"Il Denaro"

5 febbraio 2000

Donne e lavoro: poche opportunità

di Caterina Arcidiacono, Michele Capasso

28-29 gennaio 2000. Napoli, Mostra d'oltremare. Silvia Costa vede in Napoli, città di sentimento e ragione, passione e intelligenza, una risorsa per le donne; la primavera scorsa ha raccolto a Castel dell'Ovo "le Mediterranee": donne algerine, albanesi, israeliane, ecc., testimoni di progetti, esperienze e buone pratiche. Nel recente ottobre ha accolto a Palazzo reale le donne della sanità per progettare risposte di salute a misura di donna. Oggi una conferenza dedicata alla occupazione che non c'è, allo studio di percorsi tendenti alla parità, all'individuazione di istituzioni di vigilanza, prevenzione e intervento rispetto ai trend analizzati. Laura Balbo, ministra per le Pari opportunità, e Silvia Costa, presidente della commissione Pari opportunità della presidenza del Consiglio, ne sono le realizzatrici.

È un incontro all'insegna del nuovo, che vede finalmente nei fatti la solidarietà di due donne delle istituzioni che da differenti postazioni collaborano ad uno stesso obiettivo: capire ciò che oggi significa lavorare e quali strumenti attivare per opportunità uguali fra uomini e donne.

Silvia Costa traccia un quadro poco rassicurante: le donne italiane sono ai più bassi livelli d'occupazione in Europa e al Sud il quadro è molto più allarmante.

Luca Meldolesi precisa che "dal punto di vista della pari opportunità occupazionale, l'Italia appare come una sorta di Giano bifronte: da un lato efficiente e regolare, dall'altro caratterizzato da forme molteplici d'inefficienza, d'irregolarità e pesino ignavia forzata. Molti sintomi, tuttavia, mostrano una tendenza alla emersione che si sta formando. È questo l'inizio di un processo che è possibile innescare tramite una legislazione favorevole all'emersione che accompagni e segua nel tempo l'applicazione della legge 488/99".

Per la ricerca "Napoli: diagnosi di una città", realizzata nei mesi scorsi dalla Fondazione laboratorio Mediterraneo, con l'economista Caroleo evidenziavamo come "i dati relativi al rapporto che sussiste in Campania tra le donne e il mondo del lavoro, mettono in luce che il 68 per cento delle donne non ha un lavoro in questo momento, e che la percentuale cresce maggiormente se si considera in particolare la realtà di Napoli, dove la disoccupazione femminile raggiunge il livello più alto, il 77 per cento. La difficoltà a trovare lavoro comunque, riguarda maggiormente le donne con un grado d'istruzione basso, perché si riscontra che il livello d'occupazione scende in rapporto al titolo di studi conseguito. Concentrando l’attenzione sulle donne che lavorano dai dati appare che queste sono soprattutto lavoratrici dipendenti (24 per cento) e che, più di un quarto di queste (27 per cento), presta la propria opera a nero. A lavorare in questo modo sono soprattutto donne giovani (48 per cento) e con un basso livello d’istruzione. La percentuale maggiore delle lavoratrici in nero poi si registra a Napoli (57 per cento) dove il dato risulta doppio rispetto alla media. Il lavoro è il tema scottante che apre il nuovo millennio".

Il tema del lavoro, tanto più in una politica delle pari opportunità, si coniuga con l'organizzazione degli spazi di vita. Per Balbo non esistono "pari opportunità nei progetti di vita e professionali delle donne se si lasciano solo a soluzioni private i particolarissimi pesi e responsabilità del crescere figli, del prendersi cura della popolazione che invecchia, del gestire il giorno per giorno e dell'organizzazione familiare… Sono oneri soprattutto per le donne, ma ormai la questione della cura investe anche gli uomini, e comporta impoverire il proprio investimento professionale, limitare le proprie aspettative, sentirsi ed essere in condizioni di disparità".

Laura Balbo ha costituito un solido punto di riferimento per quelle donne che volevano una società a misura di tutti, e che in anni lontani rivendicava per la donna il diritto al tempo per sé; oggi ministra per le pari opportunità dà corpo ad una presenza delle donne nelle scelte politiche dell'intera organizzazione sociale coniugando famiglia e lavoro in una visione complessiva dell'economia e del welfare. Alle prime esperienze parlamentari rivendicava la necessità che i trasporti funzionassero adeguatamente: era già il collocarsi come donna fuori da spazi separati.

Ritroviamo, con un forte senso di continuità, l'intervista del 1985 dove focalizzando l'intreccio tra tempi del lavoro, denatalità e famiglia la Balbo intuiva l'importanza che avrebbero dovuto assumere le politiche ridistributive, con una capacità di guardare avanti sorridendo al futuro.

Vite di donne nei processi decisionali del Paese che ben conoscono gli strani meccanismi sociali e culturali d'auto-chiusura ed esclusione sociale che mantengono le donne, sia pur colte e ben istruite, ai margini. Tornano alla mente le belle parole di Leila Khayat, imprenditrice tunisina che dava alla nostra Fondazione stimolo fecondo per una politica di piccoli passi raccontando alcune azioni intraprese dalle rappresentanti della Tunisia a Parigi per un significativo incontro sull'occupazione.

Nel secondo Forum della Società civile, organizzato nel 1997 dalla Fondazione laboratorio Mediterraneo, avevamo voluto far interagire le donne di tante organizzazioni del Mediterraneo sui temi della occupazione, diritti e sviluppo sostenibile, senza creare spazi separati all'interno dei 2248 rappresentanti della società civile presenti. Le articolazioni dei lavori, come discusso con Silvia Costa e Annamaria Carloni, sono state occasioni per riflettere su quanto il mainstreaming richieda precise azioni d'intervento, adeguati strumenti operativi. La solidarietà reciproca tra donne, la capacità di costruire reti trasversali di supporto sono il primo passo ineludibile.

A questa conferenza l'Imprenditorialità giovanile propone il proprio sito www.osservatoriodon-na.igol.it come strumento per informazioni, idee, opportunità on-line per chi si mette in proprio e crea un'impresa. La presidenza del Consiglio informa che risulta ancora aperto il Quarto programma d'azione comunitaria per le pari opportunità e prospettive del Quinto programma della Ce.

In un bilancio a cinque anni dalla conferenza mondiale delle donne a Pechino, almeno sotto il profilo culturale, la presenza delle donne è nella corrente principale, fuori da spazi separati; sul piano concreto le iniziative specifiche richiedono ancora di sapere quali sono gli obiettivi strategici da perseguire: l'Assemblea generale Onu "Donne 2000" sarà una prossima tappa significativa.