"IL DENARO"

27 febbraio 1998

La cooperazione tra i Parlamenti per la rinascita del Mediterraneo

di Michele Capasso

New York, febbraio 1998. Il successo di Kofi Annan per il felice esito dell’accordo con Saddam Hussein è stato suggellato da manifestazioni di gioia di centinaia di funzionari dell’ONU che lo hanno accolto "da eroe". Questo evento è stato importante anche per l’Italia. A parte i problemi di sopravvivenza politica che si sarebbero posti per il governo Prodi nel caso in cui il segretario generale dell’ONU avesse fallito la sua missione in Iraq, il ruolo dell’Italia nello scenario mediterraneo, per particolari circostanze favorevoli, può e dovrebbe essere oggi di primo piano. Vediamo perché.

I paesi arabi e in particolare quelli della riva Sud del Mediterraneo, pur riconoscendone il ruolo strategico, sono stanchi e mal sopportano le ingerenze degli Stati Uniti negli affari legati alla propria regione. A conferma di ciò basti considerare l’indisponibilità dei Paesi del Golfo, ad eccezione del Kuwait, a concedere appoggio agli Usa in caso di attacco all’Iraq. La Francia e l’Italia – paesi mediterranei della Ue, con la Spagna e la Grecia – hanno assunto una posizione di attesa affidando ad Annan le speranze di una soluzione diplomatica poi verificatasi. Legami politici, economici e culturali con il mondo arabo, molto più stretti e vincolanti rispetto ad Inghilterra e Germania, hanno impedito a Francia e Italia di appoggiare senza indugi il piano di Clinton. I paesi terzi mediterranei (i dodici del patto di Barcellona, ma anche la Libia, l’Albania e le Repubbliche della ex Jugoslavia) sono alla ricerca di un punto di riferimento un paese che in maniera aperta e partecipata sia capace di assumere un ruolo guida, di ponte tra il Sud e il Nord, tra l’Est e l’Ovest nel Mediterraneo. Questo paese, lo abbiamo detto e ripetuto tante volte, dovrebbe essere – per storia, geografia, tradizioni e cultura – l’Italia. Romano Prodi, intervistato da "Le Nouvel Observateur", che lo ha definito il "Delors italiano", ha affermato "Il Mediterraneo ha un cuore l’Italia. Guardate la carta geografica il mio Paese si affaccia su tutte le sue rive. Ora ne è protetto, ora ne è circondato dai Balcani, dall’Albania, dal Medio Oriente, dalla Turchia, dalla Libia, dalla Grecia, dal Maghreb. Il mio obiettivo principale è il decollo del Mezzogiorno bisogna che quest’area mediterranea non sia in una morsa di miserie e minacce. Noi dipendiamo interamente dall’avvenire mediterraneo. D’altronde anche l’Asia ha da pochissimo scoperto il Mediterraneo. I porti italiani si ampliano e prosperano grazie ai commerci con l’Asia. Si sono tutti attrezzati con strutture di accoglienza pensando alla vitalità asiatica. Dopo quattro secoli di silenzio il Mediterraneo torna ad essere d’attualità. Questo mare può diventare la porta dell’Asia verso l’Europa". Un ruolo essenziale di questo processo è affidato alla cooperazione tra i vari Parlamenti nazionali della regione. La Conferenza euromediterranea di Barcellona del novembre 1995 ed i 27 Paesi ad essa aderenti hanno gettato le basi concrete di questo processo che vede l’Europa "riancorarsi" al Mediterraneo, invertendo la rotta nella collaborazione tra sponda nord e sponda sud ed attuando, per la prima volta, una politica globale euromediterranea. La firma degli accordi euromediterranei di associazione, previsti dalla Conferenza di Barcellona per realizzare entro il 2010 la più vasta area del mondo di libero scambio, lo testimonia. I Paesi interessati sono più di trenta, con una popolazione di circa 800 milioni di persone. L’Italia sta svolgendo nella conclusione dei suddetti accordi e nell’intero processo euromediterraneo un ruolo fondamentale, internazionalmente riconosciuto molte volte il nostro Paese è il primo o il secondo partner commerciale dei Paesi mediterranei. Anche il Parlamento Italiano è parte attiva del processo euromediterraneo. La Camera dei Deputati, ad esempio, in questa legislatura ha avviato una vera e propria strategia nei confronti dei Parlamenti dei Paesi della riva sud del Mediterraneo. Questo ruolo rappresenta un elemento di novità nella storia parlamentare italiana, tradizionalmente chiusa nei confini delle politiche nazionali. I Parlamenti stanno subendo oggi una profonda evoluzione, un processo di modernizzazione non sempre sufficientemente palese, legato alla consapevolezza del ritardo delle istituzioni rispetto al rapidissimo sviluppo della società. È oggi necessario capovolgere questa situazione rendendo gli stessi Parlamenti, sedi della rappresentanza e del pluralismo nazionale, promotori di relazioni culturali, civili ed economiche.

