“IL DENARO”

22 settembre 2001

 

E’ necessaria la verità per combattere il terrorismo

di Michele Capasso

 

La tragedia americana dell’11 settembre 2001 ci impone una riflessione ancor più attenta e scrupolosa sulle connessioni tra le culture europee  ed altre culture, prima fra tutte quella  mediterranea.

L’inizio del nuovo millennio ci mostra un mondo che trema, invaso da barbarie visibili e invisibili e, spesso, la storia viene scritta o interpretata con scarsa obiettività.

“ Patitur ferox Oenotria iura Carthago”  (Il vivere selvaggio e senza leggi di Cartagine è sottomesso alla civiltà romana fondata sul diritto). Non sappiamo se  i governanti dei nostri tempi conoscano il latino o se si siano affaticati sugli aspri esametri di Silio Italico: eppure i circoli viziosi in cui si sono incanalati i recenti eventi degli ultimi mesi – dal conflitto israelo-palestinese alla guerra in Afganistan – si fondano su questa superba convinzione romana. Siamo nell’età dei Flavi quando la civiltà romana afferma il suo ideale imperiale e con saldo controllo dei costumi e delle opinioni costringe a una virtuosa concordia. Oggi, senza alcuna costrizione, la virtuosa concordia risuona nei mezzi di informazione come nelle dichiarazioni delle personalità politiche. Il discorso è chiaro: la civiltà, l’Occidente, reagisce alla ferocia terroristica con il suo giusto potere militare. La lotta è al terrorismo che senza riguardi attacca la popolazione civile e i simboli vistosi del fasto dell’Occidente. Qualche incauto che ha parlato di lotte tra civiltà è stato subito redarguito e fatto tacere. Non lotta di civiltà ma una cosa del tutto diversa, la lotta della civiltà contro la barbarie. I barbari? “Uccidiamoli tutti” è scritto sulle magliette comparse a New York sotto l’emozione dei tragici eventi .

Certo il terrorismo è ributtante. Però se vogliamo veramente combatterlo cominciamo a chiederci: chi è terrorista. La risposta sembra facile, ma non lo è.

Per esempio Sansone che distrugge il tempio con il sacrificio di se stesso e uccide i Filistei che vi si trovano – tutti indistintamente – fu un terrorista? No, è un eroe. Il suo combattimento era giusto, contro oppressori del suo popolo. Noi di quel popolo abbiamo ereditato la tradizione, ne abbiamo fatto il nostro popolo. Sansone idealmente fu dalla nostra parte. Però se la storia l’avessero scritta i Filistei, se noi fossimo stati gli eredi della loro cultura, una cultura di sopraffazione e di violenza certo, ma se l’avessimo ereditata, se insomma ci sentissimo dalla loro parte Sansone oggi lo giudicheremmo un terrorista.

Noi non siamo terroristi ma spesso sosteniamo chi invade popoli e semina distruzioni. Ogni forma di invasione e di distruzione è un atto di terrorismo: se accettassimo questa definizione forse faremmo un primo passo verso la pace.