IL
DENARO
26/10/2005
Beni culturali, chiave per lo sviluppo
di Nadia Pedicino
Beni
culturali come fattore prioritario di sviluppo e di occupazione.
E’ il messaggio del convegno “Il Mediterraneo: valori e valore
dei beni culturali”, organizzato a Napoli dall’Ansa e dal Sanpaolo
Imi. Durante la due giorni, che ha aperto ieri i
battenti, esperti, studiosi e politici dei Paesi rivieraschi del bacino del
Mediterraneo si confrontano sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio
culturale del Mare Nostrum, sulle partnership realizzabili in questa ottica tra
settore pubblico e privato e sul rilancio dei beni culturali come occasione di
sviluppo e dialogo tra i Paesi e le popolazioni che compongono quest’area geografica.
Sui
fattori di sviluppo e di occupazione discutono ieri durante la prima sessione
del convegno Mario Rosso, amministratore delegato Ansa; Antonio Nucci,
direttore generale SanPaolo Banco di Napoli; Predrag Matvejevic, presidente del Comitato scientifico della
Fondazione Mediterraneo; Francesco Morace, Future Concept Lab, Italia e Riccardo Sessa, direttore generale
per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, ministero italiano degli
Affari esteri. “Il Mediterraneo è di fronte a un’alternativa storica, chiara,
irripetibile - spiega Mario Rosso, che apre i lavori - o si fa sistema,
progettando uno sviluppo comune e competitivo, oppure si perde una grande
occasione“. Rosso sottolinea anche che “in questa
visione, informazione e beni culturali giocano un ruolo fondamentale”.
L’amministratore delegato dell’Ansa ricorda che da quando è nata l’agenzia per
il Mediterraneo (Ansamed) un anno e mezzo fa, nascono
sedici accordi con i Paesi del bacino mediterraneo, mentre un ulteriore accordo sarà firmato a breve con la Libia. Che il
Mediterraneo sia un incontro di popoli e di culture, lo ribadisce
anche Antonio Nucci, il quale considera i beni culturali veicolo di economia e
di ricchezza. “Il Mediterraneo - dice — può fare sistema, tanto è vero che
l’istituto Sanpaolo ha aperto in
questi ultimi anni diverse filiali nei paesi del Mediterraneo”. “Non è
casuale - dice Predrag Matvejevic - che sia la città di Napoli a ospitare questo convegno. A Napoli infatti - continua Matvejevic -
si trova la maggior parte del patrimonio culturale italiano”. Secondo il
presidente del Comitato scientifico della Fondazione Mediterraneo, inoltre, il
concetto di beni culturali varia da Paese a Paese. “Nel Mediterraneo non c'è
una visione comune del patrimonio culturale - prosegue Matvejevic
- e molto spesso si commette l’errore di considerare ogni particolarità come
valore a se stante, un concetto che danneggia il Mediterraneo, già di per sé
penalizzato dai conflitti che si trascinano nei secoli”. Riccardo Sessa mette invece in evidenza l’originalità del convegno. “In
questi ultimi anni si sta parlando tanto di Mediterraneo - spiega Sessa - ma
mai in modo originale. Il Mediterraneo è un bene culturale - continua Sessa -
all’interno di esso sono nate le più grandfi civiltà del mondo ed è per questo che si è sempre
aperto al resto del mondo confrontandosi con le diversità”. Francesco Morace, infine, pone l’accento sull’importanza
dell’Osservatorio Ansamed. Si tratta - spiega Morace - di un decalogo dedicato al Mediterraneo che non deve essere più considerato una realtà a parte ma una zona
che creato ricchezza e benessere”. Oggi, intervengono, tra gli altri, Enrico Salza, presidente del gruppo Sanpaolo-Imi
e Pierluigi Magnaschi, direttore dell’Ansa.