DONNE: DIRITTI E DIVERSITA’

di Caterina Arcidiacono

Vice Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo

Bouchra, Basma ed io. Tre Paesi: Marocco, Giordania, Italia. Tre donne delle istituzioni, una progettualità comune: essere attive nei nodi delle trasformazioni sociale. Ma il Mediterraneo, dice Bouchra Bouluiz, dirigente politica marocchina, non si fa in un giorno. Che significa questo in una società che si posiziona su regole patriarcali oggi attraversate dalla modernità? Non si può parlare di posizione delle donne se non si parla di famiglia, né si può mancare di notare le differenze di forme e strutture che caratterizzano la vita quotidiana delle donne. E tuttavia, malgrado le differenze, esiste un elemento comune. La priorità sociale e morale della sottomissione, codificata da leggi o solo da costumi, alle regole della famiglia che è un dato comune alle diverse culture mediterranee. E' questo il nodo che comporta problemi specifici nelle diverse culture e richiede strategie differenziate di approccio. Il tema è complesso e apre ampie discussioni

In ogni caso, la premessa di ogni percorso è nel fatto che i problemi delle donne sono un tema politico che può essere affrontato solo se riconosciamo il potere decisionale delle donne nelle famiglie, nella comunità, nella società. Potere di esprimersi, di avere diritti, di essere soggetti sociali; non solo diritto alla istruzione, alla salute, al lavoro e alla gestione degli affetti. Diceva re Hussein che la partecipazione nella vita politica è la base del processo democratico invitando a considerare " con estrema serietà il grave fenomeno che ancora costituisce fonte di sofferenza per le donne, rendendole sfortunati soggetti di violazioni inumane dei loro diritti fondamentali. Violenza tacita o esplicita… è l'aspetto più importante e grave, totalmente incompatibile con la solidarietà della nostra società Araba e Islamica, e in flagrante frattura con il nostro costante invito a rispettare la dignità umana e i diritti umani".

La Commissione giordana per i diritti delle donne di cui Basma, sorella del defunto re Hussein, è presidente riconosce che in Giordania sono stati effettuati notevoli progressi, ma che un ampio divario permane tra il desiderio, la realtà e ciò che è stato fatto. Anzi proprio il confronto tra il paese degli anni Trenta e le attuali realizzazioni è incentivo per il futuro.

Lo stereotipizzazione delle donne arabe connessa all'immagine che emerge ancora da scritti di orientalisti del secolo scorso, che si unisce al richiamo di echi di Mille e una notte non abitano la Giordania contemporanea; né, in questo Paese ad essi risponde l'eco banalizzato della donna occidentale. Ciò che emerge, direbbe Franca Pizzini, sociologa dell'interazione interculturale mediterranea, è la ricerca del tesoro delle diversità, aldilà del velo, dell'immagine indistinta del reciproco pregiudizio.