A Marsiglia la IV Conferenza euromediterranea

La crisi in Medio Oriente mette in discussione il ruolo dell’Europa

di Michele Capasso

Marsiglia, 15 novembre 2000. Riunire intorno ad uno stesso tavolo i ministri degli Affari Esteri d Israele, Libano e Siria è stata un’impresa ardua per l’Unione europea sin dall’inizio el Processo di Barcellona del 1995. Questo appuntamento di Marsiglia, nato proprio per dare "nuovo slancio" al partenariato cade in un momento tragico: con la crisi in Medio Oriente ed il ritorno dell’Intifada l’obiettivo di creare "una zona di pace d id prosperità" nella regione sembra un’utopia. E’ per questo motivo che la Francia e gli altri Paesi hanno rinunciato a presentare la "Carta per la pace e la stabilità" che, a fatica, era stata predisposta ed accettata dalla maggioranza dei Paesi aaderenti al partenariato.

Malgrado il forte pessimismo della vigilia ed il veto posto prima dalla Siria e poi dal Libano che, di fatto, hanno poi abbandonato la Conferenza, un merito dei Quindici e della Francia è stato quello di aver comunque fatto svolgere la Conferenza con due obiettivi primari: il primo è convincere i 12 partner della riva Sud – Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Israele, Palestina, Libano, Giordania, Siria, Cipro, Turchia, Malta – che l’acelerazione del processo di allargamento ad Est dell’Unione non mette in dicussione gli interessi del Mediterraneo per la creazione di un’area di libero scambio ma, anzi, ne amplia la portata; il secondo è che l’approccio globale – con i tre "volets" politico, economico e umano – iniziato a Barcellona, resta uno strumento insostituibile nonostante il fallimento degli accordi di Oslo e le nuove ostilità tra Israele e Palestina che rischiano di coinvolgere l’intera area Mediorientale.

La "rivitalizzazione" del Processo di Barcellona è stata la "parola-chiave" della IV Conferenza euromediterranea di Marsiglia: perché cinque anni dopo il suo avvio, frustrazioni, delusioni e recriminazioni sono state manifestate in tutti i forum mediterranei ed anche da esponenti di primo piano della politica, come, ad esempio, lo stesso presidente Chirac.

Se la crisi in Medio Oriente giustifica l’assenza di un progresso nell’azione politica, "Euromed" non ha saputo fare alcunchè per fermare questa nuova violenza e non ha saputo coinvolgere importanti organismi della Società civile, quili, ad esempio, l’Accademia del Mediterraneo.

Dice uno dei parecipanti: "Gli europei non hanno volontà politica e, allo stesso modo, non hanno la stessa visione sulle priorità da assegnare al Mediterraneo, perlomeno come all’Est europeo. Essi vedono solo nella cooperazione economica con il Mediterraneo uno strumento al servizio della stabilità politica nella regione ed un modo di proteggere il mercato dalla concorrenza americana ed asiatica. In questo modo il Sud è considerato un mercato misero e le ricadute tardano a venire".

Anche il terzo"volet" presenta un bilancio misero con il 70% delle risorse non utilizzate, nonostante la presenza di attori di grande affidabilità che avrebbero potuto valorizzare e sviluppare quella che è la grande risorsa del Mediterraneo: la cultura. In questo ambito temi quali i diritti umani, il processo di democratizzazione, il ruolo della donna nei processi decisionali ed altri sono stati dimenticati.

Né a Sud né a Nord la Società civile si è appropriata dei vantaggi di questo partenariato perché non è stato riconosciuto ad essa – ed ai principali organismi che la rappresentano – pari dignità nelle decisioni e nelle attuazioni dei progetti principali. Assenza di dialogo, opacità dei politici, mancanza di reale interesse per il Mediterraneo, ossessione sull’Islamismo quale pericolo imminente: questi gli ingredienti di una Conferenza che, nonostante l’impegno di tutti, è stata un mezzo fallimento.

