"Il MATTINO"

30 giugno 1995

L’ARCHITETTO E LO SCRITTORE

 

 

Tutto è cominciato con un appello per la pace del Mediterraneo, lanciato a Napoli alcuni mesi fa e sottoscritto da un centinaio d’intellettuali tra cui Edgar Morin, Manuel Vàzquez Montàlban, Claudio Magris, Thar Ben Jelloun, Raffaele La Capria, Erri De Luca, Igor Man, Juan Arias, Luigi Malerba, Gerardo Marotta.

Ma serve sottoscrivere appelli contro la guerra, a fronte di un conflitto violento e sciagurato come quello bosniaco? Gli organizzatori della Fondazione Laboratorio Mediterraneo credono fortissimamente di sì, e a partire da quell’appello hanno messo insieme un programma si studi, ricerche, seminari, scambi e iniziative varie a dir poco ponderoso. Hanno cercato collegamenti operativi con organismi come Amnesty International e l’Unicef, hanno ottenuto il plauso e l’appoggio del ministro degli Esteri Susanna Agnelli e del presidente della Repubblica, hanno attivato collaborazioni con università europee come la Sorbona e centri di studi del mondo arabo, per lanciare come una bottiglia nel mare comune.

A muovere le fila della Fondazione è la "strana coppia" formata dallo scrittore Predrag Matvejevic’ e dell’architetto Michele Capasso. In comune hanno la convinzione che la cultura mediterranea sia un’arma nient’affatto spuntata da impugnare contro le barbarie. Di Matvejevic’, autore di libri come lo splendido Breviario Mediterraneo, tutto si sa. E’ invece un "personaggio misterioso" Michele Capasso, un architetto di Torre del Greco poco più che quarantenne, figlio di Raffaele Capasso, che per 35 anni fu sindaco carismatico di San Sebastiano al Vesuvio. Da qualche tempo, l’architetto ha messo da parte la professione e si è legato allo scrittore, decidendo di dedicare tempo e risorse alla "causa della pace nel Mediterraneo".

"Guardo alle attività della nostra Fondazione come a un progetto architettonico da realizzare", dice Capasso, che ha trasformato il suo appartamento e l’ex studio nella sede del Laboratorio. Tra i più entusiasti sostenitori dell’iniziativa, Michele Capasso ha trovato un napoletano aduso a gettarsi anima e corpo nelle battaglie per la cultura come Gerardo Marotta. Sarà solo un caso che iniziative così - e persone così – s’incontrino a Napoli?