di
Salva per miracolo. La Conferenza
organizzata congiuntamente dalla Presidenza di turno Ue (Gran Bretagna) e dal
Governo spagnolo per celebrare i dieci anni del Partenariato euromediterraneo è
stata sull’orlo del fallimento politico fino agli ultimi minuti.
Il premier
spagnolo Zapatero non perde l’iniziale ottimismo
nemmeno di fronte alla quasi totale assenza dei leader fondamentali della riva
Sud. L’egiziano Mubarak, l’algerino Bouteflika, i re di Giordania Abdullah
II e del Marocco Mohammed VI, il tunisino Ben Ali,
l’israeliano Sharon ed altri leader
hanno disertato l’incontro programmato ad altissimo livello proprio per dare un
nuovo slancio ad un processo indispensabile per la pace e lo sviluppo
condiviso. Sono presenti solo il palestinese Abbas — unico presidente senza uno
Stato — ed il premier turco Erdogan.
Il motivo principale
di questa assenza dei numeri uno della riva Sud è il
mancato accordo sul testo concernente la definizione di “terrorismo” con annessso “Codice comune di condotta”. I Paesi arabi hanno
chiesto di distinguere tra terrorismo e resistenza all’occupazione straniera,
Israele e l’Europa non hanno accettato e un compromesso non è stato trovato. La
soluzione individuata per dare comunque luce verde al
codice di condotta comune contro il terrorismo è stata quella di spostare la
controversa questione da un documento a un altro, cioè la dichiarazione
politica. Chi scrive è testimone e protagonista di questo processo iniziato a
Barcellona 10 anni fa per aver creduto in esso e
portato avanti, attraverso
Tra i convenuti a
Barcellona c’èchi invita a non essere pessimisti,
sottolineando che un’intesa è ancora raggiungibile e che “il vertice sarà un
successo perché darà una grande spinta per il futuro”.
Con un mix di
puntualità anglo-catalana i Capi di Stato e di Governo dell’Ue, il presidente
palestinese Abbas, il primo ministro turco Erdogan e
i numeri 2 o 3 degli altri paesi della riva sud posano per la foto di famiglia.
Le ore successive, piene di tensione, sono dedicate al difficile parto di due
documenti. A tener banco è una frase sottratta a Zapatero,
complici i microfoni aperti: il leader spagnolo è
“arrabbiato” per la mancanza di una soluzione e invita i suoi a preparare un
documento più generico per evitare il fallimento totale.
Alla fine il premier inglese Tony Blair e
quello spagnolo José Louis Zapatero annunciano che “il primo vertice euromediteraneo ha raggiunto risultati ‘importanti’
approvando il codice di condotta contro il terrorismo, rilanciando la
cooperazione per una gestione concordata del fenomeno migratorio e dando nuovo
slancio allo sviluppo economico e sociale. Dal vertice emerge la volontà comune
di rilanciare la cooperazione attraverso azioni concrete”. Il terzo documento
sul tavolo del vertice e trasformato in dichiarazione della presidenza, ha poi
spiegato Blair, non è stato approvato a causa delle
“divergenze tra israeliani e palestinesi sulle parole da usare. Non sta a
questo consesso risolvere il conflitto israelo-palestinese. A noi spetta
lanciare iniziative per combattere il terrorismo e promuovere la creazione di
un’area di pace, prosperità e sviluppo”. Il premier inglese ha quindi sottolineato che nel programma di lavoro quinquennale varato
dal vertice si indicano tra l’altro azioni per promuovere la democrazia,
l’educazione, lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e combattere la
disoccupazione e l’immigrazione illegale. Inoltre, sarà tracciata una road map per arrivare alla creazione di un’area di libero
scambio entro il 2010 anche attraverso la progressiva liberalizzazione degli
scambi di prodotti agroalimentari e dei servizi.
Nei giorni precedenti la conferenza, con altri membri della Fondazione
Mediterraneo, abbiamo collaborato e partecipato a
molteplici eventi preparatori organizzati in concomitanza. Donne, media, città,
imprese, la riunione delle reti della Fondazione Anna Lindh, la riunione del Grupo di Alto livello
dell’“Alleanza delle Civilizzazioni”: dovunque vi è un mix di frustrazione e
cauto ottimismo.
Tuttavia, in
concomitanza con la Conferenza, si intravedono alcuni
segnali positivi: l’apertura di alcune “frontiere” tra Cipro Nord e Sud, il
nuovo clima che si respira ad Israele dopo il cambio di rotta di Sharon, il nuovo processo iniziato dalla Lega Araba. Per
quanto concerne l’“Alleanza di Civilizzazioni” — del cui Gruppo di alto livello fa parte il nostro presidente del Consiglio
scientifico John Esposito — Erdogan e Zapatero hanno lanciato ufficilamente
a Maiorca l’iniziativa dell’Onu tesa ad usare il
dialogo nel mondo intero come prevenzione dei conflitti. Con il segretario
generale della Lega Araba Amr Moussa
abbiamo un cordiale incontro a margine della
Conferenza. Anche lui è sorpreso e deluso per la
mancata partecipazione dei leader dei principali paesi arabi. E annuncia un’importante novità. Tra un mese
Per illustrare questo
ed altro verrà a Napoli nella sede della nostra
Fondazione nei primi mesi del 2006. Partenariato
euromediterraneo, politiche di vicinato, alleanza di civilizzazioni: queste le
nuove politiche e i nuovi scenari del Grande Mediterraneo su cui
Il processo è ormai
una necessità irreversibile.
*presidente
Fondazione Mediterraneo