"IL DENARO"

6 marzo 1999

Alle donne un ruolo chiave nello sviluppo

di Michele Capasso

Il II Forum Civile Euromed – organizzato a Napoli nel dicembre 1997 dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo – si caratterizzò, non senza difficoltà, per essere una delle prime esperienze in cui i problemi delle donne sono stati affrontati trasversalmente alle diverse tematiche, ovvero in una politica di "mainstreaming" così come ha suggerito la quarta conferenza mondiale delle donne a Pechino nel 1995. La sessione del Forum dedicata specificamente a raccogliere e valutare i contributi sulla presenza delle donne nell’intero forum – dove hanno partecipato circa 800 donne su 2248 rappresentanti della Società Civile – ha focalizzato la necessità di creare occasioni e strumenti per valorizzare la presenza delle donne rendendone visibile attività e competenze nei diversi ambiti della vita sociale.

Napoli, Castel dell’Ovo. 25 febbraio. Per tre giorni le donne mediterranee si incontrano nuovamente a Napoli e si propongono come agenti per lo sviluppo e la cooperazione. La Conferenza è organizzata dalla Commissione Pari opportunità della Presidenza del Consiglio e dal ministero degli Affari Esteri: un altro tassello per l’affermazione della politica mediterranea dell’Italia che, in questi ultimi tempi, trova nella città di Napoli un luogo significativo di riferimento. Rana Husseini è una giornalista giordana. Con lei parlo di Re Hussein – recentemente scomparso ed al quale la nostra Fondazione ha nei mesi scorsi attribuito il Premio "Mediterraneo" – e dei nuovi scenari in Giordania e in Medio Oriente. È triste e angosciata. Molte donne – in Palestina come in Giordania e in tutta la regione – sono vittime di violenze inaudite. L’ignoranza ed il sottosviluppo sono il terreno fertile nel quale crescono queste vergogne dell’umanità. Sabah Chraibi Bennouna è una scrittrice marocchina dal volto tipicamente "mediterraneo". È cortese e gioviale. Diventa seria quando parliamo di alfabetizzazione. Durante la recente conferenza dei ministri dell’educazione del Mediterraneo occidentale – svoltasi a Napoli alcune settimane fa – sollevammo il problema cruciale dell’alfabetizzazione. In marocco oltre l’80% della popolazione rurale femminile è analfabeta. A livello nazionale in questo paese la percentuale sale al 50%. Ismail Alaoui è il ministro dell’educazione nazionale del Marocco ed è membro dell’Accademia del Mediterraneo. Dice che l’integralismo si nutre nella impossibilità di accedere al sapere. Tra i problemi del Marocco vi è quello di adeguare la scolarizzazione alle esigenze familiari. Nel deserto, ad esempio, dove i nuclei abitativi sono sparsi ovunque, mancano pulman, scuole, acqua.

Uno dei progetti proposti al II Forum Civile Euromed prevedeva azioni concrete per eliminare l’analfabetismo. Uno sforzo difficile sul quale lavorare con tenacia la cui necessità è stata riconfermata anche qui a Napoli dalle partecipanti alla conferenza. Bouteheina Gribaa è tunisina. Dice che i diritti umani non si possono compiere in una società dove la donna è ancora inferiore e nei diritti universali non si può negare la specificità delle esperienze nazionali. In Tunisia non sono stati utilizzati modelli prefabbricati. L’approccio su questo tema è basato essenzialmente sulla fiducia che la libertà è unica e indivisibile e non può compiersi se le donne sono emarginate. La liberazione della donna in Tunisia è così andata di pari passo con la liberazione nazionale. Il codice dello statuto personale ha dato dignità alle donne eliminando la poligamia e il divorzio arbitrario. Una priorità attuale in Tunisia è sensibilizzare la donna alla partecipazione come strumento per lottare contro l’arretramento. Amela Mahic viene da Sarajevo. Con lei ricordiamo le azioni della Fondazione a favore della Bosnia. Mi dice: "Con la guerra abbiamo attraversato un periodo terribile e tutto ci ricorda quei giorni. L’obiettivo più importante ora è quello di dare alle donne una dignità e la possibilità di partecipazione. Le donne di Bosnia-Erzegovina vogliono partecipare, creare reti, superare i problemi: vogliono ricollegarsi al mondo moderno. Per dimenticare". Neshe Yashin è una scrittrice di Cipro. Vive nella parte greca dell’isola. Per scelta. La sua famiglia l’accusa di tradimento: dice che vive con il suo nemico. Adesso afferma di avere una visione diversa del conflitto, una considerazione migliore della realtà del nemico. Se si viene educati ad odiare il nemico occorre reagire con una cultura diversa: a Cipro la violenza è verbale e culturale. Mona Khalaf viene dal Libano. Sostiene che per raggiungere l’empowerment nel Mediterraneo occorre incominciare ai livelli più bassi. In Libano né l’istruzione delle donne né il lavoro hanno dato maggiore forza alle donne. Solo il 17% delle donne arabe ha un ruolo economico ed una percentuale ancora più bassa prende parte attiva alla vita pubblica. "L’obiettivo principale – dice – è garantire uguali diritti alle donne e agli uomini del Mediterraneo". Emma Bonino interviene ai lavori alla fine di una giornata caratterizzata da un sole primaverile. Inizia a parlare in francese: guardando il mare e la luce del Mediterraneo ha uno scatto d’orgoglio e di appartenenza e continua a parlare in italiano. Cita le parole di Matvejevic; che ponemmo alla basse del manifesto costitutivo della nostra fondazione e riafferma la necessità di colmare il fossato di indifferenza esistente tra il Sud e il Nord del Mediterraneo. Per la commissaria europea è indispensabile che l’Europa si confronti con se stessa: un dialogo interiore alla ricerca delle sue radici, della sua storia. Le conclusioni sono di Silvia Costa – promotrice e realizzatrice della conferenza – che conclude annunciando nei prossimi mesi una "dichiarazione di Napoli" ed auspica che siano rese visibili non solo le donne ma anche le loro visioni. L’impegno è di fare di Napoli la sede permanente di incontro tra le donne mediterranee. Una proposta già anticipata dall’Accademia del Mediterraneo che, tra i suoi obiettivi primari, ha posto quello di attivare un Forum annuale delle donne del Mediterraneo. Speriamo che questa città sappia rispondere a questo ulteriore appello.