12/11/2005
Dalla disumana sofferenza
per la morte dei figli e dagli orrori della guerra un messaggio di speranza che
è la preghiera, vibrata innanzitutto verso i giovani, per la consapevolezza e
per la pace. Dopo l’opera “Il soffio delle fate” ispirata al conflitto
serbo-bosniaco, è sul dramma israeliano-palestinese che il maestro Filippo
Zigante e lo scrittore Angelo Cannavacciuolo firmano in prima assoluta, per la
stagione dell’Associazione Napoli Capitale Europea della Musica, il loro
“Oratorio di Speranza”. Una cantata drammatica per due voci recitanti, due voci
liriche, narratori, Coro e orchestra da camera che sarà scolpita lund’ sera la
Teatro Mediterraneo dalla
recitazione di Lina Sastri (madre, ignara, del kamikaze fattosi esplodere
dinanzi ad una scuola) e Nello Mascia (padre della ragazza israeliana vittima
dell’attentato), dal canto del mezzosoprano Orit Gabriel e del tenore Claudio
Di Segni, con le narrazioni di Adriana Morra e Giuseppe naviglio, al fianco
dell’orchestra dei Solisti di Napoli e al Cor Mysterium Vocis. Sul podio
Susanna Pascetti. “E’ un’ulteriore testimonianza dell’impegno di solidarietà
umana e sociale che sin dai primi passi ha accompagnato il cammino della nostra
istituzione”, ha spiegato il presidente dell’Associazione, Franco Iacono,
nell’illustrare il lavoro accanto alla sindaca Iervolino e agli altri autori,
nonché annunciando la registrazione in cd della “prima” e la volontà di
portare, con il sostegno delle Istituzioni, l’Oratorio anche nelle terre della
guerra. “Il gesto di pace? Attraverso le sei sestine – ha concluso Angelo
Cannavacciuolo, autore tra l’altro per Fazi Editore del recentissimo romanzo Acque
basse – è emblematicamente affidato allo scambio fra i due genitori dei
rispettivi figli ultimogeniti. E ciò avviene dove solo è possibile il
risarcimento umano, attraverso il velo della coscienza. Ossia nell’immaginario,
universale, luogo del dolore”.