“IL
MATTINO”
4 maggio 2002
BETLEMME
Betlemme. Restano
«congelati» i negoziati per risolvere l'assedio israeliano alla Basilica della
Natività, dove ormai da trentadue giornisono asserragliati decine di militanti
palestinesi insieme con numerosi monaci. È saltato infatti l'accordo per fare
arrivare viveri agli assediati, di cui aveva dato notizia il sindaco di
Betlemme, Hanna Nasser, e quindi sono stati annullati gli incontri previsti per
ieri.
Stando al capo dei negoziatori palestinesi, Salah Taamari, ufficiali israeliani
hanno detto al gruppo di palestinesi - arrivati per ispezionare i rifornimenti
di viveri - che non sarebbe stato loro consentito di consegnarlo nella Basilica
se non fossero tornati con l'elenco dei nomi delle 160 persone che si trovano all'interno.
«Non possiamo andare avanti a negoziare con gente che non onora gli impegni
presi - ha detto Taamari - Ci hanno chiamato per dirci che il cibo era pronto e
ci hanno detto persino che era ancora caldo. Prima gli israeliani avevano dato
il permesso, poi si sono presentati con nuove condizioni. Tutto ciò è molto
deludente».
La commissione mista israelo-palestinese ha tenuto cinque round di negoziati la
scorsa settimana. La parte palestinese li ha sospesi chiedendo di poter portare
beni di prima necessità agli assediati, quale condizione per proseguire le
trattative. I militari avevano autorizzato la consegna di viveri nella
Basilica. Poi l’improvviso dietrofront. Intanto altri quattro palestinesi,
bisognosi di cure, hanno lasciato ieri mattina la Basilica; uno di loro è stato
portato via in barella. E dal ministero degli Esteri israeliano arriva la
notizia che saranno espulsi i 13 pacifisti, fermati giovedì sulla piazza della
Mangiatoia a Betlemme, mentre undici compagni riuscivano a penetrare all'interno
della Basilica della Natività.
Oltre all’assedio, continuano anche le schermaglie dialettiche sulla Natività.
Il ministro degli Esteri israeliano, Shimon Peres, ha dichiarato che è la prima
volta nella storia della Terrasanta che persone armate hanno voluto trovare
rifugio in una chiesa, «violando tutto ciò che è sacro e unanimemente
accettato». «Se non l'avessero fatto, ora non ci troveremmo questo problema»,
ha affermato Peres. Yasser Arafat, presidente dell’Autorità nazionale
palestinese, ha accusato a sua volta il premier israeliano Ariel Sharon di
voler distruggere la Basilica. «Gli israeliani stanno utilizzando razzi e bombe
incendiarie contro la chiesa. Vogliono incendiarla come fecero nel ’69 a
Gerusalemme con la moschea Al Qasa», ha detto Arafat in un'intervista alla
televisione del Qatar «Al Jazira».