"IL MATTINO"

19 Febbraio 1995

(N.6)

INCONTRO CON PREDRAG MATVEJEVIC’

di Salvo Vitrano

Nascerà a Napoli l’Osservatorio del Mediterraneo, un centro di studi e un laboratorio per riflettere sul passato e progettare il futuro del mare su cui è sorta e su cui rischia un collasso la civiltà occidentale. L’annuncio della costituzione dell’Osservatorio lo ha dato ufficialmente, ieri a Galassia Gutenberg, Predrag Matvejevic’, lo scrittore di Mostar autore di Mediterraneo. Matvejevic’, esule dalla patria in guerra, ha ottenuto di recente un incarico d’insegnamento all’Università La Sapienza di Roma con la motivazione "per chiara fama".

L’annuncio per l’Osservatorio, che sarà una fondazione, è avvenuta in sintonia con dibattiti e proposte di una delle quattro aree tematiche della mostra napoletana del libro: quella dedicata a "Mare e Mediterraneo", per la quale hanno compilato "itinerari di lettura" scrittori e studiosi, da Vincenzo Consolo ad Alberto Tenenti. In mattinata Greenpeace ha proposto un documentario ecologico.

Una goccia d’acqua del Mediterraneo impiega mediamente venticinque anni a rigenerarsi, riacquisire quella vitalità biologica necessaria a non far diventare il nostro mare una gigantesca pozza di acqua morta. Questo significa che con gli attuali livelli di inquinamento e di devastazione sono pochissime le speranze di non avere presto onde del tutto avvelenate, se non si arriverà a iniziative serie, concordate tra tutti i Paesi che s’affacciano sul Mediterraneo. C’è l’insidia delle petroliere, c’è quella di navi e sottomarini a propulsione nucleare, e c’è il problema della pesca, delle "spadare", che con strascichi a volte ancora di 12 metri distruggono demenzialmente ogni forma di vita. Sembra provenire da qualche leggenda d’incubo il fenomeno, realismo, delle "reti morte": reti smarrite dai pescatori che tornano a galla, quando le loro prede si trasformano in lische, in un continuo ciclo d’inutile distruzione.

I Paesi della Comunità Europea si sono messi d’accordo su alcune regole, ma, a parte la difficoltà di controlli anche riguardo ai Paesi aderenti, c’è la questione dei Paesi esterni alla Comunità, soprattutto della sponda Sud, con i quali, per conflitti nuovi e per incomprensioni che spesso hanno radici nell’epoca coloniale, riesce spesso complicato stabilire accordi. E perciò la questione ecologica del Mediterraneo diventa immediatamente politica, si aggancia agli scenari di guerre che circondano questo mare, dalla ex – Jugoslavia, al Medio Oriente ad alcuni Paesi islamici.

Predrag Matvejevic’ di recente ha compiuto un viaggio a Sarajevo e denuncia: "lì l’Europa di Maastricht ha capitolato con conseguenze che saranno gravi per l’unione europea". Questa sua convinzione è intrecciata al discorso sul Mediterraneo: "La problematica del Mediterraneo – spiega lo scrittore – si risolve spesso solo in parole perché non esistono organismi di collocamento capaci di far fruttare conseguenze alle idee. Si sta facendo un Unione Europea con riferimenti al Mediterraneo usando una griglia di lettura impostata dal Nord Europa che si è rivelata inadeguata. D’altra parte si è rivelata insufficiente e inappropriata anche la griglia proposta dal Sud. Leggiamo la realtà in due modi che si escludono l’uno con l’altro. Perciò nel Laboratorio coinvolgeremo scienziati e politici, scrittori, docenti, sindaci delle città mediterranee, istituzioni. Pensiamo di fare almeno una volta all’anno, qui a Napoli, riunioni internazionali con pubblicazione degli atti. Penso che in una decina di anni avremo un archivio di importanza eccezionale".

Perciò conta di coinvolgere i Paesi della sponda Sud? "Posso dire con gioia che ho già preso contatto con Paesi del mondo arabo e africano, con loro istituti e università. Tra due settimane avremo una grande conferenza di sindaci delle città mediterranee a Barcellona, organizzata dall’amministrazione comunale, e potrà essere l’occasione per parlare del progetto. Credo che Napoli, Barcellona e Marsiglia, debbano diventare i poli di una nuova ed efficace attenzione per il Mediterraneo. Napoli in particolare, per gli strati profondi della sua storia, per la possibilità di usare le sue capacità soffocate. Spero di trovare qui il sostegno necessario all’iniziativa. Già penso di poter contare su punti di riferimento importanti come lo straordinario Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Intendo lavorare qui , essere molto più vicino a questa città".

Ne sente il fascino? "Sì, da quando ero studente e arrivai a Napoli per la prima volta – questo pochi lo sanno – come povero mozzo di un veliero. Fu allora che cominciai a scrivere il Breviario Mediterraneo".