Da segnalare le risoluzioni ufficiali seguenti adottate nell’ambito del volet culturale ed umano:

1. I Ministri hanno sottolineato l’importanza dei programmi regionali in atto nei settori della cultura, dell’audiovisivo e della gioventù. Si sono tuttavia rincresciuti che tutte le potenzialità di questo volet non siano state del tutto sfruttate, in particolare per quanto riguarda gli aspetti sociali, la Società civile e la dimensione umana del Partenariato.

 

2. Un consenso è emerso attorno alla necessità di prendere maggiormente in considerazione gli effetti sociali della transizione economica nei programmi nazionali, mettendo l’accento sulla formazione, l’occupazione, la qualifica professionale e la riforma dei sistemi educativi. I Ministri hanno altresì raccomandato l’attuazione di un programma regionale che porta sulle politiche di formazione, la promozione del ruolo delle donne nello sviluppo economico, la riforma dei sistemi sociali e la cooperazione in materia di sanità, come convenuto in occasione della Conferenza dei Ministri della Salute di Montpellier nel dicembre 1999.

3. Per quanto concerne la cultura in senso lato, i Ministri si sono espressi a favore di un potenziamento dei programmi esistenti, attraverso l’attuazione della seconda fase di Euromed Héritage, l’avvio prima possibile di Euromed Audiovisuel II sulla base dei lavori delle conferenze di Tessalonica (1997) e di Rabat (settembre 2000), così come il di Euromed-Scienze umane. In modo complementare hanno altresì espresso il desiderio che le condizioni che consentano lo sviluppare il dialogo tra culture e civiltà o altre iniziative (quali l’Accademia del Mediterraneo) siano riconosciute.

4. L’importanza della dimensione umana del Partenariato é stata sottolineata. A tale riguardo, i Ministri hanno sancito le conclusioni della prima riunione ad hoc di alti funzionri (ottobre 2000) sulle migrazioni e gli scambi umani e sottolineato l’importanza di approfondire il dialogo in merito, privilegiando un approcio globale ed equilibrato, e rafforzando le politiche di co-sviluppo e di integrazione dei cittadini dei paesi-terzi residenti legalemente sul territorio degli Stati membri.

5. I Ministri hanno altresì raccommandato la preparazione concertata nel 2001 di un programma regionale nel settore della Giustizia e degli Affari interni. I Ministri si sono ugualemente complimentati per le raccommandazioni del seminario sulla cooperazione doganale operativa nel Mediterraneo (3 e 4 aprile 2000) e, su questa base, della prima iniziativa che è stata presa di organizzare un’ operazione sperimentale di controlli congiunti in mare nel 2001.

6. I Ministri hanno riaffermato la necessita di prendere in considerazione le aspirazioni della Società civile - dimensione essenziale del Partenariato. Hanno preso nota, a tale riguardo, delle raccommandazioni formulate dai rappresentanti dei sindacati, delle collettività locali e delle ONG riunite in seno ai Forum civili. L’importanza della cooperazione decentrata attraverso le Regioni e del suo contributo al successo al Partenariato sono stati sottolineati. I Ministri hanno incoraggiato gli attori della Società civile a prendere la loro parte nei programmi regionali esistenti ed in quelli futuri. A tale riguardo, è stato suggerito di riflettere sull’attuazione di un programma regionale di scambi scientifici. Hanno altresì auspicato un rafforzamento del sostegno dato alla Società civile, in particolare attraverso il programma MEDA-Democrazia. In fine, il ruolo svolto dalla rete dei Consigli economici e sociali è stato evocato.

Molte buone intenzioni da verificare nella loro praticabilità.

Marsiglia, 15 novembre. Siria e Libano boigottano la Conferenza. I paesi arabi inneggiano all’Intifada.

Cinque anni dopo Barcellona il partenariato sembra tutto da ricostruire: tocca alla Società civile riprendere le redini. Con competenza e velocità.