IL MATTINO

25/10/2005

 

INTERVISTA A PIERLUIGI MAGNASCHI

«La cultura, fattore di sviluppo»


Pierluigi Magnaschi, direttore di Ansa e di AnsaMed, è giustamente fiero della sua agenzia di informazioni per il Mediterraneo (si trova anche in Internet a www.ansamed.info) per la quale il convegno a Napoli sui beni culturali dell’area segna un momento importante. «AnsaMed - dice Magnaschi - è nata nel maggio 2004, a Napoli, per creare qui un autorevole centro di irradiazione di conoscenze mediterranee. Due anni fa AnsaMed era poco più che una scommessa e una speranza. Oggi è una realtà operante. Condivisa dai leader di tutti i paesi del Mediterraneo e quindi, in questo senso, una realtà internazionale, senza una connotazione italiana. Ma, come ha detto il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, cogliendo nel segno, AnsaMed è anche una realtà napoletana, destinata ad essere utile a Napoli e alla Campania». Perché questo appuntamento è dedicato alla cultura anziché, per esempio, all’economia? «In un mondo che lascia sempre più ai robot la costruzione dei beni materiali di massa, il più dinamico fattore di sviluppo e quindi di occupazione è diventato la cultura. AnsaMed, del resto, è un progetto culturale. Si propone di togliere dall’oblio, esterno e interno, un’area che, oltre ad aver prodotto le robuste radici dell’intera cultura occidentale ed aver dato al mondo le tre grandi religioni monoteistiche, resta, con tutte le sue tensioni, ma anche con tutte le sue possibilità, l’area cruciale per lo sviluppo del mondo stesso». L’attenzione di AnsaMed verso gli avvenimenti culturali è perciò continua? «Certo. È naturale che, in aggiunta alla costante ed istantanea registrazione dei fatti politici, economici e cronistici provenienti dai paesi del Mediterraneo, dedichiamo grande attenzione ai problemi culturali che costituiscono, per i paesi del Mediterraneo, non solo un giacimento di ricordi carichi di passato e di valore, ma anche una risorsa economica da preservare e da mettere a frutto». Il ruolo dell’Italia? «In questa prospettiva l’Italia può avere un ruolo rilevante: è disposta e interessata a scambiare con i paesi rivieraschi del Mediterraneo le sue conoscenze. Lo dimostrano gli esperti di restauro di assoluto valore internazionale che parleranno in questo convegno». sa.vi.