dell’area.

L’ambasciatore Sessa sottolinea a questo proposito la necessità di arrivare a Barcellona con messaggi politici forti per rilanciare il partenariato Euromediterraneo in occasione del suo decimo anniversario.

Un obiettivo, ma anche un impegno imprescindibile secondo Sessa c: ”Questa volta - afferma - la discussione più seria dovrà vertere sulle proposte per rilanciare seriamente il partenariato Euromed, perché bisogna arrivare a Barcellona (a novembre, in occasione della celebrazione dei dieci anni dall'avvio del Processo di Barcellona, Ndr) non con un rapporto di trenta pagine che alla fine nessuno legge. Da Barcellona devono venire fuori invece pochi concetti politici, ma forti per indicare la strada che questo partenariato deve e può compiere nel secondo decennio per superare l'approccio che è stato seguito fino ad ora, passando dal concetto di partenariato a quello di identità”. Sessa evidenzia l’importanza del coinvolgimento della società civile nel processo euromediterraneo e nelle promozione del dialogo, portando ad esempio l'impegno ammirevole e il lavoro della Fondazione Laboratorio Mediterraneo che da oltre dieci anni si è attivata per coinvolgere e rappresentare la Società Civile dei Paesi euromediterranei costituendo una rete di più attori: dalle università al volontariato ai mezzi di comunicazione, ma anche comuni, regioni, province.

Una componente che fino ad ora è mancata nel processo euromediterraneo e che certamente dà una connotazione nuova e fa di Napoli un centro propulsore di questa nuova azione Mediterranea. Sessa ha ricordato anche il ruolo della Fondazione come capofila della rete italiana della “Fondazione euromediterranea Anna Lindh” per il dialogo tra le culture.
“Crediamo che ci sia bisogno di aumentare i livelli del dibattito - dice a margine dell'incontro Fabio Petito - che deve spingersi oltre il mondo accademico e avere la capacità di coinvolgere un pubblico più ampio.”

Alla tavola rotonda assistono oltre quattrocento persone, soprattutto studenti per i quali il ciclo di conferenze ha rappresentato una straordinaria occasione di approfondimento di tematiche relative alle relazioni internazionali. Gli studenti hanno avuto inoltre l’occasione di ascoltare l’intervento di studiosi di fama mondiale in questo campo.