"IL DENARO"

9 dicembre 2000

Cinemamed: un patrimonio da custodire

Parte il progetto comunitario che valorizza e promuove la cinematografia del Mediterraneo

di Michele Capasso

 

Napoli, dicembre 2000. Parte "Cinemamed": un progetto di partenariato attivato e coordinato dalla nostra Fondazione nell’ambito del programma comunitario "Euromed Audiovisuel" e che coinvolge 28 partner di vari Paesi, tra i quali la Regione Campania e la Provincia di Napoli.

Otto le tappe del Festival previste per l’inizio del 2001 – a gennaio Palermo e Bologna, a febbraio Edinburgo, a marzo Lisbona e Madrid, ad Aprile Lecce, Cattolica ed Amman - oltre ad altre date programmate per la fine dello stesso anno e l’inizio del 2002 unitamente a retrospettive sul Cinema egiziano ed algerino ed a Master sulla sceneggiatura che si svolgeranno in Marocco e in Libano.

A Bologna "Cinemamed" avrà un ruolo didattico educativo. Questa città ha sempre attivamente sostenuto i processi di integrazione degli stranieri nel proprio tessuto sociale e culturale. Per questi motivi, anche quale sede dell’Accademia del Mediterraneo sul tema "Cinema", in coincidenza con lo svolgimento del Festival, gli Assessorati alla Cultura ed alle politiche sociali hanno promosso iniziative parallele che estendono la visione dei film in programma nel mondo della scuola. Sono previsti vari eventi: tra questi – coordinato dal Servizio Immigrati, Profughi e Nomadi del Comune di Bologna – la proiezione di film mediterranei suddivisi in due programmi.

Ciascun film della rassegna è inserito nel programma di "Bologna 2000, Capitale europea della Cultura" e verrà presentato da un relatore e supportato dalla pubblicazione di un ampio corredo critico-informativo, con specifici ed esaurienti riferimenti alla storia, alla politica ed alla letteratura del paese d’origine del film. In questo modo verrà consentito agli studenti ed agli insegnanti di preparare elaborati e di portare all’interno delle classi la discussione sui temi proposti dalla rassegna con l’obiettivo di contribuire alla formazione di una coscienza comune basata sul rispetto, sulla tolleranza delle altrui opinioni e sull’accettazione dell’idea della diversità come arricchimento del singolo e della comunità locale.

Il mare Mediterraneo e la sua civiltà - madre della cultura europea che oggi, come abbiamo visto, è l’unica speranza di pace per i popoli delle sue sponde - costituisce un patrimonio culturale unico ed irripetibile. E’ anche luce, colore e bellezza, così come i pittori di fine Ottocento hanno scoperto e fissato nelle loro tele entrate nell’immaginario di tutta l’umanità.

Il progetto CINEMAMED è un importante "pezzo" del patrimonio culturale del Mediterraneo.

Nel film La Mummia, il cineasta egiziano Chadi Abdessalam sviluppa una parabola sul patrimonio inteso come radicamento nell’identità culturale, sia individuale che collettiva.

Il film descrive infatti le tappe di una dolorosa presa di coscienza: quella del figlio del capo di una tribù nilotica dell’Alto Egitto i cui membri permettono la vendita, nei periodi di carestia, dei tesori sepolti nelle tombe faraoniche – di cui sono i soli a conoscere le vie d’accesso – a trafficanti di oggetti d’arte e sospetti intermediari di collezionisti stranieri. L’eroe del film comprende gradualmente che, agendo in tal modo, i membri della tribù amputano una parte di se stessi e fanno commercio di brandelli della propria personalità. Diventato capotribù dopo la morte del padre, come un moderno Prometeo, compie un atto che i suoi sudditi giudicano sacrilego e che causerà la sua decadenza e il conseguente esilio. Il protagonista del film rivela infatti le entrate segrete delle tombe ai rappresentanti ufficiali della "Direction egyptienne des Antiquités" permettendo il recupero dei tesori nascosti a beneficio del Museo Nazionale. I membri della tribù giudicano questo atto un tradimento poiché li priva delle fonti di guadagno che possedevano da tempi immemorabili. L’eroe sacrilego, spodestato dal suo ruolo di comando, si allontanerà sulle strade polverose dell’esilio, con il cuore pesante ma la coscienza tranquilla: preservando il patrimonio della tribù sa di aver salvato i suoi compatrioti dalla perdita della propria memoria storica e delle proprie radici. Superba parabola sul patrimonio come base dell’essere e sull’appartenenza come fedeltà ad una Storia.

Il Cinema dei Paesi mediterranei - che CINEMAMED intende valorizzare e promuovere - è un patrimonio insostituibile: oggi occorre preservarlo rivalutando la sua natura e la sua funzione nell’elaborazione del presente e del futuro degli individui e delle nazioni.

Il nostro rapporto verso il Cinema dei Paesi mediterranei deve instaurare una relazione veramente dialettica tra tradizione e modernità per insufflare all’esperienza ereditata lo slancio dell’avventura progettata. Deporre, in qualche sorta, il bacio rigeneratore del Principe – l’innovazione – sulle labbra della Bella Addormentata – la tradizione – per eliminare i torpori e restituirla ai flussi del mondo. Risveglio sempre più necessario a causa delle sfide che la mondializzazione ci impone.

Più è difficile definirsi come cittadino o lavoratore in una società globalizzata, più si è spinti a definirsi secondo l’etnia, la religione, le credenze, il genere (maschile o femminile) o i costumi intesi come comunità culturali. E’ per questo motivo che si sta assistendo ad un forte ritorno della rivendicazione della propria identità che si fonda sul recupero del patrimonio ereditato: come il Cinema del Mediterraneo! A patto che questa rivendicazione non implichi la chiusura in se stessi, l’esclusione dell’Altro, o una fuga dalla realtà, vi si può vedere un tentativo dell’individuo di recuperare la sua "consistenza" e lo sforzo delle società di conciliare Segno e Storia, ossia appartenenza e partecipazione, al fine di rinforzare le sfide alla mondializzazione e alla perdita del "senso di vita".

"Cinemamed" lavorerà in questa direzione e l’auspicio di tutti è poter continuare, in maniera costante nel tempo, questa azione fondamentale per il dialogo interculturale e, quindi, per la pace e la cooperazione tra i popoli: per questo "Cinemamed" diventa una delle azioni strutturali della "Maison de la Méditerranée". Se, come pare, la sua sede centrale si insedierà in Campania e a Napoli, questa città potrà candidarsi, a giusta ragione, come "Città del cinema mediterraneo" ed essere, con Montpellier ed altre città che già ospitano da tempo festival specifici, un riferimento culturale per l’intera regione.

Per informazioni: http://cinemamed.euromedi.org/