"IL DENARO"

14 febbraio 1998

Città euromediterranee in rete

di Michele Capasso

Napoli, gennaio 1998. A conclusione dei lavori delle 11 sessioni del II Forum Civile Euromed dello scorso dicembre, sono scaturite raccomandazioni e progetti operativi. Tra questi, vale la pena di soffermarsi sulla decisione di istituire "Euromed-City, rete delle città del Mediterraneo" trenta-quaranta città che si affacciano sul bacino insieme per risolvere le problematiche comuni, come già avvenuto per Eurocity (Consiglio delle città europee). La proposta – già presentata dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo nella Conferenza di Barcellona "Le città del Mediterraneo" del marzo 1995 – ha trovato la piena adesione della città di Napoli nella persona del sindaco Bassolino e si candida, dunque, ad essere la capitale del Mediterraneo. Il progetto, elaborato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, si propone di

• Istituire la "Carta delle città del Mediterraneo"

• Creare opportunità di confronto fra gli operatori e gli studiosi dei fenomeni delle città mediterranee nel quadro dei programmi Meda.

• Mettere a punto strumenti di "lettura delle città "e dei bisogni dei suoi abitanti attraverso metodologie di ricerca attive e partecipate, capaci di raccogliere informazioni concernenti gli aspetti strutturali (quadro territoriale paesaggistico), sociali (organizzazione del lavoro, occupazione, processi migratori ecc.) e antropologici-relazionali (senso di appartenenza, senso di comunità, livello di benessere e qualità di vita, ecc.) delle città.

• Implementare azioni delle città per il miglioramento della qualità della vita urbana, sviluppando strategie di vivibilità, sicurezza e benessere dei cittadini.

• Incrementare processi di scambio e comunicazione delle competenze e risorse per una buona amministrazione.

• Attivare e diffondere strumenti e metodologie di partecipazione attiva e governo delle città.

• Valorizzare il patrimonio culturale (artistico, architettonico e archeologico) delle città per sviluppare l’offerta turistico-culturale anche attraverso il recupero dei centri storici.

• Accrescere le competenze per la risoluzione dei conflitti nel governo delle città, anche attraverso l’istituzione di nuove professionalità mediante corsi di formazione di operatori sociali e operatori di associazioni e istituzioni presenti nel territorio per favorirne lo sviluppo. È prevista l’organizzazione di una conferenza su elementi di possibile conflitto (quali la protezione delle aree costiere, le grandi infrastrutture stradali, i rifiuti solidi, gli insediamenti industriali, gli aeroporti) e l’organizzazione di workshop su ciascun aspetto con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti.

Per l’attuazione di questo progetto si sono già al momento proposte le Città di Napoli, Livorno, Genova, Alessandria, l’Università di Bologna, l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", l’Istituto S. Neaman di Haifa (Israele), il Technion di Haifa (Israele). L’obiettivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo è avviare una politica urbana a misura dei giovani, affrontando i problemi della sicurezza, della legalità e dell’occupazione, in quanto si presentano come tematiche emergenti per l’ampia area mediterranea – nelle due rive – in un’epoca di globalizzazione dell’informazione e dei mercati. Questo emerge dai contributi dei partecipanti al II Forum Civile Euromed ed anche dai dati preliminari della ricerca in corso attivata dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo relativa alle letture dei bisogni delle città. Molteplici le tematiche relative alle città del Mediterraneo. Si organizzano, ad esempio, giornate di studio e riflessione per costruire città a misura di bambini e bambine. L’habitat e i diritti dell’infanzia sono stati protagonisti del forum internazionale organizzato a Napoli dal Ministero dell’Ambiente, dall’UNICEF e dal Comune di Napoli dal 19 al 21 settembre dello scorso anno, al quale hanno partecipato rappresentanti di Gaza, Tuzla, Limes ed altre città. Tra gli obiettivi che la Fondazione persegue vi è quello di identificare i fattori che nelle città mediterranee influenzano e determinano i vissuti di sicurezza degli abitanti, dei turisti e degli immigrati, al fine di individuare indicatori della vita urbana predittivi di sicurezza e costruire misure di protezione effettive ed efficaci conoscendo come avviene la costruzione del senso di sicurezza e gli elementi che vi concorrono nella vita delle città (tassi di criminalità, paura di aggressione, rumori, stress, degrado, percezioni, attribuzioni soggettive e rappresentazioni della sicurezza, ecc.). Ciò al fine di approntare progetti e azioni per una miglior qualità della vita urbana. Altro tema di interesse è quello della "città solidale". La Fondazione è in contatto con vari sociologi, tra cui Alberto Pizzati Caiani, per discutere ed attuare ricerche sui valori di ospitalità, al fine di ottenere una maggiore attenzione internazionale sui temi legati alla coesistenza pacifica ed alla tolleranza etnico-culturale a tale proposito è allo studio una "Carta etica per i diritti urbanistici e ambientali delle comunità multietniche metropolitane nelle grandi città euromediterranee".

