"Il MATTINO"

10 maggio 1995

MEDITERRANEO. EX JUGOSLAVIA, NAPOLI RILANCIA L’APPELLO DI PACE

di Pasquale Esposito

L’appello per la pace nella ex Jugoslavia compie altri passi in avanti. Era già stato lanciato a Palazzo Serra di Cassano il 10 dicembre dello scorso anno, a cura dell’Istituto italiano per gli Studi filosofici e della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, istituzione internazionale che ha sede nella nostra città, osservatorio sulle problematiche mediterranee che ha lo scopo di contribuire alla pace, alla comprensione ed alla cooperazione fra i Paesi della regione mediterranea. L’occasione per riparlarne a Napoli – Predrag Matvejevic’ ieri lo ha fatto a Ventimiglia e Montecarlo – e conferirgli maggiore forza, è costituita dal seminario italo-spagnolo, in programma oggi all’hotel "Vesuvio" presenti i Ministri degli Esteri di Roma e Madrid (Susanna Agnelli e Javier Solana), gli ambasciatori che rappresentano i due Paesi nel bacino del Mediterraneo, i rappresentanti italiano e spagnolo all’Unione Europea, i consoli generali d’Italia e di Spagna a Gerusalemme: un incontro di grande importanza per discutere di problemi che sono comuni, una riflessione congiunta per impostare una comune strategia anche in vista delle presidenze italiana e spagnola dell’Unione Europea e del futuro assetto dell’area mediterranea. Una ribalta giusta, e di rilievo, affinchè si rilanci l’appello per la pace nella zona del Mediterraneo che attualmente vive le maggiori difficoltà, la ex Jugoslavia, sottoscritto da intellettuali, personalità politiche, uomini di cultura, primo fra tutti Predrag Matvejevic’ (che presiede il comitato internazionale di Laboratorio Mediterraneo, presieduto da Michele Capasso): tra i firmatari dell’appello Luigi Malerba, Gerardo Marotta, Raffaele La Capria, Igor Man, il sindaco Bassolino, Edgar Morin, Erri De Luca, Vincenzo Consolo, e Vassili Vassilikos, Egi Volterrani, Fulvio Tomizza, Walter Pedullà, Khaled Fouad Allam, Farouk Mardam Bey, e numerosi altri esponenti della cultura mediterranea.

"Le immagini del terzo anno di guerra scorrono davanti ai nostri occhi ormai abituati a questo spettacolo" è l’incipit del documento, che riferisce le cifre dell’orrore, le vite umane perdute, i villaggi in rovina, come le scuole, gli ospedali, i monumenti di cultura distrutti o profanati, la dignità umana stuprata. "Che dire, di fronte ad una tale tragedia, di una Onu inadatta ai cambiamenti del nostro mondo, di una Nato rimasta prigioniera della guerra fredda, d’una Unione Europea che si preoccupa così poco del resto dell’Europa…" continua l’appello, che inoltre richiama le coscienze civili a non "dimettersi". Come, sostiene il documento di Laboratorio Mediterraneo, ha fatto l’Europa. "L’Europa s’è dimessa in Bosnia, i suoi Governi negano la responsabilità o la gettano gli uni sugli altri. La nostra dignità è nel punto più basso. Davanti a una tale umiliazione non ci resta, a noi intellettuali mediterranei, che gridare la nostra collera, sia pure nel deserto, come è accaduto tanto spesso nel passato. Gettiamo di nuovo una bottiglia nel nostro mare con un comune appello, destinato a ciò che resta della coscienza sulle nostre rive. Indirizziamo queste parole agli amici del Mediterraneo per domandare loro di unirsi a noi".

Una bottiglia lanciata nel Mare Nostrum: basterà per riportare la pace nelle regioni tormentate della ex Jugoslavia, a ridare il sorriso ai bambini, a far cessare il fuoco e con esso le umiliazioni, le degradazioni? Certo che non potrà bastare, ma ugualmente ricco di significato ci pare la proposizione che parte da Napoli affinchè si ridestino le coscienze e le diplomazie trovino quella soluzione che finora non è stata trovata.