IL MATTINO 23.04.02

 

Arafat: siamo assediati, niente cessate il fuoco

 

I palestinesi stremati rifiutano le proposte di negoziato del sottosegretario di stato USA.

Tel Aviv. Nel tentativo di riavviare i negoziati per un cessate il fuoco, il sottosegretario di stato USA per il Medio Oriente, Williams Burns, ha incontrato ieri a Ramallah il presidente palestinese Yasser Arafat, sempre assediato nel suo quartier generale. E oggi, prima di ripartire per Washington dovrebbe vedere anche i premier israeliano Ariel Sharon. Esaurita quella che Sharon ha definito la “fase uno” dell’offensiva militare in Cisgiordania, e mentre prosegue l’assedio al quartier generale di Arafat a Ramallah e alla Basilica della Natività a Betlemme – la situazione resta incandescente.

In seguito ai nuovi scontri vicino a Nablus, nel nord della Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, almeno otto palestinesi e un soldato israeliano sono stati uccisi nelle ultime 24 ore.A Ramallah, nella centrale piazza El-Manara, già teatro di analoghe esecuzioni, due palestinese – sospetti collaborazionisti di Israele – sono stati uccisi da un gruppo di miliziani e un terzo, rimasto ferito alle gambe, è stato poi linciato dalla folla inferocita. Nell’incontro con Arafat, Burns avrebbe cercato di aprire la strada alla ventilata missione “cessate il fuoco” del direttore della CIA Gorge Tenet. Ma i palestinesi, che ancor prima dell’operazione “Muraglia di difesa” si erano detti contrari alle modifiche del piano di Tenet prospettate dall’inviato Usa Anthony Zinni, si sarebbero mostrati fermi con Burns nel loro rifiuto di qualsiasi ripresa di negoziati, finché proseguiranno l’assedio al Muqata – il quartier generale di Arafat a Ramallah – e alla Basilica della Natività a Betlemme. Un rifiuto confermato anche da uno dei dirigenti palestinesi che vantava ottimi rapporti con la CIA, il colonnello Jibril Rajub, nei mesi scorsi più volte indicato come uno dei leader pragmatici in lizza per un’ipotetica sostituzione di Arafat. Rajub ha affermato che Sharon ha creato “un mare di sangue e di odio che non potrà essere colmato da una sola persona”. Ancor più deciso, il ministro dell’informazione Yasser Abed Rabbo – dopo aver lanciato un nuovo appello per l’invio di una forza d’interposizione internazionale – ha accusato il governo israeliano di voler “proseguire la distruzione” dell’Autorità nazionale palestinese e di “minacciare la vita del suo presidente eletto, Yasser Arafat”. Una minaccia che non verrebbe sottovalutata dallo stesso Arafat che, in caso di una sua forzata e improvvisa “uscita dalla scena politica”, avrebbe già definito una “direzione collegiale” chiamata a sostituirlo.

Da oggi, intanto, l’ex presidente finlandese Martti ahtisaari è alla guida della missione di “accertamento dei fatti” nel campo profughi di Jenin.