CORRIERE DELLA SERA

16/02/2007

 

La lezione del tunisino che vuole eliminare i governanti

Rached Ghannouchi, già espulso, al convegno di Napoli sui «musulmani democratici»

di

Magdi Allam

 

 

ROMA — «Non ci sono civili in Israele. La popolazione, uomini, donne e bambini, sono dei soldati della riserva, quindi possono essere uccisi». E’ il pensiero di Rached Ghannouchi. Chi è? Lo vedremo a Napoli il 23 febbraio. Sarà l’ospite d’onore del seminario «Dare voce ai democratici musulmani». Una sorpresa annunciata dal sito www.meiad.org. L'evento, già al centro di vivaci polemiche, è organizzato dall'Università Orientale di Napoli, la Fondazione Mediterraneo e il «Centro del Principe Alwaleed Bin Talal per la comprensione islamo-cristiana» dell' Università di Georgetown, con il patrocinio della Regione Campania. Ebbene, la scelta di invitare Ghannouchi, leader del partito islamico tunisino fuorilegge Al Nahda, è assai discutibile sul piano accademico, visto che si tratta di un personaggio che predica la distruzione di Israele, persegue l'uccisione dei governanti musulmani, legittima il terrorismo palestinese e libanese, condanna di apostasia i musulmani liberali.

Come si può invitare a un seminario sulla democrazia uno che nel suo saggio «Le libertà civili nello Stato islamico» del 1993 ha sentenziato: «In passato i giureconsulti sunniti proibirono l'uccisione dei governanti musulmani perché all'epoca i governanti erano dei nostri e operavano per il nostro bene. Mentre oggi i governanti sono i lacchè dell'imperialismo, non hanno nulla a che fare con noi, quindi bisogna ucciderli tutti»? Di fatto si tratta del tentativo di legittimare il principale oppositore islamico al regime tunisino, in una fase cruciale in cui gli Usa e l'Europa stanno promuovendo l'ascesa politica dei Fratelli Musulmani nei Paesi della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo.

Il fatto che l'operazione di riciclaggio di Ghannouchi avvenga in Italia è significativo. Basti pensare che quando lo incontrai a Londra il 3 luglio 2002, sparò a zero contro il nostro Paese. Dopo aver denunciato il fatto che «l'Italia non soltanto non mi consente di entrarvi ma mi ha addirittura espulso», Ghannouchi sostenne che «l'Europa ha seminato il terrorismo nella nostra regione anziché seminare la democrazia. Hasostenuto i dittatori in Tunisia e in Algeria, oggi raccoglie i frutti che ha seminato. E l'Italia, i suoi governi e le sue politiche, è il peggior Paese in Europa. L'Italia non sa nulla dei diritti dell'uomo e della democrazia, conosce solo gli interessi economici».

Evidentemente la posizione dell'Italia sembra cambiata, se ora Ghannouchi viene da noi a predicare la democrazia, quella che dovrebbe sostituire i dittatori laici con i tiranni islamici. In realtà per Ghannouchi la democrazia è un male occidentale. Nel saggio «L'islam e il nuovo ordine internazionale», pubblicato nel 2004 sulla rivista Al Fikr al Jidid, egli spiega: «Se l'esportazione della civiltà ai popoli barbari e prima ancora la liberazione del Santo Sepolcro erano gli slogan con cui l'Occidente sferrava le guerre contro il mondo islamico, oggi i carri armati occidentali ci calpestano nel nome dei diritti umani, della democrazia e del rispetto della legalità internazionale». Il filo conduttore del pensiero di Ghannouchi è la negazione del diritto di Israele all'esistenza: «La questione palestinese è centrale per la Nazione islamica ed è nella sua essenza una causa di colonialismo e di un popolo che è stato allontanato dalla propria terra.

Perché tutti i popoli hanno il diritto di liberare la propria patria dagli invasori tranne i palestinesi? Ma la Palestina non è stata forse governata per oltre un secolo dai crociati fino a quando non si è risvegliata la Nazione islamica e li ha cacciati?». E ancora: «La normalizzazione dei rapporti significa annettere la regione araba nel progetto di egemonia israeliana, quale prima fase dell'egemonia israeliana sul mondo, trasformando l'entità sionista nell'impero ebraico mondiale». Il nome di Ghannouchi compare tra i predicatori di fatwa, responsi giuridici islamici, legittimanti il terrorismo, denunciati in un appello firmato da diverse migliaia di liberali arabi nel 2004, su iniziativa di Shaker Al-Nabulsi, Lafif Lakhdar e Jawad Hashem, in cui si chiede all’Onu di istituire un «Tribunale internazionale per perseguire i terroristi e i religiosi che incitano al terrorismo ».

Lo scorso 23 luglio Ghannouchi si schierò contro le posizioni espresse da alcuni religiosi sauditi contro gli sciiti dell' Hezbollah, per la loro responsabilità nell' aver scatenato la guerra con Israele, sostenendo che «costoro dovrebbero vergognarsi per aver emesso una simile fatwa, mentre la Nazione islamica è sotto attacco e i popoli palestinese e libanese subiscono un genocidio». Le sue posizioni ci riguardano assai da vicino visto che Ghannouchi è membro del «Consiglio Europeo per la Ricerca e la Fatwa » (Dublino), presieduto da Youssef Qaradawi, il più noto telepredicatore d'odio che ha legittimato l'uccisione dei feti delle madri israeliane «perché quando nasceranno e cresceranno diventeranno dei soldati nell'esercito israeliano», oltre a benedire i kamikaze palestinesi, a legittimare l'uccisione di tutti gli americani, compresi i civili, in Iraq, a autorizzare l'assassinio degli apostati. Che c’entrano questi odiosi personaggi e queste aberranti ideologie di morte con il seminario accademico di Napoli? Sarebbe del tutto ovvio che non dovrebbe esserci alcun rapporto. Ma purtroppo non è così.