IL MATTINO SPECIALE

17 settembre 2005

 

In mostra i segni della differenza

Bonito Oliva: edizione originale e multiculturale

 

 

 

Di Pasquale Esposito

 

Curatore (insieme con Eduardo Cicelyn) e presidente, Achille Bonito Oliva non ha dubbi: «Con questa Biennale Napoli riceve un riconoscimento internazionale e ridiventa la capitale dell’arte contemporanea, nessuna città può presentare ben due musei destinati all’arte contemporanea... Anzi, i musei sono tre perché al Madre e al Pan è giusto associare Castel Sant’Elmo, sede di questa Biennale dei Giovani, e che già in passato ha ospitato opere e mostre di artisti contemporanei. Sant’Elmo è l’esempio di come un monumento, un edificio del passato, possa rispondere alle esigenze del presente: è uno spazio polivalente, aperto e chiuso, offre spazi tipologicamente diversi, può ospitare quasiasi tipo di lavoro». Per Bonito Oliva poche «Biennali dei Giovani» possono essere considerate originali come questa dodicesima edizione, «nel segno della internazionalità e del nomadismo, della multiculturalità e della interdisciplinarietà (si parlerà anche di cibo, e cioè di cultura materiale): è una Biennale, questa di Napoli, che sottolineerà positivamente, culturalmente, il valore delle differenze, non come discriminazione ma come scambio, come coesistenza di queste differenze: la Biennale presenta giovani artisti dalla Finlandia alla Turchia, la loro creatività dà fluidità a questo mare (oltre il Mediterraneo) che lega i popoli, le culture, gli scambi. Ho apprezzato molto i curatori che hanno selezionato gli artisti napoletani e campani: hanno svolto un lavoro serio. Così come mi piace lo slittamento, che è uno dei motivi conduttori della Biennale: si esce dal Castello, si esce dalla cornice, per invadere la città e la provincia» . Una mostra, una grande festa per Eduardo Cicelyn, co-curatore della Biennale: «Sì, io vedo questa Biennale come una grande festa dell’arte e della creatività giovanile in particolare. Ci aspettiamo forti segnali di novità in fatto di linguaggi, incremento degli scambi, artistici e umani, e delle idee. Fondamentale, ne sono sicuro, sarà il contributo degli artisti della costa africana del Mediterraneo. Sarà una grande festa...».