"IL DENARO"

8 novembre 1997

Obiettivi e mezzi per il partenariato euromediterraneo*

di Michele Capasso

Napoli, 4 novembre 1997. Organizzare il II Forum Civile Euromed è davvero un’impresa titanica: a volte prevale un senso di impotenza, annullato poi dall’entusiasmo e dalla passione.

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, in collaborazione con la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica italiana, la Regione Campania e l’Institut Català de la Mediterrània, la Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Napoli e varie regioni mediterranee (Abruzzo, Calabria, Liguria, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Collectivité Territoriale de Corse, Région Languedoc-Roussillon, Département Bouches du Rhone), organizza il II Forum Civile Euromed, che si svolgerà a Napoli il 12, 13 e 14 dicembre al Centro Congressi della Mostra d’Oltremare.

Il II Forum segue quello svoltosi a Barcellona nei giorni 29, 30 novembre e 1° dicembre 1995. Promosso dall’Institut Català de la Mediterrània di Barcellona in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri della Spagna, la Commissione Europea, l’Unesco e la nostra Fondazione – con l’obiettivo di trasformarsi in agorà di dialogo permanente della Società Civile –, il I Forum Civile Euromed si è strutturato in 11 sessioni di lavoro a carattere interdisciplinare. Ciascuna sessione ha identificato e raccolto progetti di collaborazione, interscambio e applicazioni pratiche. Alla fine sono stati presentati circa duecento raccomandazioni, proposte e progetti attraverso i quali si è contribuito a rafforzare il programma euromediterraneo.

Precedendo la seconda Conferenza Euromediterranea – tenutasi a Malta il 15 e 16 aprile 1997 – si è svolta, sempre a Malta, nei giorni 11, 12 e 13 aprile, una Conferenza delle Società Civili. Organizzata dalla Foundation for International Studies dell’Università di Malta, dall’Unimed di Roma, dal Centro Nord-Sud del Consiglio d’Europa, dall’Institut Català de la Mediterrània di Barcellona e dalla Mediterranean Academy of Diplomatic Studies di Malta; questa Conferenza ha riunito molteplici esponenti delle società civili su tre ambiti: università, formazione e cultura; dialogo interculturale; turismo culturale.

In tale contesto, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo organizza il II Forum Civile Euromed in Italia: l’obiettivo è quello di promuovere, da un altro osservatorio quale è l’Italia, un impegno che consideri la cultura, la ricerca e la cooperazione fattori essenziali di sviluppo per il futuro dell’Europa e del Mediterraneo nonché quello di contribuire alla costruzione del processo nel quale la Spagna e l’Italia potranno diventare attori essenziali sulla scena euromediterranea.

La Spagna ha mostrato il suo interesse per la politica mediterranea assumendo una posizione che specificamente le appartiene da sempre per ragioni storiche e geografiche. La Conferenza Euromediterranea e il Forum Civile Euromed hanno concluso in termini concreti il semestre della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, lasciando un’impronta importante nel contesto della politica euromediterranea.

L’Italia è la naturale "cerniera" di collegamento tra l’Europa ed il Mediterraneo ed è fondamentale il suo rapporto con i problemi specifici riferibili alla sua posizione storico-geografica nel bacino, nonché alle relazioni con i Paesi mediterranei appartenenti alla sua area di influenza. Con la sua posizione "baricentrica", l’Italia ha una grande responsabilità: deve investire risorse pensando al futuro e al suo ruolo nell’ambito dell’area mediterranea, dedicando la sua attenzione non solo alla cooperazione politica ed economica ma soprattutto a quella culturale, attivando progetti capaci di avvicinare le due sponde del Mediterraneo attraverso la valorizzazione delle diverse identità culturali.

Il II Forum Civile Euromed permetterà di mobilitare gli attori sociali della Società Civile dell’Italia e dei principali Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, focalizzando l’attenzione su alcuni grandi problemi che attanagliano il bacino.

Perché la Società Civile?