Per quanto concerne Napoli, al fine di individuare bisogni e risorse emergenti nell’area napoletana, la ricerca attivata dalla Fondazione sta valutando risorse, bisogni e competenze, unitamente alla valutazione che la stessa comunità attribuisce alle proprie potenzialità, ovvero al proprio senso di autostima. Il focus è sulla città ma l’individuo, con le problematiche, desideri e le speranze di cui è portatore, è sullo sfondo. In questa prospettiva la ricerca vuole essere uno strumento affinché la stessa città, attraverso i suoi abitanti, possa parlare di sé. Le finalità della ricerca su Napoli sono quelle di acquisire nuove conoscenze sulla città di Napoli, la cui lettura permetta di attivare e promuovere risorse e aree di intervento specifiche al fine di promuovere una "città competente". Oggi è indispensabile riaffermare l’identità delle città mediterranee dinanzi alle trasformazioni economiche, politiche e sociali determinate dall’affermarsi del mercato globale. Le caratteristiche storiche, sociali e politiche dei Paesi del Mediterraneo, sebbene talvolta costituiscano elementi di ritardo sociale ed economico, possono e devono divenire fattori di ricchezza per l’intera regione. Le grandi conurbazioni potranno, in un contesto metropolitano, riacquistare un’adeguata qualità soltanto superando le divisioni amministrative ed evitando di accentrare ulteriormente attività e servizi. Inoltre, in un nuovo sistema urbano, acquistano grande importanza le città medio-piccole che, spesso caratterizzate da preesistenze storiche, possono svolgere un ruolo strategico nel fornire servizi alle imprese e, dunque, nuove opportunità di riallocazione delle attività. La salute, la qualità della vita e il benessere dei cittadini sono da costruire attraverso progetti e provvedimenti che riqualificano il contesto urbano e la sua vivibilità. Le città devono passare da oggetto di pianificazione a soggetto pianificante, nel senso che i decisori devono promuovere la partecipazione attiva delle comunità locali alle scelte, tramite appositi istituti giuridici e meccanismi politici, idonee iniziative di ricerca, sensibilizzazione, educazione, formazione. Lo spazio non è solo misura, ma soprattutto valore la bellezza di una città mediterranea è racchiusa nella sua memoria. Oggi è indispensabile introdurre i valori nel concetto di "spazio della città", recependo la sua storia ed il suo rapporto con la memoria e con i simboli. Le città del Mediterraneo sono il teatro dove quotidianamente recita il genio mediterraneo, riaffermando la propria creatività e rinnovando la sua fabulazione che non ha eguali al mondo. È questa la linfa vitale che le rende uniche ed insostituibili e che, come tale, va nutrita e sostenuta. "Euromedcity" si propone anche questo obiettivo riunire in rete tutte le esperienze dei giovani artisti che popolano le grandi città mediterranee per incentivare il dialogo interculturale e la reciproca conoscenza