IL MATTINO

07/07/2007

 

La sfida cooperazione per valorizzare il Mediterraneo

 

Marini: «È necessaria un’azione che parta dal basso».

Sinergie con le assemblee regionali

 

SIMONA PETRICCIUOLO Un coordinamento tra le Assemblee regionali europee, uno sviluppo di sinergie comuni e scambi di buone pratiche con le regioni e i paesi del Grande Mediterraneo, la costruzione di una società civile attiva nei paesi della sponda sud del Mediterraneo. Sono le proposte emerse dalla Conferenza delle assemblee legislative regionali europee, che si è conclusa ieri a Napoli, e che saranno presentate il 21 e 22 ottobre prossimi a Berlino, in occasione dell'Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali europee (Calre). «È urgente una politica per lo sviluppo e la valorizzazione dell'area del Mediterraneo - ha affermato il presidente del Senato Franco Marini, intervenendo alla conferenza - che deve affiancarsi alla cooperazione già in atto tra l'Unione Europea ed i Paesi che si affacciano sulle diverse sponde del Mediterraneo. «L'esplicito richiamo è al pensiero del neo presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha sollecitato interventi in questo senso nella presentazione del suo programma di governo. «È necessaria un'azione politica - ha poi concluso Marini - che parta dal basso, attraverso la cooperazione dei poteri locali, delle Regioni e delle città che si affacciano su questo mare. I governi regionali e locali devono avere l'ambizione di diventare protagonisti». Numerosi i relatori che si sono alternati nel corso della giornata sul palco nel Castel dell'Ovo, che hanno condiviso esperienze ed offerto proposte concrete. «La globalizzazione sempre più profonda - ha spiegato Abdelkader Sid Ahmed, fondatore della Conference des petite set villes historiques de la Mediterranée - può sottintendere la fine dell'eccezione araba. Con la globalizzazione, infatti, i rapporti economici non si svolgono più unicamente sull'asse Nord-Sud, ma diventano multilaterali, coinvolgono tutto il pianeta. La conseguenza logica è che il Mediterraneo del sud non è più una riserva di caccia, ma diventa un attore a pieno titolo della catena di valore». Una teoria supportata anche dei recenti dati sullo sviluppo economico che parlano di cinquantamila nuovi imprenditori tunisini che hanno investito in Algeria nell'ultimo periodo. Un'imprenditorialità che prende la direzione sud-sud, insomma. «Ultimamente nei paesi della sponda sud del Mediterraneo si è sviluppata un'imprenditorialità vera, reale, non più solo improvvisata - ha spiegato Alessandro Tesini, presidente della Conferenza delle Assemblee Regionali e dell'Assemblea Regionale del Friuli Venezia Giulia - Il vero sviluppo deve prevedere un orizzonte ampio ma allo stesso tempo deve essere rivolto a progetti locali. Solo così potrà dare frutti concreti». A concludere il pomeriggio di relazioni, il vice presidente della Commissione Europea e Commissario Europeo alla Libertà, Sicurezza e Giustizia, Franco Frattini: «Per costruire un vero patto euromediterraneo occorre anche lavorare insieme per la sicurezza, per sconfiggere il terrorismo internazionale. E questo è evidente nel momento in cui i nostri amici della riva sud, paesi arabi moderati che lavorano con noi, diventano le prime vittime del terrorismo, in quanto paesi islamici ma che al tempo stesso combattono il terrorismo. Per questo è importante un'alleanza euromediterranea, e le regioni hanno l'esperienza e la specificità per lavorare su questo terreno comune che ci unisce».