A Palermo, nel maggio del 1998, vi sarà una conferenza preparatoria della grande Conferenza di Madrid prevista per il novembre di quest’anno, alla quale parteciperanno per la prima volta i Presidenti dei Parlamenti di tutti i 27 Paesi che hanno aderito al Patto di Barcellona. Luciano Violante, nel suo contributo al II Forum Civile Euromed, ha sottolineato l’impegno con cui la Camera dei Deputati porta avanti il dialogo parlamentare euromediterraneo "La nostra opinione è motivata dalla convinzione e dalla fiducia che il Mediterraneo non rappresenti solo uno spazio economico, bensì un’area fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la pace non solo dei Paesi mediterranei, ma dell’intera Europa e più ampiamente del resto del mondo. Questa convinzione e questa fiducia – afferma Violante – ricevono d’altronde continue conferme in occasione dei numerosi incontri che ho avuto nel corso di questa legislatura con i Presidenti dei Parlamenti dei Paesi a sud del Mediterraneo. Le ragioni che hanno spinto la Camera dei Deputati a proseguire su questa strada sono essenzialmente di tre tipi istituzionale (la richiesta di collaborazione parlamentare, a vari livelli, che la Camera dei Deputati riceve da parte dei Paesi della sponda sud, compresi quelli che hanno attualmente difficoltà di dialogo a livello di Governi, è fortissima) economico (il Parlamento con l’approvazione rapida dei disegni di legge di ratifica degli Accordi euromediterranei contribuisce indirettamente ad accelerare la realizzazione della zona di libero scambio tra i Paesi delle due rive del Mediterraneo) socio-culturale (il rapporto tra Parlamenti deve contribuire a rafforzare concretamente la dimensione socio-culturale del partenariato euromediterraneo e l’Italia ha sottolineato più volte la rilevanza di questo aspetto). È necessario sottolineare maggiormente il ruolo delle donne nella società, quali portatrici di valori umani fondamentali, rendendole protagoniste attive dei processi di integrazione. Per questo motivo, insieme con i Presidenti dei Parlamenti dei Paesi mediterranei, si sta valutando l’attivazione di un Forum delle donne parlamentari, che in occasione della prossima Conferenza di Palermo esamini e sviluppi questa problematica". I Parlamenti, in quanto sede naturale del pluralismo democratico, possono contribuire alla costruzione di un modello mediterraneo di pluralismo culturale che abbia una base di valori comuni e intercambiabili, attraverso i quali realizzare un’osmosi reciproca. Il modo più diretto per raggiungere questo obiettivo è quello di rivolgersi prioritariamente ai giovani, quali eredi del futuro della nostra società, e alla loro formazione "I giovani – ha affermato Violante concludendo il suo intervento al II Forum Civile Euromed – devono divenire il vero punto di forza nella realizzazione di un modello di società multiculturale euromediterranea. Ad essi, che a sud del Mediterraneo rappresentano spesso il 50% della popolazione, deve perciò essere dedicato il massimo dell’attenzione e dell’impegno da parte della società, delle scuole, delle università, delle Istituzioni. È per questo motivo che potrebbe essere utile la realizzazione di un Forum dei giovani del Mediterraneo, che attraverso il dialogo consenta un confronto costruttivo e permanente sui reciproci valori culturali. Il Forum, costituito da giovani provenienti dai 27 Paesi del Mediterraneo, costituirebbe un’importante occasione per dar voce in una sede "istituzionale" a idee e proposte concrete dei giovani. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo potrebbe contribuire a definire più chiaramente le linee di questo progetto. Alla Fondazione va infatti il merito di aver evidenziato tra i primi nel processo euromediterraneo il ruolo fondamentale della Società Civile, in particolare dei giovani e della cultura, per superare pregiudizi e intolleranza e creare punti di riferimento comuni".