Il concetto di partenariato tra l’Unione Europea e i Paesi mediterranei, così come espresso nelle Dichiarazioni di Barcellona e Malta, risponde alla necessità di realizzare uno spazio di cooperazione e rispetto reciproco per il benessere di un’area scossa da tensioni e conflitti di varia natura. Ma perché questo avvenga, affinché si possa incidere sul contesto socioeconomico dei Paesi implicati, al di là delle relazioni e degli accordi intergovernativi, è fondamentale che siano i rappresentanti della Società Civile dei vari Paesi ad intervenire e partecipare attivamente alla promozione di progetti comuni per il futuro. Questa nuova logica dei processi implica un nuovo spazio d’interazione e di interdipendenza che sostituisca alla logica verticistica del passato – rigidamente strutturata e poco attenta alle diverse realtà locali – un nuovo atteggiamento basato sull’ascolto e sulla co-solidarietà tra tutte le aree, senza gerarchie né esclusioni.

La tendenza alla globalizzazione è arginata dalla necessaria regionalizzazione delle aree di influenza; la conservazione dell’identità è affidata alla dimensione locale: regioni, città, università, istituzioni, associazioni. In tale contesto, va allora promossa un’azione tesa a recuperare il valore del dialogo come forza operativa per la risoluzione di conflitti, come riflessione corale delle tante voci che costituiscono il tessuto sociale dei Paesi euromediterranei.

Saranno dunque i responsabili del mondo culturale, politico, religioso, dell’università, della ricerca, dei mezzi di comunicazione, delle associazioni, dei sindacati e dell’impresa pubblica e privata a potenziare ed attuare gli strumenti necessari a una cooperazione decentralizzata, che favorisca gli scambi tra gli attori dello sviluppo nel contesto delle legislazioni nazionali.

La società va strutturata sulla base delle responsabilità delle istituzioni; ma, soprattutto, dei singoli individui. La Società Civile può e deve rappresentare uno stimolo alla realizzazione di progetti capaci di superare ogni sorta di integralismo attraverso la creazione di nuovi punti di riferimento comuni.

Il II Forum Civile Euromed intende essere attivatore di tale processo.

La decisione di svolgere il secondo Forum in Italia nasce dall’esigenza di porre freno alle inquietudini e dare spazio alle aspirazioni di un’area geografica, quella del Mediterraneo, pervasa soprattutto da tensioni e conflitti provenienti dai Balcani e dal Medio Oriente. Scopo principale del II Forum Civile Euromed è quello di esaminare, valutare ed esaltare le potenzialità della Società Civile nell’ambito euromediterraneo e in particolare quelle dell’Italia, affinché possa proporsi come partner determinante per lo sviluppo e la cooperazione.

Ciò sarà reso possibile anche grazie al contributo delle Regioni mediterranee che partecipano e collaborano al II Forum Civile Euromed. Alcune di queste regioni hanno già manifestato la loro disponibilità ad ospitare Forum specifici di settore su temi quali: sviluppo sostenibile, comunicazione, occupazione, partenariato interregionale, riforma dei fondi strutturali dell’Unione Europea, turismo ecocompatibile, tutela dell’ambiente, eccetera..

Il II Forum Civile Euromed intende essere strumento di dialogo, approfondimento e confronto al fine di individuare obiettivi e mezzi per il partenariato euromediterraneo. In tale ambito oltre 2000 esponenti della Società Civile si confronteranno su 4 grandi aree tematiche: a) Mediterraneo e globalizzazione; b) Le strategie di relazione e comunicazione; c) Valori e culture come risorsa; d) Le interrelazioni economiche e sociali. Ciascuna area comprende diverse sessioni – in totale undici – all’interno delle quali si svilupperanno molteplici temi. A conclusione, per ogni area tematica saranno individuate specifiche raccomandazioni per progetti operativi da sottoporre all’Unione Europea in attuazione del programma euromediterraneo – a breve, medio e lungo termine – previsto nella Conferenza Euromediterranea di Barcellona del novembre 1995 e in quella di Malta dell’aprile 1997.